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venerdì 21 dicembre 2007

Buone feste!

Auguri per un sereno Natale ed un 2008 col botto!

Aggiornamenti:
Gole del Salinello
Parco del Cardeto - Il Bastione di S. Paolo
Los Angeles & Las Vegas

PS
Se qualcuno sa come risolvere il problema dell'immagine di sfondo dell'header accetto volentieri aiuti, consigli e suggerimenti!!

martedì 18 dicembre 2007

La Sindrome di Stendhal...

Come tutti sapete la SINDROME DI STENDHAL è il nome di una affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e anche allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se sono compresse in spazi limitati.
Ebbene devo confessarvi che anch'io, ieri sera, ho provato le stesse identiche sensazioni al cospetto della mostra fotografica all'Expo-Ex...

...NON SARA' FORSE IL CASO CHE BEVA MENO ALCOL LA SERA??!?

Scherzi a parte, ieri ho visitato la mostra avendo la fortuna di essere "guidato" da alcuni degli espositori. Premesso che non me ne intendo di fotografia artistica, che l'arte è comunque un qualcosa di personale e che nella sala circolava anche parecchio alcol, faccio qualche breve considerazione...
Innanzitutto non sono riuscito a capire il significato recondito del percorso fotografico di Luca: o sono troppo superficiale io, oppure non avevo bevuto abbastanza! Comunque mi è piaciuta molto l'immagine col bicchiere di latte rotto e quella sfocata della tavola coi pezzi di Parmigiano Reggiano sopra (per la cronaca in realtà si trattava di un frigo chiuso con sopra dei post-it, ma come ho già detto l'interpretazione è personale!!).
Sicuramente poi mi hanno colpito gli scatti sugli animali e sugli insetti, per non parlare del bel discorso di Stefano (un altro espositore) sui ragni e la "facoltà di architettura".
Per il resto... andate di persona e fatevi un'idea!

venerdì 14 dicembre 2007

Una pizza pazza a pezzi, non puzza, si spezza e poi si spazza!!

Lo ammetto subito, il titolo del post di oggi non è farina del mio sacco ma è frutto del neurone solitario e infreddolito di Niki!
Questa frase profonda e ricca di significati si riferisce all'ottima cena a casa della "cugina" Manu: il piatto principale, preparato con maestria da "zia", era guarda caso la pizza cotta nel forno a legna.
Inizialmente la serata doveva essere un anticipo della vacanza a Madrid, con invitati i partecipanti al capodanno spagnolo... poi però le cose sono mutate e gli inviti si sono estesi a macchia d'olio. Alla fine dopo che si è sparsa la voce della imminente magnata ci siamo presentati a casa Baldoni in 7: io, Baldo, Grio, Marika, Save, Elisa e Niki, per l'occasione ribattezzato Nick.
La matematica tuttavia non portava: 7 invitati + 3 residenti = 10 bocche, ma le pietanze preparate erano per almeno 15 persone! Il menù della casa offriva antipasto misto, insalata russa, ottima pizza a volontà di tutti i tipi e gusti, dolce (tronchetto della felicità fatto dalla "cugina"), caffè e ammazzacaffè.
L'allegra serata è stata animata poi dal gatto a molla e soprattutto dalle raccomandazioni amorevoli e di "ampie vedute" di "zia"!

Grazie ancora Manu, quando ci rinviti a casa??

martedì 4 dicembre 2007

Mostra fotografica Expo-Ex

Dopo la mostra dedicata alla montagna del Generale Uliano, per par condicio devo promuovere anche l'esposizione di Luca Coppari... vi rigiro una sua email:

"Finalmente da Martedì 4.12.07 apriamo la mostra di Foto (bianco e nero sviluppate a mano) la cui realizzazione mi ha tenuto impegnato nelle ultime settimane.
Chi siamo?
Un gruppo di 6-7 persone che hanno fatto il corso e utilizzano la camera oscura del centro aggregazione Bubamara.
Dove?
Expo-Ex, sala esposizioni del comune di Senigallia, scendete dalla Piazza del Duca verso la Rocca in basso a sinistra.
Quando?
Da martedì e per una settimanella sicuro idicativamente tutti i giorni dalle 18 alle 20, sabato e domenica allargheremo la fascia oraria.
Temi sviluppati?
Stati d'animo, Mezzi di comunicazione, Cibo, varie ed eventuali.
Perchè lo faciamo?
A voi la risposta"

Io ho visto un pò di scatti veramente niente male (per un "Segretario"...) perciò se vi capita vi consiglio di fare un giro all'Expo-ex.

domenica 2 dicembre 2007

Quel ramo sul Lago di Lochness...

Dopo la mezza disavventura della spedizione del 21.10.07 oggi abbiamo in programma la prosecuzione dell'itinerario oltre l'ormai famoso Lago di Lochness, nella Grotta del Fiume. La squadra d'assalto è composta da me, Roberto, la Faggi e Valentina, quest'ultime arruolate appositamente come sherpa porta-materiali!
Dopo parecchia meditazione stamattina ho preso anche la sofferta decisione di portare la macchina fotografica digitale... contando che l'ultima volta, dopo la spedizione al Fondo del Cucco ho dovuto mandarla in riparazione per ripulirla bene le premesse sono incoraggianti!
Al parcheggio c'è subito il Battesimo di rito per l'attrezzatura nuova fiammante di Valba (volo libero con atterraggio in pozzanghera!) poi di corsa in grotta.
La strada è sempre la stessa ed arriviamo spediti al Pozzo delle Mulecche: le condizioni delle tute e dell'attrezzatura sono già spaventosamente fangose!
La Canon è già piena di fango dopo solo uno scatto, porca put...! Vabbè, ormai il danno è fatto, continuo a fotografare delle belle cannucce in un piccolo cunicolo laterale:
In pochi minuti di arrampicata arriviamo alla galleria dei laghi, col soffitto pieno di sottilissime stalattiti. Alla fine verso mezzogiorno ci affacciamo sul grande Lago, largo 15 m ma oggi con il livello un pò basso...
A questo punto continuiamo a seguire il cunicolo principale, che tra gallerie di fango e scivoli concrezionati porta alla parte terminale di questo ramo...
Purtroppo una risalita laterale, armata almeno fino allo scorso anno, oggi è nuda e scivolosa, perciò ogni altro tentativo di proseguire viene abortito.
Non ci sono grandi cose da segnalare sulla via del ritorno, a parte:
- la tribolazione di Valba in risalita sul Pozzo delle Mulecche, degna di una delle 12 Fatiche di Ercole (il fango non faceva chiudere i bloccanti),
- il senso dell'orientamento sorprendentemente random delle due ragazze (erano sempre in disaccordo agli incroci e se per caso concordavano, allora era la via sbagliata!),
- il formidabile scambio di zaini, degno di Diabolik o Lupin, organizzato dal Presidente alla strettoia del tarlo (non mi sono minimamente accorto della sostituzione e per riprendere la mia roba ho dovuto risalire il pozzo dei cristalli...)

Bella domenica, discrete foto e macchina digitale apparentemente intatta...
...adè chi c'ha voja de lavà tutta la roba?!


giovedì 29 novembre 2007

Lezione di primo soccorso

Era tanto tempo che la Faggi lo proponeva, oggi finalmente è riuscita ad organizzarla: al GSS si è tenuta una lezione di primo soccorso tenuta dal Dott. Stefano della Croce Gialla di Falconara, con l'aiuto delle due volontarie Simona e Manuela.
Gli speleo presenti per l'occasione erano tanti (eravamo più o meno 16) e dopo un'"allegra" lezione su traumi cranici, fratture esposte e svisceramenti ci siamo cimentati nella rianimazione cardio-respiratoria su manichino.
A parte alcuni momenti comici, tutti abbiamo prestato attenzione cercando di fare tesoro dei consigli del medico, anche se purtroppo nelle situazioni di emergenza in grotta non c'è molto che si possa fare...

mercoledì 28 novembre 2007

Una montagna di emozioni

Ricordo a tutti gli appassionati della montagna e della natura in genere l'appuntamento con la mostra audiovisiva "Una montagna di emozioni", presentata da Uliano "Generale Uliacci" venerdì 30 Novembre, ore 21.15, presso il Centro Sociale Saline in via dei gerani n°8 a Senigallia.
Le diapositive ripercorreranno i viaggi e le avventure vissute con gli amici ed i compagni del CAI-GSS durante gli ultimi anni, spaziando dall’alpinismo allo sci-alpinismo, dalla speleologia al torrentismo, dal trekking alla speleo-glaciologia.
Lo scopo è quello di divulgare le varie attività che i soci del sodalizio praticano da anni sia sulle Alpi che sugli Appennini cercando di trasmettere, attraverso immagini suggestive, l’amore ed il rispetto verso un ambiente fragile ancora in grado di regalare incredibili emozioni.
Non mancate!

sabato 17 novembre 2007

L'evoluzione della specie...

