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domenica 31 maggio 2009

Alla scoperta della miniera abbandonata

Per chi come me è appassionato di archeologia industriale e di speleologia, ci sono luoghi che più degli altri rappresentano una meta ambita ed hanno un'attrazione quasi magnetica: le miniere.
La riscoperta di questi ambienti costruiti con la forza ed il sudore dell'uomo può riservare delle incredinili sorprese, come nel caso dell'ex miniera di ferro che abbiamo visitato in occasione del ponte del 2 Giugno.
Armati di pazienza, una fotocamera, due flash e batterie a volontà ci siamo gustati questa bellissima "escursione" nelle Apuane.
Poichè penso che gli scatti si commentano da soli, pubblico alcuni dei migliori, ricordando però di usare sempre la massima attenzione quando si visitano luoghi come questo.
Ovviamente è doveroso un ringraziamento ai compagni minatori che mi hanno accompagnato in questa avventura ed hanno dato un fondamentale aiuto per la riuscita delle foto: grazie a Valentina, Maurizio e Roberto.
Un'ultima chicca: ecco un raro documentario che illustra le terribili condizioni di lavoro dei minatori...
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An amazing journey into the abandoned iron mine, discovering the old Decauville structures and machines.

giovedì 28 maggio 2009

10'000

Oggi questo blog ha raggiunto le 10'000 (DIECIMILA!) visite, per un totale di 24'216 pagine scaricate... che dire, grazie di cuore a tutti i visitatori!

domenica 17 maggio 2009

Icnussa 2009 - La Gola del Gorropu

Non si vive di sole grotte, perciò la giornata di oggi del GSS sarà dedicata al trekking in uno dei Canyon più suggestivi d'Europa: la Gola del Gorropu.
L'escursione organizzata a cui partecipiamo tutti (io, Simona, Maurizio, Stefano, Chicco, Alessia e Salvo) segue in itinerario piuttosto classico, ma non banale e comunque molto piacevole e gustoso.
L'incontro con gli altri escursionisti e soprattutto con la nostra ottima guida Gianni, dello Speleo Club Oristanese, è proprio all'inizio della stradina panoramica a precipizio su Urzulei che si imbocca dalla SS125.
L'avvicinamento è lo stesso che si compie per raggiungere la grotta Donini e lungo le tipiche sterrate immerse nel verde si incontrano decine di animali liberi: immancabili i numrosi maiali selvatici (che vedrei molto bene anche sopra uno spiedo...)
Lasciate le macchine nella "rotatoria" di parcheggio, ci incamminiamo verso la Codula sotto la quale si sviluppa la Donini: in superficie non c'è scorrimento d'acqua perchè il flusso è intercettato completamente dal sistema carsico ipogeo, perciò la progressione avviene saltellando sui massi del letto.
Dopo alcune centinaia di metri lasciamo il torrente, che più avanti diventa sempre più inforrato e impervio, risalendo sul pianoro che sovrasta la sponda destra della vallata. La vista da quass'ù si fa da brivido
non tanto per la Gola che si intravede in lontananza, quanto per lo strapiombo verticale di circa 200m che abbiamo sotto di noi!
E da qui l'escursione si fa molto interessante. Gianni ci comunica infatti che dobbiamo abbassarci di quota per raggiungere il torrente ai piedi della Gola: per farlo cominceremo con lo scendere la "scala nuragica", che in realtà è un ripidissimo sentiero abbarbicato sul costone roccioso! Questa è una vista dall'alto...
e questa una ripresa dal basso...
Che discesa! Dopo questo passaggio da brivido ci restano solamente altri 120m di dislivello da recuperare, ma almeno su un sentiero più normale (si fa per dire!)
Alla fine arriviamo sani e salvi nella zona di sbocco della Donini. Le uscite sono in realtà 2: una nella parte ormai inattiva, a ridosso di un terrazzino di roccia
con questo panorama