Dopo anni di glorioso servizio devo ahimè abbandonare i cellulari Siemens: oggi entro nell'era Nokia con l'ultimo gioiellino della casa finlandese... prima però è doveroso un omaggio ai "caduti":
1997-2001 Siemens S6, sottilissimo, con ampio display ma mostruosamente grande
2001-2004 Siemens M35, eccezionale, il preferito di sempre, comodo e resistente
2004-2007 Siemens CX65, non ci siamo mai presi più di tanto...
2007-20.. Nokia 5310 Xpressmusic, piccolo, sottile, leggero e con un audio del lettore mp3 eccellente!

venerdì 16 novembre 2007

Renault: il balletto delle 5 stelle...

Nonostante speri di non vedere mai la mia "piccolina" ridotta così, questo spot della Renault è proprio fatto bene (e dimostra che ho ben speso i soldi, anche per la sicurezza!).

sabato 3 novembre 2007

Alpi Apuane - Il Passo della Tambura

Questo sentiero escursionistico non troppo impegnativo fa parte del "Garfagnana Trekking" e permette di attraversare un comprensorio bellissimo arrivando ad una sorpresa finale che toglie le parole di bocca...
La partenza è vicina al paesino di Vagli, seguendo una stradina dissestata che porta ad un'altra delle numerose cave di marmo (occhio al fondo dell'auto!).
L'itinerario che seguiamo è l'antica "via del sale" che ci porterà al passo della Tambura (quota 1620 m s.l.m.m.).
Attraverso boschi e cave dismesse il sentiero sale la montagna fino al valico, oltrepassato il quale si ammira un panorama MOZZAFIATO: da quassù infatti si sovrasta la versilia e guardando lontano all'orizzonte si scorgono la Corsica a sinistra e le Alpi Marittime a destra!!
Durante la discesa prendiamo qualche souvenir (lapidi di marmo per la Faggi e la pietra del silenzio per la mia collezione...) e Chicco ha modo di divertirsi un pò su un vecchio escavatore FIAT.
Bellissimo giro, anche oggi le Apuane ci hanno riservato una splendida giornata!

venerdì 2 novembre 2007

Abisso Gigi Squisio

La valorosa brigata Carcaraia, composta da me, Chicco, Michela, Francesco e Simona, stamattina si riunisce presto per organizzare la spedizione alla conquista dell'Abisso Gigi Squisio... non prima però di una bella colazione al bar!
Il comprensorio della grotta si trova poco dopo il paese di Vagli e per raggiungerlo si costeggia il suo lago omonimo. Questo bacino è famoso perchè la sua realizzazione ha richiesto il sacrificio del paesino di "Fabbriche di Vagli": perennemente sommerso, lo spettrale nucleo abitato emerge soltanto una volta ogni 10 anni circa, in occasione dello svuotamento dell'invaso per la pulizia straordinaria. Oggi il livello è molto basso, ma non abbastanza per vedere le casupole e la chiesetta abbandonati.
Arrivati in Carcaraia, si lascia la macchina prima di una galleria scavata nel marmo. L'avvicinamento è di circa un'ora, ma il clima è mite e ci godiamo il panorama delle Apuane e delle cave diffuse un pò avunque sul territorio.
Dopo la sudata per l'avvicinamento finalmente arriviamo all'ingresso dell'abisso, costituito da una telo paraneve che sembra più che altro una tenda canadese in mezzo al bosco! Leggendo un tabello ne guida scopriamo l'origine del nome: "squisio" è un termine ludico dialettale che significa "fermate il gioco, entriamo anche noi". In pratica gli scopritori della grotta non avevano mai fatto grandi scoperte, finalmente con la forzatura di una strettoia erano riusciti a trovare una cavità degna del club dei -1000, entrando (finalmente) nella storia dei gruppi speleologici locali.
Cominciamo l'esplorazione: l'inizio avviene su frana, con spazi abbastanza angusti all'interno dei blocchi e detriti, però dopo qualche decina di metri in discesa si arriva nella parte più integra di roccia, iniziando anche a sentire/vedere la presenza di acqua.
Finalmente ci si può anche alzare in piedi e superando qualche pozzetto si nota chiaramente il passaggio fra gli strati superficiali di roccia calcarea alterata e quelli più profondi di marmo compatto.
La successione di ambienti è unica, si scende spesso in grandi forre (con pochissima acqua, per fortuna) ed in ampi e regolari pozzi. Alla base di uno di questi comincia l'anello del nostro percorso: discenderemo da un ramo, per poi risalire da un altro.
Al bivio imbocchiamo subito un meandro sinuoso e bastardo, con passaggi stretti/inclinati che vanno in salita ed in discesa: per rendere il tutto più gustoso ogni tanto nel pavimento del passaggio si aprivano delle piccole voragini (max 40/50cm) profonde anche 15/20 metri! Non ho mai odiato tanto lo zaino come in quel passaggio, è stato una tribolazione avanzare, anzi arrancare portandosi dietro il fardello...
Tanta fatica è stata però ampiamente ripagata poco più avanti: a parte la scoperta di una bella conca cilindrica con le pareti laterali scavate a spirale, in poco tempo arriviamo sui maestosi pozzi principali, il più suggestivo dei quali con un tiro unico sul vuoto di 50 metri!
Nota: mentre scendevo proprio questo tratto, dopo una trentina di metri dalla partenza, la Faggi ha avuto la simpatica idea di tentare di uccidermi. Mentre calavo infatti sento urlare "SASSO"... ma non vedendo arrivare niente pensavo ad uno scherzo. Invece dopo due o tre secondi sento una botta ad un piede! é andata bene...
Continuiamo la discesa con altri due salti, poi dopo la pausa-pizza risaliamo per una nuova via.
Alla fine dell'escursione ci siamo ritrovati un pò stanchi, molto soddisfatti e soprattutto praticamente puliti, altro che il fango delle nostre parti...
W IL MARMO!

giovedì 1 novembre 2007

Raduno Apuane 2007

Quest'anno il raduno internazionale di speleologia si tiene a Castelnuovo di Garfagnana, piccolo paese circondato dalle Alpi Apuane.
PRIMO GIORNO
E' il mio primo raduno, perciò alla partenza non so bene cosa aspettarmi dai 4 giorni che ho davanti, però sono molto gasato perchè le premesse (e il meteo soprattutto!) sono incoraggianti.
Durante il viaggio, a Bologna l'ottimismo vacilla un pò perchè becchiamo la consueta coda in autostrada che ci fa perdere quasi un'ora. Per fortuna, appena usciamo dall'autostrada il traffico diventa un ricordo (anche perchè il navigatore satellitare ci fa fare una strada deserta e sconosciuta), ma alla fine ci impiegamo quasi 6 ore per arrivare in paese.
Altro problema: fatta l'iscrizione in segreteria, come facciamo a raggiungere la nostra "dimora" (cioè il dormitorio allestito nella palestra di una scuola)? Per sfruttare ancora il TomTom di Niki chiedo ad una ragazza qual è l'indirizzo così da trovarlo senza problemi, ma lei senza scomodarsi minimamente mi risponde "Fa alla vecchia maniera..."! Grazie al suo aiuto ed alle sue preziose indicazioni, sbagliamo strada 2 o 3 volte prima di arrivare.
Finalmente, dopo aver fissato il campo base nella palestra dell'IPSIA, piano piano la nostra "delegazione" si raggruppa tra i vari stand: il gruppetto agguerrito è composto, oltre a me, dalla Faggi, Chicco, Michela, Francesco, Alessia e Lello.
Non faccio nemmeno in tempo ad arrivare nello spazio vendita materiali, che Chicco mi porta in giro per farmi comprare un buon sottotuta: tra lui che spinge per un modello da 105€ ed io che ne avevo addocchiato uno da 70€, alla fine troviamo un compromesso per uno buono della AV da 80€...
La prima cena alla speleotaverna va alla grande, con una immane magnata di arrosticini e salsicce annaffiati, ovviamente, da montepulciano d'abruzzo.
Prima di andare a dormire (domani ci aspetta l'uscita in grotta) facciamo un salto al cinema per guardare alcuni speleo-documentari, peccato che la comodità delle poltroncine unita alla nostra stanchezza più che alla visione invogliavano alla pennichella!

SECONDO GIORNO
Finalmente è arrivato il momento dell'uscita in una delle tante grotta scavate nel marmo delle montagne della zona: la meta scelta è l'Abisso Gigi Squisio nel comprensorio della Carcaraia.
E' stata una splendida escursione speleo, con lunghi pozzi e forre levigate, ma anche cunicoli stretti e passaggi impegnativi!
Dopo una doccia ristoratrice al palazzetto, è il momento di tirare fuori la lista della spesa e di comprare il materiale di gruppo: tra suppliche di sconto, richieste spudorate di regali e vino/caffè scroccati troviamo + o - tutto quello che ci serviva.
Per la cena di oggi scegliamo una bella polentata, seguita dai cannoli siciliani e da qualche giro di centerbe+zuccherino nello stand degli amici abruzzesi.