l'altra invece sbuca direttamente sulla parete calcarea, con una cascata di 47 m che dal nostro punto di vista non riusciamo però a vedere.
Continuiamo a scendere e finalmente, dopo 2 ore e mezzo di cammino, raggiungiamo il torrente al fondo della gola.
La scarpinata ètutt'altro che finita, perciò avanziamo seguendo il corso d'acqua circondati da un ambiente maestoso.
Stavolta siamo davvero vicini alla meta: pranziamo in un punto dove si procede solamente usando la corda (o saltando in acqua da 4 metri d'altezza, con le imponenti pareti del Gorropu che si stagliano davanti a noi
Per la via del ritorno Gianni ha in serbo una sorpresa: non rientreremo seguendo il percorsodelritorno, ma con un giro ad anello risaliremo lungo la sponda sinistra della Codula. In questo modo abbiamo tra l'altro l'occasione di ammirare la cascata "Su Cunnu 'e Sebba" all'uscita della Donini
Ultima tappa dell'interessantissimo trekking è la visita ad un lago sotto il primo salto all'inizio della Codula
Sulla roccia affiorante sono ben visibili decine di fossili, dalle classiche ammoniti a questi strani "fusilli"
Si conclude un'altra bella uscita del Raduno, come sempre torniamo al nostro accampamento affamati, soddisfatti e pronti per un'altra avventura nel Supramonte di Urzulei.

martedì 12 maggio 2009

Icnussa 2009 - Grotta Donini

Così come abbiamo cominciato alla grande la nostra settimana sarda con l'escursione a Su Palu, non possiamo certo farci mancare un gran finale con un'altra perla dell'Ogliastra: la Grotta Donini, che in pratica è una forra ipogea che si sviluppa per 1 km e che termina all'esterno con un salto di 47 m.
Anche in questo caso l'avvicinamento da Urzulei non è molto complicato, basta ritornare sulla SS125 direzione Nord (Dorgali) e dopo circa 3 km dal bivio si svolta a sinistra su una stradina panoramica a strapiombo sul paese. Si segue questa via per altri 2.5 km, fino ad un ultimo bivio dove si mantiene la destra. A questo punto ci ritroviamo su una sterrata che attraversa un magnifico altopiano, caratterizzato dal tipico paesaggio carsico e dalla presenza sorprendente di decine di animali liberi (mucche, maiali, capre, pecore, asini, cavalli...). La strada, se così si può chiamare, prosegue fra saliscendi e, trascurando altri sterrati secondari, si attraversa la parte alta della Codula di Orbisi su di un ponte e si prosegue fino agli ovili di Campos Bargios. Dopo alcune centinaia di metri la strada diventa lastricata, ma comunque abbastanza sconnessa (meglio non affrontarla con un'auto troppo bassa o sportiva). Si prosegue poi in mezzo al bosco su strada sempre lastricata fino alla zona di parcheggio, una rotonda intorno ad un leccio dove termina il lastricato.
Oggi siamo in formazione ridotta (io, Simona, Chicco e Maurizio) ed in pochi minuti siamo pronti per partire, ovviamente con i caschi speleo ma l'attrezzatura tipica da forra (comprese 2 corde da 60 m).
Dovremmo conoscere più o meno il sentiero per l'ingresso, sia perchè Chicco c'è già stato, sia perchè ci siamo passati vicino durante il trekking alla Gola del Gorropu.
Comunque saliamo sul dosso dove si trovano gli ovili di Sedda Arbaccas (Colle delle Vacche) e da qui una traccia di sentiero ci conduce in un baleno nel greto asciutto della Codula. Il pozzetto di ingresso, che per il raduno è attrezzato con una corda fissa, è qui da qualche parte... ma dove?? Dopo qualche minuto di ricerca troviamo l'imbocco in posizione un pò rialzata sulla destra dell'alveo, circa 300 metri a valle del nostro punto di discesa nel letto del torrente.