TERZO GIORNO
Nonostante la notte si dorma abbastanza bene, al caldo e senza troppi fastidi (non sarò mai abbastanza debitore all'inventore dei tappi per le orecchie!) si sta accululando un pò di stanchezza, perciò stamattina abbiamo una mezza idea di fare un giretto a piedi in Carcaraia per vedere più da vicino le cave di marmo e fare qualche bella foto.
Si uniscono al trekking anche Chicco (stamattina è un mezzo zombie!) e Lello e Alessia, i più freschi visto che non hanno fatto ancora nessuna escursione.
Dopo la colazione al solito bar decidiamo la destinazione: ripercorreremo l'antica via del sale, diretti alla vetta del Monte Tambura. Boh, non me ne intendo di queste zone, ma ho il sospetto che sarà più di una passeggiatina nel parco...
Qualche ora e qualche chilometro dopo rientriamo finalmente a Castelnuovo, stanchi ma appagati dal meraviglioso paesaggio che abbiamo scoperto tra le montagne.
Visto che non è troppo tardi c'è ancora un pò di tempo per gli ultimi acquisti di materiale e per vedere la fantastica proiezione 3D organizzata dal gruppo veneto: inforcando gli occhiali speciali si ha proprio la sensazione di entrare dentro le immagine proiettate apprezzando veramente la profondità degli ambienti ipogei mostrati... veramente una bella esposizione, complimenti.
Ormai ci avviciniamo al clou della serata alla speleotaverna, anche se c'è il pienone troviamo un tavolo libero e iniziamo la cena buttandoci sulla cunina siciliana: stasera pasta all'uovo col sugo, seguita dai cannoli (in versione EXTRA per le donne...) e da qualche bottiglia di Nero d'Avola.
L'allegria (o l'alcol?) sale in fretta e dopo il consueto brindisi con centerbe e zuccherino c'è un'altra sorpresa: fuori dal tendone stanno preparando il Gran Pampel, un intruglio druidico che si prepara in un pentolone in stile Asterix & Obelix! La cerimonia di preparazione, a cui partecipa anche la nostra Michela, va avanti accompagnata dal coretto "Odino, Odino, non stane mandar acqua, manda vino!".
Alla fine il beverone "sacro" è pronto: si tratta di vino bianco e rhum, cotti con frutta, zucchero ed altri aromi. Scotta parecchio, ma il sapore è buono!
Dopo tutto questo brindare si inizia a sentire una certa fame, perciò anche se ormai è l'1.00 di notte torniamo allo stand dei pescaresi e ci facciamo una sessantina di arrosticini, accompagnati da vino (basta bere, non ne posso più!) e formaggi.
La baldoria è continuata fino alle 3.30, poi tutti a nanna.

QUARTO GIORNO
La sveglia è stata meno traumatica di quanto temessi, con calma facciamo i bagagli, colazione al solito bar e ci mettiamo in marcia verso cas (stavolta almeno senza traffico).
E' stato un bellissimo raduno, ben organizzato, in un comprensorio che ha veramente tanto da offrire agli amanti della natura (e delle tenebre!).
>Grazie a tutti gli organizzatori ed i partecipanti!<

venerdì 26 ottobre 2007

Cena a Casa Secchi

Stasera siamo stati invitati a casa dei neo-coniugi Secchi per dare un'occhiata alla casa e guardare il dvd delle nozze, in realtà è anche l'occasione di fare una bella "magnata" di gruppo e festeggiare anche il compleanno di Manu.
Appena arriviamo a Torrette scopriamo che i padroni di casa cercano di tenere lontane le bestie affamate, perciò hanno tolto la targhetta col nome nel citofono...
Poco male, basta chiamarli a gran voce e alla fine ci aprono!
In casa siamo parecchi: io, i padroni di casa, Elisa, Tizio, Silvia, Baldo, Salvatore, Federica di Senigallia, e mancano ancora Sara, Matteo e Save che arriveranno a momenti.
La casa, ovviamente arredata Ikea, è carina ed il pezzo forte è sicuramente l'armadio-camerino immenso della camera da letto.
La mia attenzione però è anche attratta da un'infinità di piatti pieni di leccornie, salate e dolci!
La fame si fa sentire e a un certo punto prendiamo posizione: "è ora di mangiare!" e cominciamo senza gli altri. Si comincia con insalata di pasta fredda, pizza, zucche, crostini, torte salate, salatini, per poi continuare con le torte dolci, crostata e fragolino!
Intanto durante la cena ci hanno raggiunto anche gli altri, così appena finito di mangiare diamo i regali ai padroni di casa e possiamo goderci assieme il video del matrimonio (bello e ben montato).
A fine serata un'ultima chicca: la canzone a Zelig di Checco Zalone, da rivedere assolutamente!
Ormai è tardi, è ora di andare a nanna... domani mi aspetta il baCucco.
Grazie ancora signori Secchi e auguri Manu!

domenica 21 ottobre 2007

La Maledizione del Lago di Lochness!

I detrattori della speleologia oggi non possono proprio criticarci: con il tempaccio portato dalla perturbazione Siberiana un luogo ideale per passare una domenica al calduccio è proprio la Grotta del Fiume a Frasassi.
Per l'occasione ci incontriamo in 6, con me ci sono anche la Faggi, Roberto, Maurizio, Uliano e Gianfranco (i senigalliesi sono incredibilmente puntuali, noi un pò in ritardo!): l'obiettivo della giornata è un bel pic-nic sulle rive del Lago di Lochness.
Ci cambiamo al volo nel parcheggio ma non facciamo nemmeno in tempo ad arrivare sul letto del fiume che comincia a piovere... che sfiga!
Nota di classe del Presidente: alle prime 2 gocce d'acqua, da vero Lord inglese, lui torna in macchina a prendere l'ombrellino...
All'ingresso ormai il tragitto è una routine, come unica novità incontriamo un gruppo di Jesi. Mentre aspettiamo in fondo al Pozzo dei Cristalli scopriamo che per molti di loro oggi è la prima uscita post-corso, non posso non sorridere al pensiero della nostra avventura da neo-speleo all'Anello dei Rover!
Comunque capiamo subito che non possiamo rimenere troppo a lungo imbottigliati in mezzo agli altri ragazzi, perciò alla Sala della Felicità li salutiamo e procediamo spediti verso la nostra mèta.
Con il passare delle uscite i luoghi cominciano ad essermi familiari (finalmente!), oserei anche dire che sarei arrivato da solo alla Sala del Rinoceronte...
In cima al Pozzo delle Mulecche, durante una pausa, Simona decide di abbellire l'ambiente modellando una scultura a sua immagine e somiglianza: la Fagiana (di fango) sul nido!
Arrivati in fondo continuiamo rapidi tenendo la sinistra, oramai siamo abbastanza vicini alla zona dei laghi: dopo pochi minuti, infatti, arriviamo in una lunga galleria un pò in curva che ci offre una vista fantastica.
In basso, con la luce bianca dei LED le prime pozze d'acqua si accendono di un vivace azzurro, che diventa subito blu nelle zone più profonde.
Le pareti, invece, sono abbastanza chiare e su quella di destra c'è il traverso che dobbiamo percorrere.
Per completare il quadretto, dalla volta della galleria pendono centinaia di stalattiti sottilissime, delle vere cannucce di vetro: sono infatti lunghe 30-50 cm e sono assolutamente trasparenti... che spettacolo!
Da questo punto in poi procedo con più attenzione per evitare brutte sorprese: l'ultima volta che il GSS era stato qui, infatti, il Presidente era caduto in uno dei laghetti e Maurizio aveva preso una brutta storta alla caviglia.
Continuiamo ad avanzare lungo i traversi giungendo ad un'ambiente più grande con un lago, ovviamente, più vasto degli altri. Si tratta del Lochness, con l'acqua cristallina e immobile che si trova circa 5 metri sotto di noi.
Possiamo finalmente mangiare qualcosa (era ora!) godendoci la bella vista.
Anche se siamo arrivati alla mèta, proseguo per un pò per dare un'occhiata in giro... anche in questo caso, il passaggio su cengia si trova sulla destra.
Arrivato ad una larga spaccatura a V tra le pareti vedo chè c'è una corda lenta tra le due, dovrei quindi fare un pendolo scendendo col discensore da una parte per poi risalire coi bloccanti nell'altra. Visto che sono completamente ricoperto di fango e che anche gli attrezzi sono una massa più o meno informe di argilla (per cui sono difficili da aprire, montare e chiudere) mi viene la bella idea di affrontare il passaggio disarrampicando e poi arrampicando, montando però la longe come sicura.
Il primo pezzo della V mi viene bene, infatti riesco a scendere senza grossi problemi... poi però mi accorgo che non è così facile passare nell'altra parete e risalire: cerco un appiglio per i piedi o per le mani, ma la parete è liscia.
Alla fine faccio un giro di corda attorno al braccio destro per tirarmi su almeno con quella e... patatrack, scivolo sul fango rimanendo appeso sulla longe, con la corda tesa che però mi ha schiacciato l'avambraccio! Che botta, per fortuna non si è rotto niente, per oggi l'esplorazione può terminare qui!
Al ritorno ci concediamo una deviazione tornando indietro per il Nano Negro, godendoci il gustoso passaggio sospeso su teleferica sopra l'acqua.
Alla fine dell'uscita questo è il bilancio: io ho un braccio contuso, Maurizio ha un gomito dolorante ed un ginocchio finito, Gianfranco ha uno strappo muscolare alla coscia, Uliano è uscito indenne da una brutta e pericolosa caduta... insomma anche stavolta la MALEDIZIONE DEL LOCHNESS ha colpito!!
Per chiudere in bellezza (e per riprendere un pò di calore dopo l'ipotermia che ci ha preso cambiandoci nel parcheggio) ci resta solo da fare una bella cena da Francesco!
PS
Molti si staranno chiedendo: "...e il mostro di Lochness??"
L'unica cosa mostruosa della giornata è stato vedere Maurizio che affrontava il passaggio sospeso sulla teleferica finendo miseramente in ammollo fin sopra le mutande!!!

lunedì 15 ottobre 2007

Restyling completo!

Finalmente sono riuscito a completare il restyling del blog: sembra cambiato poco, ma i problemi sono stati parecchi! Come sempre devo ringraziare il mio prezioso consigliere Luca WebBas Gambella, senza il quale sarei ancora al punto di partenza!
http://webbas80.blogspot.com/

domenica 14 ottobre 2007

La Balza delle Lecce - Monte Cucco

Per l'escursione di oggi ho proposto un giro abbastanza breve (circa 3km) e semplice, ispirato da tutte le volte che faccio la strada da Sigillo alla vetta del Monte Cucco: la visita alla Balza delle Lecce.
Alla fine ho convinto a seguirmi Baldo, Niki, Manuela e Marika.
Un pò di informazioni sul posto...
Sul versante occidentale del Massiccio del Monte Cucco inizia la parte palese della Grande Faglia che attraversa il territorio in tutta la sua lunghezza, in direzione nord-sud. E’ questa la principale frattura presente nelle rocce del Parco, lungo la quale si sono sviluppate le morfologie superficiali e profonde più spettacolari (le pareti orientali del Cucco, la Forra di Rio Freddo, le principali grotte, sono tutti fenomeni e morfologie strettamente collegati alla Grande Faglia).
Partiamo puntuali dalla pista e dopo un'oretta di strada (+ il quarto d'ora accademico della montanara!) lasciamo l’auto nei pressi del primo tornante della strada provinciale che sale verso Val di Ranco e proseguiamo a piedi risalendo il Torrente delle Gorghe lungo il sentiero n. 13.
Man mano che ci si interna nella valle boscosa inizia a sentirsi un certo venticello freddo... per fortuna ci scaldiamo facendo un pò di esercizi nel percorso della salute!
Più avanti (alle nostre spalle nella foto) si apre la visione della grande muraglia naturale delle Lecce, lama di rocce alta anche 70 m che sembra sbarrare la valle: è la traccia superficiale della Grande Faglia che si allunga per chilometri dalla Valle del Sodo (Sigillo) fino al Corno di Catria (Scheggia).
Arrivati quasi alla Balza, c'è un ultimo difficile esercizio del percorso della salute: in pratica è una specie di scala a pioli posizionata in orizzontale a 2,5 m da terra, che va affrontata reggendosi sulle braccia. Non faccio in tempo a togliermi il giubbetto per provare l'esercizio che un anziano che si riposava li vicino inizia a urlare:"Con le mani è facile, io da giovane lo facevo con le gambe!!".
Noi ci guardiamo un pò allibiti... cosa vorrà mai dire, che ci dobbiamo appendere con le gambe a mò di pipistrelli?? Boh, il tono perentorio non ammetteva repliche!
Alla fine noi facciamo l'esercizio alla vecchia maniera!
Ripreso il cammino, risaliamo direttamente all'interno del letto del torrente in secca a finalmente arriviamo alla base dell'imponente muraglia di roccia: in realtà un passaggio per attraversarla esiste, scavato proprio dal Torrente Le Gorghe che ha anche creato una piccola forra.
Il sentiero n. 13 proseguirebbe in salita a sinistra, però prima decido di risalire il piccolo dislivello di accesso al canyon (3m) usando questi "comodi" gradini...
Giusto il tempo di dare un'occhiata alla forra e dopo qualche minuto mi accorgo che tutti quanti sono saliti su per la scaletta: e adesso chi fa scendere le cugine??? Non possiamo nemmeno chiamare l'elisoccorso perchè il cellulare non prende! Scherzi a parte, bisogna stare un pò attenti e per evitare scivoloni pericolosi mi metto in mezzo al passaggio per fare un minimo di sicura. Tragicomica la scena di Manuela che pur rischiando la vita scendeva ridendo, sistemandosi la frangetta di tanto in tanto...
Scampato il pericolo, a questo punto ci sarebbe da percorrere l'ultimo pezzo di sentiero, in salita, che porta all'Orto della Cicuta. A dire il vero, più che un sentiero in salita si tratta quasi di una via in arrampicata, con grado di difficoltà 4a: non è certo un percorso adatto a tutti come molte guide online vogliono fare intendere, perciò proseguiamo solo io e Baldo. La progressione è lenta, all'inizio perchè il terreno è molto scivoloso/franoso e non ci sono appigli, poi perchè bisogna proprio arrampicarsi sulle rocce, stando però attendi a non "scaricare" massi sul sentiero sottostante! Vista la difficoltà della via (non c'è nemmeno un "canapone", una corda per aggrapparsi) ci domandiamo se la segnaletica rossa del sentiero non sia stata fatta col sangue...
Arrivati in vetta, però c'è la gratificazione per aver conquistato l'Orto della Cicuta, che a dispetto del nome tranquillo e bonario è in realtà una specie di balcone naturale che domina dall’alto (a strapiombo) la valle, il tutto reso più adrenalinico dal vento che soffia gelido e violento!
Se in salita andavamo piano, in discesa dobbiamo fare ancora più attenzioni... soprattutto l'esile Lillo, che ad ogni folata di vento viene sbattuto come una bandiera al vento!
Ci ricongiungiamo con gli altri 3 (che chissà dove si erano infrattati...) e iniziamo a tornare alla macchina, non prima di un ultimo "giro" sul "ponte basculante" del percorso della salute!
La giornata comunque non è ancora finita: dopo un salto alla vetta del Cucco, ci dirigiamo verso una meritata merenda dal ciuscolaro Giancarlo a Genga (nel parcheggio turistico delle grotte), fornitore ufficiale del GSS! Appena arrivati inizia a farci assaggiare salumi e formaggi, seguiti da una ciabatta imbottita all'inverosimile di porchetta (deliziosa!), il tutto accompagnato da un verdicchio. Come digestivo, ovviamente, il buon Giancarlo ci offre un pò di Veleno di Borgia, un liquore a base di prunus che vanta innumerevoli virtù...
Che dire... proprio un bel pomeriggio pieno!

sabato 6 ottobre 2007

Sagra dell'Uva a Cupramontana

Per la gente della zona è sicuramente una delle feste più importanti dell'anno (dura ben 4 giorni), di sicuro merita una visita anche da noi forestieri!
Decidiamo innanzitutto di cenare alla festa, perciò nel pomeriggio parte un giro di sms per avvisare gli interessati: all'appuntamento alle 20.00 in pista, più o meno puntuali, siamo io, Baldo, Manuela, Niki, Focà, Save, Nata e Cingolà. La piega della serata si intuisce presto, infatti partiamo per andare a prendere Marika a Castelplanio senza però aver deciso dove cenare (visto il tempo piovoso siamo oriantati verso una magnata de carne in un ristorante al chiuso). Altro giro di telefonate e fissiamo la meta, ovvero "il Rotone".
Quando arriamo al ristorante scopriamo che in realtà è solo una pizzeria che non serve carne, così ci alziamo lesti dal tavolo e fuggiamo verso il secondo ristorante della serata: i Ponti sul Lago di Cingoli.
Per strada abbiamo qualche dubbio nei bivi: ovviamente Niki ha tenuto per mesi il Tom Tom in auto per fare Falconara-Ancona o Falconara-Jesi, mentre ora che ne abbiamo bisogno lo ha lasciato a casa... CERTO!
Dopo una serie interminabile di curve e tornanti, con la pioggia che scende ad intermittenza ed una insolita moltitudine di rospi più o meno spiaccicati per strada, raggiungiamo il locale, giusto in tempo per farci dire che senza prenotazione non c'è posto! A questo punto Baldo, in preda a visioni mistiche per la fame, comincia a perdere la speranza, Nata chiama inutilmente un altro ristorante della zona, Save si innervosisce e prova a chiamare l'892424 sperando che l'operatrice gli organizzi per bene la serata (Night compreso)...
Senza perderci d'animo proseguiamo il pellegrinaggio verso "la corte sul lago", però lungo il cammino GPS-Niki smarrisce la retta via... alla fine dopo un bel giro turistico della zona arriviamo all'agognata meta dove HABEMUS TAVOLUM!
Affamati come degli orsi dopo il letargo ordiniamo un antipastino misto ed un pò di carne, che in realtà si rivelano una dura sfida da vincere: affettato, crescia, ricotta, formaggio fuso, polenta con pancetta, frittata, ceci, fagioli, funghi, melanzane, crostini misti, melone, formaggio fresco e subito a seguire grigliatona con braciole, costarelle, bistecche, salsicce, spiedini contornate da patate al forno e insalata!!! Purtroppo alla fine abbiamo fatto avanzare un pò di carne, tutto era veramente buono e abbondante, per la cifra di 25€ con caffè e digestivi.
Con lo stomaco pieno è ritornato a tutti il buon umore e nonostante il tempo nebbioso e piuttosto fresco partiamo diretti a Cupramontana, dove arriviamo quasi a mezzanotte. Complice il maltempo troviamo parcheggio proprio sotto le mura del centro storico, vicino uno degli ingressi dove ci spillano 10€ per l'entrata.
Il centro storico è pieno di ragazzi in festa, dai vari stand si diffonde la musica e soprattutto si diffondono le bottiglie di vino!
Le Cugine si danno subito da fare come buone samaritane, infatti prestano la sciarpa (Manu) ed il giubbetto di pelle (Marika) a Luca che è vestito troppo leggero e ha freddo... Nel frattempo Alessandro fa l'uomo duro ed invece di chiedere anche lui in prestito qualche capo sopporta stoicamente il gelo e la pioggerellina di Cupra!
In mezzo alla baraonda festante (almeno tra la folla non fa freddo), la serata prosegue con una prima bottiglia di verdicchio (non male) seguita a breve da una di visciola (ottima). Facciamo anche un pò di giri per le vie addobbate e illuminate, incontrando qua e la gente strana e soprattutto zombi e cadaveri causati dalle troppe bevute!
Tra tanta gente non potevamo non incontrare altri falconaresi, primi fra tutti Brodolò e Bula, entrambi su di giri ed allegri!
Arrivati in piazza, da uno dei palchi comincia anche la "discoteca" all'aperto e l'atmosfera si scalda ancora di più.
Verso le 2.30 ricomincia a piovere perciò resistiamo un'altra mezz'ora prima di andarcene, soddisfatti ma anche stanchi per la serata!