Con la muta durantre l'avvicinamento ho già un caldo boia, perciò la frescura che mi avvolge appena mi calo nell'oscurità della grotta è più che un piacevole abbraccio.
I primi ambienti della traversata sono piuttosto asciutti, bassi e con diversi cambi di direzione (all'entrata non bisogna seguire il ramo indicato con "la via del mondo"), però man mano che procediamo i volumi delle sale si ingrandiscono assieme alla quantità d'acqua.
La calata dal primo dei 3 salti principali termina su un lago profondo dove si comincia a nuotare, seguendo lo sviluppo principale della galleria e riposandosi di tanto in tanto sui depositi di sabbia e ghiaia.
Ci troviamo in un ambiente nuovo e a dir poco strano, ma in fondo non capita tutti i giorni di nuotare e seguire un torrente di montagna all'interno di una grotta!
Nonostante l'abbondante presenza di acqua, durante la progressione sono tentato spesso di tirare fuori la fotocamera dal barattolo stagno, ma ogni volta che scatto una foto l'umidità dà problemi (compreso un minaccioso "Errore 13" apparso per la prima volta in 3 anni sul display!). Comunque non demordo e continuo ad immortalare questi magnifici ambienti con l'aiuto dei LED-men!
Ma proprio dopo questa immagine, con l'autoscatto impostato per poter comparire anche io in una foto, avviene il dramma: il treppiedi perde aderenza sulla roccia umida e "PLUF", mi giro giusto in tempo per vedere il bagliore del display sprofondare nel laghetto!
Mi fiondo, anzi mi tuffo a recuperare la fotocamera e mentre la sollevo sopra il pelo dell'acqua il timer la fa scattare, prima di spegnersi definitivamente:
Abbandonato dalla "compagna fedele" di tante avventure (dal fondo del Cucco alla Spluga della Preta) proseguo lungo i meandri della grotta-forra, sperando vivamente che almeno la memory card non abbai subito danni...
Dopo un paio d'ore di Donini, alla fine ci avviciniamo all'uscita: in questa parte la luce del sole comincia ad insinuarsi tra le strette pareti di roccia, accendendo di colori intensi l'acqua limpida in cui nuotiamo
Le emozioni cominciano a farsi forti: ci affacciamo infatti a 3-4 metri d'altezza su una piscinetta pensile, che si estende a mò di balcone sul panorama esterno della Codula, a circa 50 m dal fondo! Con un salto su questa ultima "piscinetta con vista" arriviamo al traverso ed all'attacco della cascata finale. Questa uscita attiva della Donini è da tempo conosciuta dai pastori, che vedendola dal versante opposto l'hanno ribattezzata "Su Cunnu 'e s'ebba", un'espressione colorita che Simona preferisce tradurre con "la patatina della cavalla" (a quanto pare la morfologia del getto d'acqua che esce dalla spaccatura nella roccia ricorda proprio un'equina che urina...).
Nome a parte, la calata è fantastica, con una bella visuale sulla vallata circostante.
Bella grotta, davvero, peccato sia già finita.
Per il rientro ci dirigiamo sulla sinistra, risalendo la collinetta sul versante sinistro della Codula. Qui sopra si raggiungono le tracce di sentiero e gli "omini di pietra" che segnalano la via per rientrare alle auto.
Anche oggi la Sardegna ci ha mostrato una delle sue meraviglie, peccato solo per la mia fidata Canon, caduta con onore durante il servizio... eccola con il display ancora grondante di acqua:

giovedì 7 maggio 2009

Icnussa 2009 - Grotta Su Palu

Per la prima escursione del raduno Icnussa 2009 decidiamo di partire subito in grande: oggi andremo alla "conquista" della Grotta Su Palu, una delle più belle e particolari della Sardegna.
Siamo tutti abbastanza eccitati, perciò la sveglia molto mattutina ed il tempo non proprio primaverile non ci scoraggiano: io, Simona, Maurizio, Chicco e Stefano siamo determinati e pronti all'avventura!
L'avvicinamento da Urzulei non è difficile, basta infatti riprendere la SS125, direzione sud, e raggiungere il primo bivio: la stradina sulla sinistra (con indicazioni per "Codula di Luna") va percorsa per intero, fino alla conclusione in uno spiazzo sterrato. Da questa zona di parcheggio, dove ci si cambia e si prepara l'attrezzatura, si segue la via che costeggia il fiume (NON va preso il ponticello di legno). Dopo pochi minuti si incontra un sentiero che risale di una decina di metri sulla destra, proprio affianco ad un enorme albero sradicato ed abbattuto: l'ingresso è qui, dientro un cancello metallico.
La grotta è armata e soprattutto la direzione principale da seguire è segnalata da piccoli catarinfrangenti, perciò non perdiamo tempo per trovare il percorso giusto.
Dopo un primo passaggio basso si scende su un pozzetto stretto, dal quale si raggiunge una prima saletta concrezionata.
Mi fermo ad aspettare gli altri e già comincio a sentire il rumore dell'acqua che comincia a scorrere più avanti.
Una volta raggruppati tutti, in pochi minuti scendiamo un lungo ed ampio salone inclinato e raggiungiamo il corso d'acqua sotterraneo.
Ormai è questione di pochi metri ed in un attimo arriviamo allo pseudo-sifone: si tratta semplicemente di un passaggio particolarmente basso che deve essere attraversato strisciando, con l'acqua FREDDA che arriva a lambire il mento. In questi casi ci sono due tecniche:
1>attraversamento da vestiti, che dovrebbero dare un minimo di protezione termica e che col caldo della grotta si asciugano molto in fretta
2>attraversamento "al naturale", in maniera da mantenere asciutto l'abbigliamento.
Indovinate qual'è il metodo preferito da Chicco...
Da qui in avanti la progressione diventa sempre più spettacolare con l'aumentare della presenza dell'acqua: prima si incontrano rivoli e laghetti...
...fino a trovarsi velocemente a seguire il corso di un fiume sotterraneo (spesso con le gambe in ammollo). Si tratta del White Nile, che prosegue all'interno della grotta via via sempre più impetuoso. Nel tratto più impervio, dove la camminata è interrotta da una fragorosa cascata ed il livello dell'acqua è notevole, un passaggio su alti traversi permette un momentaneo by-pass del corso.
Ci stiamo ormai avvicinando al grande Lago Sifone, punto di confluenza tra i due corsi d'acqua sotterranei di Su Palu. Questo salone è lungo 80m ed alto circa 20m, perciò non è facile immortalarlo in foto.
Dopo un pò di tentativi e grazie al nuovo impianto LED (ribattezzato Supernova) di Chicco riesco ad immortalare questa fantastica panoramica:
Si distingue chiaramente la galleria scavata dal Blu Nile prima della confluenza (dal vivo tutti questi dettagli sono pressochè invisibili). Le bellezze di Su Palu non sono certo finite, perciò ancora ammirati dal belvedere risaliamo verso il campo di El Alamein, caratterizzato da un pianoro sabbioso con un clima quasi tropicale.
Dopo un pò di riposo continuiamo ad avanzare seguendo la via più ovvia (da questo punto in avanti non ci sono più i segnali catarinfrangenti) e raggiungiamo la zona "Lilliput". Come suggerito dal nome, si tratta di una serie di ambienti mostruosamente grandi, con altezze anche di 70-100m, dove qualsiasi impianto di illuminazione (acetilene, led, supeled) riesce a raggiungere solo le superfici più vicine.
Proseguendo oltre, verso le "Terre di Mordor", imbocchiamo una via che si sviluppa in uno stretto canyon ormai asciutto. Ritrovare il tipico ambiente da forra all'interno di una grotta mi fa uno strano effetto... ma d'altra parte qui a Su Palu le particolarità sono tante. Visto l'orario la nostra "esplorazione" sta per concludersi, non prima di un'ultimo scatto ai cristalli del "Tesoro di Morgan"
Durante il ritorno continuiamo a goderci i vari passaggi tra questi ambienti più unici che rari. Via via che mi avvicino all'uscita, si fa strada in me un'unica idea: questa è stata la più bella uscita spelologica fatta fin'ora.

martedì 5 maggio 2009

Icnussa 2009

Il raduno internazionale di speleologia 2009 ha una sede davvero imperdibile: Urzulei in Sardegna. Non potevamo certo farci sfuggire l'occasione per vivere una settimana ghiotta a stretto contatto con la natura, sopra e sotto terra, perciò abbiamo organizzato una degna spedizione per tenere alto l'onore del GSS anche in terra sarda!
Grazie a tutti i partecipanti (Simona, Maurizio, Stefano, Chicco, Alessia, Salvo) per i bei momenti trascorsi, a tutti gli organizzatori per il lavoro svolto e a tutti gli abitanti del posto per la calorosa accoglienza.
Le avventure da ricordare sono tante, ma i ricordi più belli sono legati soprattutto alle uscite speleo alle grotte Su Palu e Donini e al trekking lungo la gola del Gorropu.