Traversata Mezzogiorno - Beata Vergine

Questa è una delle uscite classiche nella zona di Frasassi, adatta anche per i corsi di speleologia; è la mia prima traversata, perciò spero di imparare anche qualcosa sulla discesa in corda doppia. La guida di oggi è Marco, poi ci sono anche Valentina, Simona e Barbara: 3 donne contro 2 uomini, sarà dura resistere a tutte le chiacchiere e al gossip che faranno!

Per raggiungere la Grotta di Mezzogiorno, l'ingresso alto del sistema, bisogna lasciare l'auto nel parcheggio al termine del paesino di Pierosara, da lì si procede a piedi sul sentiero che porta al Foro degli Occhialoni, deviando dopo circa 20 minuti sulla destra per una ripida salita tra gli alberi.
Già qui alcuni partecipanti iniziano a fiottare... si vede chi è un pò fuori allenamento!
Il cancello d'accesso si apre sotto un bell'anfiteatro di roccia (ben visibile anche dalla strada provinciale), sulla cui parete si aprono anche altre cavità di modesta estensione.
Dopo la prima sala iniziale la grotta si snoda su un lungo cunicolo basso (non è male indossare le ginocchiere!) con un paio di strettoie piuttosto anguste.
Dopo una piccola colata, finalmente il soffitto si fa più alto e possiamo rimetterci in piedi...
...siamo nella Sala Nera: all'estremità di questo ambiente, sulla destra, c'è una risalita di 5 m, ma Marco si arrampica qualche metro prima (ci sono più appigli sulla parete) e poi ci cala una corda per sicurezza.
Si prosegue su uno scivolo di circa 40 m dove usiamo entrambe le corde da 40 che ci siamo portati: il Nonno prepara l'armo (che in realtà consiste nell'unire le due funi con un nodo) in maniera da calarsi a contrasto sul nodo stesso e poi recuperare entrambe le corde, tirandone una dal basso.
Al termine dello scivolo comincia il primo vero pozzo (35 m), al termine del quale si arriva alla Galleria dell'Organo. Mentre Babi viene presa da una irrefrenabile voglia di cantare (vista l'età è anche costretta ad inventarsi le parole1), io ne approfitto per rimettere l'acqua nella fisma. Mi faccio prestare la "peretta" nuova della Faggi e dopo aver ricaricato il serbatoio dò il via ad una guerra di schizzi... ma alla fine scende il Nonno per riportare l'ordine!
Piegate le corde proseguiamo attraverso una serie di concrezioni fino ad arrivare alla Sala Azzurra, un ambiente molto alto con le pareti chiare.
Rimanendo a sinistra c'è un piccolo salto da superare, con un frazionamento dopo un paio di metri: mentre Marco prepara l'armo e scende per primo, la First Lady mi ordina di passare avanti. Dopo neanche due minuti, quando bisogna decidere chi scenderà per ultimo per disarmare, Barbara mi dice che dovrei scendere io per ultimo! Boh, sarà colpa della solità età... o forse prima si rivolgeva a Ivano...
Comunque stavolta è la Faggi che si offre di scendere per ultima, con Marco che le fa sicura dal basso.
Più avanti vedo una corda che proseguein basso dietro un dosso, la scendo fino a trovare un'apertura fra i massi di frana: è l'inizio del Pozzo Elicoidale. Questa volta avrò io l'onore di scender per ultimo, in doppia, col discensore robot di Marco!
Poco più avanti le pareti cominciano ad essere bianche e da una finestra sulla sinistra si può ammirare dall'alto la candida Sala Massi, che si raggiunge con un due pozzi successivi da 8 e da 14 m.
Tra i due facciamo una breve pausa e mentre Valentina scarbura (non le funziona l'acetilene) ci racconta proprio di un operaio del cantiere navale al quale è esploso un guanto per un accumulo di tale gas.
Per rimanere in argomento e per dimostrarle che avevamo capito la pericolosità dell'acetilene, appena proviamo a riaccendere il suo fotoforo prende invece fuoco una perdita dal tubo di gomma! Per fortuna riusciamo subito a soffocare le fiamme senza
Per proseguire bisogna cercare il passaggio della F... fessura!
Ormai siamo a buon punto, davanti a noi c'è solo un ultimo ampio pozzo frazionato da 20m (il Camino 3B). Arrivo per primo alla base e mi metto a curiosare tra le decine di scritte lasciate negli anni dai visitatori: tra le tante (c'è anche una croce dell'anticristo...) c'è una targhetta del 1959 (almeno mi sembra!) in cui i primi modesti esploratori (in risalita) del sovrastante Camino 3B si vantano di aver raggiunto e visitato la parte più suggestiva della grotta.
Ripartiamo alla volta della Galleria del Guano, regno incontrastato dei pipistrelli, caratterizzata dall'odore pungente e dalle montagne di escrementi di chirotteri!/span>
Mentre discendiamo lungo la scivolosissima via c'è il tempo per ammirare un tuffo in scivolata con urlo della Babi (voto 6.5) e per scorgere una rara sfuggente creatura che non avevo mai incontrato: il ratto cavernicolo!
Le pareti di questi ambienti (non siamo lontani dall'uscita) sono caratterizzate dalle tipiche "macchie di leopardo", causate dalla crescita di colonie di microrganismi:
Poche decine di metri ancora e finalmente ritorniamo alla luce del sole, sbucando proprio dietro al Tempio della Beata Vergine.
Manca però ancora una tappa fondamentale per completare l'escursione: la deliziosa merenda dal ciauscolaro!/span>

domenica 23 settembre 2007

Grotta M.te Cucco - Sbarco sulla Luna

Visto che siamo un pò tutti fuori allenamento, per la prima visita dopo l’estate alla Grotta del Monte Cucco organizziamo un’uscita piuttosto “tranquilla” ma in una zona molto attraente e gustosa. All’appuntamento a Sigillo il gruppetto si riunisce, gli altri partecipanti sono Michela M., Simona, Stefano, Alessia, Lello, Veronica, Butcher e Michela C.
Una volta arrivati a Pian di Volo e completata la vestizione, iniziamo il lungo e faticoso cammino verso l’ingresso del Nibbio: sarà per il sole, sarà per la sfacchinata, comunque le discussioni diventano abbastanza hot, le donne cominciano a spogliarsi ed Alessia inizia pure ad inseguire Stefano. Continuando a camminare e a cazzeggiare tagliamo il versante troppo in basso e fatichiamo un po’ prima di trovare l’ingresso, che a onor del vero è proprio un buchetto insignificante e pressoché invisibile.
Alle 10.30, comunque, siamo pronti e comincio a scendere per primo il pozzo del Nibbio (73 m): l’ambiente è molto asciutto e la roccia alterata, io posso permettermi di scaricare un po’ di sassi perché sono il primo, ma in generale bisogna fare un po’ di attenzione. La cosa peggiore è però la corda, che nei primi frazionamenti è completamente secca, polverosa e non scivola bene neanche col discensore montato a C.
Mentre scendo noto un paio di frazionamenti sfigati che in discesa si passano comunque facilmente, già immagino però che in salita faranno tribolare un po’.
Alla base del pozzo si prosegue verso la Galleria Sigillo, piccola ma piena di concrezioni, alcune asimmetriche e dalle forme più impensabili che sfidano la gravità.
Mentre scendo il Pozzo del Groviglio il gruppo comincia a dividersi in due spedizioni: Lello farà da guida turistica al Butcher e a Michela (che non sono mai venuti al Cucco), gli altri proseguiranno un po’ più spediti verso il Salone Canin ed il suo originale paesaggio lunare. Una volta arrivati al Pozzo Perugia (pausa pizza mentre aspetto gli altri!) la via mi è ormai familiare e proseguiamo tutti facilmente fino al Salone Saracco: da qui si risale la parete opposta per imboccare la Galleria dei Barbari. Questa è una lunga condotta inclinata dove si cammina su un “selciato” piuttosto regolare e liscio fatto in realtà dai grandi blocchi franati dal soffitto. Arriviamo alla tenda del vecchio accampamento e ci fermiamo per la pausa-pranzo: complici la tenda stile capanna e l’atmosfera soffusa dell’acetilene, sembriamo proprio i pupazzetti del presepe (Stefano ed Alessia fanno Giuseppe e Maria…).
Dopo pranzo ci dividiamo ancora perché Alessia e Veronica tornano indietro, noialtri 4 proseguiremo imperterriti verso il Canin!
Completata la galleria dei Barbari (sono più o meno 160 m) ci troviamo all’ingresso della Burella, le cui strettoie e cunicoli non ci rallentano poi tanto (perlomeno in discesa, poi si vedrà in salita!). Completato il lungo cunicolo usciamo perpendicolari alla Galleria dell’Orco, qui Michela ci spiega che a sinistra si va verso il Ramo Una-Bomber ed una zona ancora poco esplorata, ma noi siamo diretti a destra.
Subito incontriamo un altro dei vecchi campi: a parte la solita spazzatura ammucchiata in un lato, c’è uno specchio d’acqua limpida che dovrebbe essere abbastanza potabile (ci sono anche due bicchieri per servirsi!). Ovviamente non resisto alla tentazione di fare una degustazione, scoprendo che in realtà non ha nessun sapore strano, anzi sembra proprio acqua minerale imbottigliata.
Siamo quasi arrivati alla destinazione, giusto un passaggio stretto e un po’ nascosto che porta all’Infernaccio, un’ampia sala su cui si apre anche la finestra che scende al Canin.
Qui l’ambiente è molto vario e pieno di altre ramificazioni, ma soprattutto io sono attratto dall’acqua. Si vedono infatti delle pozze cristalline in basso e specialmente si sente un certo scorrimento più avanti, perciò invece di andare verso la poco invitante finestra nera che segna l’ingresso al Canin vado a curiosare la parte “bagnata” percorrendo una serie di traversi. Michela mi segue a ruota (anche lei è curiosa di visitare questa zona) mentre Simona e Stefano sono un po’ più restii, ma alla fine ci raggiungono anche loro.
Questa parte si snoda lungo una linea di faglia, quindi gli spazi hanno uno sviluppo prevalentemente verticale: per oltrepassare delle sporgenze quasi a picco su un crepaccio ci dobbiamo fidare (ma nemmeno troppo) di un traverso con la corda a dir poco fantasmatica… piano piano cerchiamo di non scaricarci il peso e lo superiamo, arrivano in una zona piena di fango (stile Genga) con una serie di pozzi profondi che si aprono lungo la strada uno dopo l’altro. Li aggiriamo con cautela facendo attenzione a non scivolarci dentro per il fango e raggiungiamo un’alta fessura dalla quale discende un pozzo e si intravede la Regione Italiana: qui l’ancoraggio è veramente da brivido, il moschettone è tutto fuorché stabile e ci fermiamo dopo un mezzo tentativo di discesa, promettendoci però di ritornare per cambiare gli armi e continuare la visita.
Tornando indietro io comincio ad aver un po’ fretta, anche perché come minimo usciremo verso le 19.00-20.00, perciò quando arrivo al Canin e affacciandomi non vedo quasi niente (né l’acetilene né i led riescono ad illuminare l’enorme ambiente) spingo per riprendere la via dell’uscita senza scendere nel Salone.
Per fortuna gli altri non la pensano come me, perciò invece di andarmene mi calo per primo (alla faccia della coerenza!).
Al primo frazionamento trovo una bella sorpresa che Alessia mi aveva preannunciato: in un punto con la corda rovinata Lello aveva fatto un nodo ad un metro dall’ancoraggio, vicino ma non abbastanza per passare il discensore direttamente nell’altra corda di discesa! Invece di fare il classico passaggio del nodo col discensore, calo il poco spazio con la discesa sui bloccanti ed una volta arrivato al frazionamento faccio avverare il sogno di Stefano… coi bloccanti inseriti metto la longe nell’ancoraggio e intanto monto il discensore (con il rinvio) sulla fune in basso: in totale 5 sicure!!!
Alla fine riesco ad atterrare sul fondo del Canin e rimango veramente sorpreso: il pavimento è pianeggiante, biancastro e costellato qua e la da buchi più o meno grandi, mentre lo sfondo davanti a me è quasi completamente nero perché la luce non arriva alla parete… l’effetto è proprio da sbarco sulla Luna!
Comincio a girare lungo il Salone (circa 120 x 60 m, con un’altezza di 30 m) scoprendo dei particolari unici, come le strane concrezioni di fango essiccato ed i passaggi circolari scavati dall’acqua in stile di groviera. Bello anche il panorama della parete dalla quale mi sono calato: vista da quaggiù l’ampia apertura di ingresso è in realtà una finestrella che si apre su una muraglia molto liscia e verticale, nella quale si vedono perfettamente tagliati i numerosi strati di roccia paralleli.

(immagine da www.cens.it)

Un’occhiata veloce alla galleria del Vento, uno stretto Cunicolo dove si sta attualmente scavando, e poi via verso l’uscita.
Mentre Stefano e Michela sono ancora in basso, io e Simona ci avviamo verso la Galleria dell’Orco, facendo bene attenzione a ritrovare il passaggio piuttosto nascosto segnalato però da una scia di sassi bianchi lasciati sulla via fangosa.
Mentre avanzo nella zona dell’accampamento ho la luce che comincia a farsi bassa (per fortuna potrò riempire la fisma nella fonte d’acqua dove avevo bevuto) quando all’improvviso nella penombra di un grosso masso vedo dei ”barboni” che dormono in sacchi a pelo! Lì per lì mi prende un colpo, penso di aver sbagliato strada e di essere finito chissà dove… poi invece mi accorgo che i barboni sono in realtà i rifiuti ammassati del vecchio campo!!! Che idiota che sono…
Da qui in poi risaliamo abbastanza sicuri e spediti, peccato solo che la Burella in salita è abbastanza faticosa e inizio a sudare come una bestia!
Al Saracco ormai la strada diventa routine, saliamo i salti del Baratro ed alla base del Perugia non posso non pensare che se la turistica fosse ancora aperta a questo punto saremmo quasi arrivati… invece tocca risalire per altri 150 m!
Anche il Pozzo del Nibbio in risalita è molto meno piacevole che in discesa… ci sono i due passaggi dove dal tiro a tetto si deve andare su un traverso: nel primo sono passato abbastanza facilmente montando il longino corto del delta direttamente sul traverso, aiutandomi con la maniglia prima per sganciare il croll, poi per tirarmi sul traverso.
Nel secondo invece mi sono mezzo attorcigliato con la corda del traverso, perciò la prossima volta dovrò mettere meglio a punto la strategia!
Arrivato all’imbocco vedo ancora un po’ di luce, probabilmente il tramonto, ed aspetto paziente l’arrivo degli altri. Il problema è che sono fermo nella corrente d’aria con i vestiti bagnati di sudore, perciò dopo una mezz’oretta comincio a tremare dal freddo!
Per fortuna prima che mi venga la polmonite usciamo tutti e lungo il sentiero verso le macchine (terribile al buio, ripidissimo e senza una traccia precisa) riprendo un po’ di calore!
La poca “sofferenza” è stata più che ripagata dallo sbarco sulla Luna al Canin e dalla vista di tutti quegli ambienti che non avevo mai visto... assolutamente da rifare!

domenica 16 settembre 2007

Benvenuto Andrea!

Oggi è finalmente nato il piccolo Andrea Mancini, tanti auguri a lui ed anche a mamma Grazia e papà Zombo!
Il bebè ha scampato un grave pericolo: per sole sei ore e mezza non è nato esattamente 30 anni dopo il Caronte (auguri Bestia), rischiando di diventare per la sua generazione quello che per noi è Niki, cioè una merda!
Ah ah ah

venerdì 7 settembre 2007

Sulle tracce di Vitruvio

Dopo la grezza "domenica da minatore" ci voleva qualcosa di più rilassante e culturale, perciò abbiamo partecipato in massa al "venerdì da archeologo", ovvero alla visita guidata alla Fano sotterranea.
La proposta è partita da Marco del GSS ed oltre ad aver riscosso successo tra gli speleo ha attirato anche qualcuno degli "animali" (Baldo, Niki, Sara, Daniele, Salvatore e Manuela), perciò alla fine siamo ben in 24!
Ci incontriamo con le due guide (2 coniugi) nei pressi dell'ex monastero e della Chiesa di S. Agostino e ci dividiamo in due gruppi: le donne, che entrano per prime accompagnate dalla moglie, e gli uomini, guidati dal marito, che aspetteranno qualche minuto per distanziarsi dalle altre.
Mentre attendiamo il nostro turno nel chiostro del convento la guida incomincia a raccontarci le vicissitudini del complesso e gli indizi lasciati da Vitruvio sulle sue grandiosi costruzioni a Fano. Finalmente "scendiamo" anche noi: il percorso guidato si snoda al di sotto del convento stesso e durante la visita vengono mostrati le mura e le altre strutture di un imponente basamento romanico, probabilmente del Tempio della Fortuna di Vitruvio (anche se non ci sono ancora prove archeologiche certe).
Fra tanti archi e muri a sacco in "breve" impariamo tutti i dettagli sulle tecniche edilizie romane, sull'evoluzione urbana di Fano ed anche sulla geomorfologia della costa! Al termine del giro ipogeo facciamo anche una capatina nei resti di un bagno pubblico, con l'invito per gli speleo ad esplorare l'antica rete fognaria...

Bel tour, da fare per scoprire aspetti suggestivi e nascosti dell'antica e gloriosa Fano.

domenica 2 settembre 2007

Una domenica da minatore...

Cosa si può fare di bello in questa prima domenica di settembre per trascorrere il tempo in un modo originale? Trascorrere una giornata da minatore!
Non è semplicemente un modo di dire, infatti ieri ho partecipato col GSS ad una giornata di scavi di disostruzione in una grotta in esplorazione.
La sveglia è stata un pò traumatica perchè alle 7.30 di mattina eravamo già in macchina: la fretta era indispensabile per far riuscire il diabolico piano della Faggi...
Siamo arrivati sul monte a tempo di record, ed infatti la Luna faceva ancora capolino al di sopra dei pascoli:
Dopo aver nascosto l'auto tra i boschi, ci siamo avvicinati furtivi all'ingresso della cavità ed abbiamo posizionato gli oggetti di scena: basta un nastro segnaletico, un paio di falsi avvisi della questura et voilà... l'area è sotto sequestro!
Dopo aver contemplato il bel lavoro ci siamo nascosti in un cunicolo secondario ed abbiamo atteso gli altri... dopo pochi minuti ecco i primi rumori!
All'inizio tra gli speleo c'era un pò di disorientamento, poi piano piano si sono accorti di alcuni particolari anomali e hanno iniziato a fiutare lo scherzo... nonostante ciò, tutti continuavano a parlare sul da farsi ma nessuno scavalcava le transenne!
Io e Simona trattenevamo a stento le risate... lo scherzo stava ancora reggendo... fino a quando il Butcher si è fatto avanti ed io sbucando dal cunicolo gli ho intimato di alzare le mani! Lì per lì ha fatto una faccia strana e stupita, poi siamo scoppiati tutti a ridere ed abbiamo cominciato a faticare.
Il lavoro era semplice: la squadra Sicilia si occupava di scavo e movimentazione del secchio da fondo del pozzo, la squadra Piemonte invece sovrintendeva il riempimento, il sollevamento e lo svuotamento del barile.
Siamo andati avanti così per ore, prima e dopo pranzo, ma alla fine i 10 valorosi minatori sono riusciti ad approfondirsi di 1 metro!
Come nota dolente della domenica devo ammettere che la vista di quel tipo di roccia, molto fratturata e irregolare, non mi lascia ben sperare per una continuazione interessante... comunque col tempo scopriremo se ci saranno sviluppi promettenti in zona!

mercoledì 22 agosto 2007

Malta 2007

Per la vacanza di quest'anno abbiamo optato per Malta per esigenze economico/logistiche, però non si tratta assolutamente di una seconda scelta: il piccolo arcipelago ha tanta storia alle spalle ed un mare meraviglioso da offrire ai visitatori.
Partiamo il 12 agosto con un volo Air Malta del tardo pomeriggio: a Fiumicino abbiamo tutto il tempo di cambiare i soldi perchè purtroppo l'Euro entrerà in vigore solo a gennaio 2008. Arriviamo a Vallette intorno alle 20.00 ed uno spericolato autista (ci avevano avvisati della guida decisamente sportiva degli isolani!) ci accompagna al nostro appartamento: anche quest'anno, come per Creta nel 2005, abbiamo scelto il cuore della vita notturna dell'isola, St.Julien. Il nostro mega-complesso è il St. George, in grado di ospitare un'infinità di ragazzi in centinaia di appartamentini, molti dei quali uno di fronte all'altro. Questa caratteristica ha da subito coinvolto Niki, il Tenente Sgallaghan, in un'operazione di sorveglianza continua delle nostre vicine e dei nostri vicini...
Usciamo per cena e ci immergiamo nella folla che riempie le vie: le strade ed i locali (tutti ad ingresso libero) sono pieni di giovani italiani, spagnoli, inglesi e tedeschi. Visto che siamo un pò stanchi per il viaggio non ci strapazziamo troppo nella movida, giusto 4 salti in pista ed una water-pipe ai frutti misti!
Il quartiere di notte è fenomenale, ma ovviamente c'è un rovescio della medaglia: la mattina seguente ci accorgiamo che la piccola spiaggia sabbiosa della zona è decisamente sovraffollata e mediocre, mentre nel pomeriggio visitiamo un'insenatura rocciosa, sempre nel quartiere, piena zeppa di cocci di bottiglia rotti... non ci mettiamo molto tempo a capire che per il vero mare maltese dovremo spostarci di qualche km!
Il modo migliore per girare l'isola di Malta è prendere uno dei colorati autobus, dove si viaggia con le porte rigorosamente aperte!
La prima spiaggia da 5 stelle che raggiungiamo è Paradise Bay, a Cirkewwa, nella parte nord dell'isola: mare limpido e sabbia chiara, ci viene difficile uscire fuori dall'acqua!
Contenti per l'ottima giornata di mare, torniamo a casa per la cena e ci prepariamo per il dopo cena. Oramai cominciamo a conoscere tutti i locali e diventa immancabile la tappa all'Edge con consumazione di "tray vodka e red-bull": è un vassoietto con 12 bicchierini, appunto di vodka e red-bull, al prezzo vantaggioso di 3.90 LM (circa 9 euro)... come si può rifiutare una propoista del genere??
La giornata successiva è quella che si rivelerà, almeno per me, la migliore: è Ferragosto e passeremo alcune ore a Gozo, la seconda isola dell'arcipelago maltese.
I traghetti fanno la spola di continuo dal molo di Cirkewwa e la traversata dura solo 25 minuti. Appena arrivati ci procuriamo un tassista per contrattare un servizio per l'intera giornata, al prezzo non proprio economico di 20 LM: c'è da dire che se non si ha una propria auto (e noi siamo ben felici di non dover guidare all'inglese) è molto scomodo far affidamento sul servizio bus di Gozo perchè le corse sono orarie e le varie linee sono dei circuiti che partono e arrivano da Vittoria, la capitale. Come prima destinazione ci facciamo portare a Ramla-Bay, una fantastica spiaggia di un colore rosso vivo circondata da scogliere perfette per lo snorkeling.
Non a caso in un chilometro di nuotata io e Niki abbiamo visto centinaia di pesci ed anche un polipo un pò rimbambito...
Dopo la pausa pranzo il nostro tassista-autista ci porta alla Dwejra Bay, maestosa parete rocciosa sul mare con lo splendido panorama dominato dall'Azurre Window:
Nella parte bassa della foto si intravede il Blu Hole, una voragine in acqua profonda 18 metri collegata con il mare aperto da un arco sommerso a circa 7-8 metri di profondità.
In questa bella vista dall'alto si capiscono bene le dimensioni del "buco" e si vedono le scie di bolle in risalita emesse dai sub in immersione.
Abbiamo approfittato di questa piscina naturale per fare anche una serie di tuffi acrobatici, prima di spostarci nella vicina laguna dell'Inland Sea, collegata col mare aperto da una grotta azzurra con un fondale molto profondo.
Ultime foto ricordo dello splendido paesaggio prima di ripartire verso il porto:
Il nostro Ferragosto procede poi con una cena in un ristorante maltese: io assaggio un risotto tipico ed il brajoli (involtino di carne), ma non sono niente di eccezionale, Save e Niki si buttano su una cena a base di pesce con portate buone ed abbondanti... così come il prezzo: spendiamo in tutto 42 LM (quasi 100 euro!). Proseguiamo la serata con una tappa poco fortunata al casinò, dove non solo il tavolo verde della roulette mi tradisce, ma anche la temperatura climatizzata a circa 12 gradi mi fa venire il raffreddore!
La mattina seguente, per placare un pò il mal di gola, prendo un aulin e ci dirigiamo verso un'altra delle località di mare consigliata dalle guide: Peter's Pool, vicino Marsaxlokk, nel sud dell'isola. Purtroppo questa spiaggia rocciosa non è ben servita dai bus, perciò sappiamo di dover fare un pò di strada a piedi... alla fine della giornata, però, il "pò di strada a piedi" diventerà una camminata sotto il sole di 8 km, tra andata e ritorno, per colpa di un incrocio senza indicazioni dove abbiamo ovviamente preso il bivio sbagliato. A parte la camminata, la baia è formata da piani rocciosi lisci ed orizzontali, con degli strati a picco sul mare perfetti per i tuffi. anche Save, un pò restio a provare, impara a tuffarsi di testa dall'alto ed alla fine del pomeriggio io e Niki ci tuffiamo in avanti da un'altezza di circa 6 metri. Ecco uno scorcio della baia:
Per riprenderci dalla faticosa giornata a cena ci facciamo una scorpacciata di tortelloni al pomodoro, per un totale di circa 4/5 porzioni! Visto che il mio raffreddore/mal di gola non passa (sarà forse perchè invece di stare fermo a riposare continuo a camminare/nuotare/arrampicare?) cambio la strategia medica, passando dall'aulin a qualcosa di più potente... Al risveglio però non ci sono miglioramenti e per tirarmi un pò su prendo una bella red-bull subito dopo la colazione: serve infatti il pieno di energie perchè oggi andiamo alla Blu Lagoon nell'isola di Comino. Ormai conosciamo benissimo la strada, l'imbargo è sempre dal porto di Cirkewwa e la navigazione dura meno di mezz'ora.
Il posto, come si vede, è da cartolina:
Peccato che la spiaggetta dove approdiamo (nella parte bassa della foto) è iperaffollata e fatichiamo a trovare un fazzoletto di scoglio dove poter poggiare almeno gli zaini. Niki risolve un altro problema: come andare dall'altra parte della laguna (nella parte alta della foto) con la macchina fotografica? Semplice, nuota in stile "tedoforo" con un braccio sollevato per tenere asciutta la camedia! Anche da questa parte gli scenari sono magnifici, tanto da far superare a Save il brivido dell'altezza pur di fare una foto sull'orlo del precipizio:
Anche qui il mare è invitante, ricco di insenature e grotte marine: mess ala maschera, io e la Bestia facciamo un bel giro perlustrativo, trovando i soliti branchi di pesci e vedendo anche degli strani millepiedi marini. La corrente p abbastanza forte e non è facile nuotare, però non posso fermarmi e abbandonare la laguna! Sento anche l'acqua abbastanza fredda e praticamente nuoto con la pelle d'oca... mi sa che le medicine non riescono a farmi passare il raffreddore ed ora ho anche un pò di febbre! Dopo un'ora di bagno esco dall'acqua e mi faccio un bel pisolino, per oggi è meglio che non mi strapazzi più... peccato, perchè anche nel pomeriggio Save e Niki continuano a sguazzarsi e a divertirsi nell'acqua trasparente.
Stiamo arrivando alla conclusione della settimana: l'ultima giornata si va a Paradise Beach, nella parte nord-ovest dell'isola. Niki ha la brillante idea, dopo una settimana di filtri protettivi a ripetizione, di mettersi l'"unto" (Aquabronze), così anch'io mi porto la crema "attivatrice " di abbronzatura. Save è un pò più titubante, ma vista la nostra sicurezza decide di non mettersi alcuna protezione: l'equazione è semplice, sole + 0 protezione = mega-rosciolata!


Come degna conclusione della vacanza un ultimo brindisi all'Edge, con l'immancabile tray vodka & red-bull:
In sintesi la vacanza ci ha mostrato il lato naturalistico migliore di Malta, ma ci sarebbe altrettanto da visitare per quanto riguarda l'aspetto storico: in ogni caso una meta da non perdere!

sabato 4 agosto 2007

Buca delle Tassare

Come semplice uscita estiva, giusto per non scordarsi come funzionano croll, maniglia e discensore, decidiamo di andare alla conquista della buca delle Tassare, che con i suoi 320 è la cavità più profonda delle Marche.


Divisi in due macchine (io, Stefano e la Faggi da una parte, Cristian, Luca e Marusca dall'altra), partiamo con comodo dalla Sede alle 8.30 e ci fermiamo a fare colazione in Autogrill. La grotta è tutto sommato semplice, forse il vero problema è trovarla e raggiungerla! Dall'abitato di Serravalle di Carda (PS) si prosegue in auto verso il Monte Nerone. Poco sotto i ripetitori posti in vetta, ad un bivio si prende una sterrata sulla destra con l'indicazione per gli impianti sciistici. Oltrepassato un rifugio sulla sinistra, dopo circa 100 m si incontra un altro bivio dal quale si prosegue dritti per circa 1 km fino a superare una casa sulla sinistra. Poco più avanti, in corrispondenza di una fonte a trocche, si lascia la macchina e si comincia a scendere un sentiero, poi raggiunta una radura, ci si sposta in direzione della cresta che scende ripida; scavalcata una recinzione, ci si inoltra nel boschetto sempre tenendo il sentiero ed in breve si raggiunge il ripido prato finale. Ora bisogna tenere rigorosamente la sinistra, costeggiando dall'alto le pareti rocciose: giunti a quota 1080 m (Piobbico si vede esattamente nel vertice inferiore di una sforcatura rocciosa del monte antistante), si lascia il prato e si piega per un sentierino che, unicamente in questo caso, permette di discendere sotto la parete che sinora è stata seguita sul suo bordo superiore.
In breve si raggiunge l'ingresso della Buca, un condotto basso parzialmente ostruito, posto ai piedi della parete rocciosa.
Nemmeno siamo entrati e già c'è il primo problema: la Coca-Cola che Luca ha bevuto in autostrada gli ha smosso lo stomaco (...e non solo) perciò preferisce aspettare che la gravità faccia il suo dovere e lo aiuti a liberarsi del doloroso fardello che lo attanaglia! Marusca aspetta pazientemente con lui, perciò intanto ci avviamo all'interno in quattro. Particolare che si rivelerà importante: io sono l'unico a non essere mai stato alle Tassare. Completata la vestizione accendo l'acetilene ed entro per primo al fresco, aspettando gli altri nel primo ambiente che ho trovato: mi guardo intorno e vedo che a parte i pipistrelli, nella grotta ci sono tutti gli animali possibili... ragni, millepiedi, geotritoni e pure falene!
All'arrivo degli altri proseguiamo lungo l'unico corridoio alla ricerca dello scivolo iniziale di 5 m che va armato con la corda che ci siamo portati. Il fondo è molto scivoloso e nei pochi bivi che incontriamo è faticoso risalire... strano, perchè la grotta dovrebbe essere tutta in discesa! Arriviamo finalmente ad un saltino, ma è disarrampicabile e non certo di 5m. Lo scendiamo e più avanti incontriamo sbuchiamo in mezzo ad una galleria con una spaccatura che la percorre nel mezzo: gli altri si ricordano benissimo la spaccatura, perciò dovrebbe essere vicino un pozzo già armato. Ci dividiamo in esplorazione ma le uniche cose che troviamo verso il basso sono tanti insetti/animaletti (perciò nei pressi di un ingresso) e verso l'alto una corda che risale: dopo soli 60 minuti di vagabondaggio speleologico ci viene il leggerissimo sospetto che abbiamo sbagliato strada e che stiamo andando verso l'ingresso alto...
Tornando indietro per chiedere informazioni al più esperto Segretario sveliamo il mistero: immediatamente dopo essere entrati si deve svoltare in a sinistra, mentre io che non sapevo niente della grotta avevo aspettato gli altri qualche metro più avanti!! Porc...
Ripartiamo più gasati che mai verso il fondo, trovando lungo la strada il famoso scivolo scivoloso da armare, il pozzetto da 5m e la famigerata spaccatura da seguire.
Si procede bene e spediti, lo sviluppo è in discesa ma si cammina per la maggior parte del tempo. Gli ambienti sono grandi, completamente asciutti e molto "lucenti" per le numerose colate di gesso. Non si può sbagliare strada, l'unico dubbio è ad un bivio in cui bisogna mantenere la destra perchè il ramo principale, quello di sinistra, porta alla Sala Vittoria che più avanti chiude.
Dopo la pausa pranzo arriviamo al laghetto che sovrasta il Pozzo Maucci: fa un pò impressione osservare che non c'è una sola goccia d'acqua, mentre è ben visibile il segno del livello usuale.
Cristian decide di aspettarci qui, ha un ginocchio malconcio che comincia a dargli fastidio.
Se la Buca fin'ora era stata una speleo-passeggiata piacevole, adesso inizia il pezzo veramente bello e gustoso: il pozzo terminale è alto 58 m e per raggiungere l'attacco del tiro su vuoto da 36 m bisogna aggirare quasi completamente sulla sinistra l'ampia bocca della cavità, ampia una ventina di metri, con una serie di traversi abbastanza impegnativi. Nonostante l'errore iniziale continuo a fare io da guida e mentre avanzo ai margini della voragine fa una bella impressione vedere gli altri ben distribuiti, chi + in alto chi + in basso, tutt'intorno alla cavità.
In men che non si dica arriviamo alla base del Maucci, continuiamo a scendere loscivolo sulla sinistra ed arriviamo nella bassa saletta che costituisce il fondo fangoso della grotta. Un'ultima sorpresa: sulla destra della saletta c'è una perfetta vasca scavata nella roccia con almeno un metro e mezzo di battente d'acqua cristallina coi riflessi azzurri... C'è anche un tubo messo a mò di sifone che sembra abbastanza inutile (il piccolo specchio d'acqua non sembra avere sbocchi sommersi) comunque lo innesco e inizio a far svuotare l'acqua: con la portata che aveva forse oggi la vaschetta si è svuotata del tutto!
Risaliamo veloci ed usciamo presto, ritroviamo Luca (non si è ancora "liberato" dei dolori) e Marusca (scoprirà un nuovo ramo la prossima volta) ed affrontiamo insieme la vera sfida della giornata: la terribile risalita alle macchine!