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domenica 22 giugno 2008

Alpinismo giovanile - Forra del Presale

Le condizioni meteo (finalmente estive!) ci hanno permesso di recuperare l'uscita sociale alla forra del Presale, sul Monte Nerone, con i ragazzini dell'Alpinismo Giovanile.
Sono passate infatti 2 settimane da quando avevamo dovuto annullare l'escursione per le eccessive piogge, ma almeno oggi possiamo goderci il torrente con una discreta portata d'acqua, fatto decisamente insolito per la fine di Giugno.
Tra "grandi" e "piccoli", la rappresentanza del CAI Senigallia oggi è veramente molto numerosa... per fortuna ci divideremo in due gruppi: i bambini più piccoli si godranno un sentiero di trekking, gli altri (con età comprese tra 10 e 16 anni) verranno "in ammollo" con noi!
Nonostante l'evidente sovraffollamento (abbiamo un gruppo di fabrianesi davanti ed uno umbro alle spalle) la discesa va per il meglio: in 8 accompagnatori riusciamo a gestire bene i 10 ragazzi, che alla faccia della giovane età si rivelano molto avventurieri. Per la prima calata di circa 8 m allestiamo una corda "teleferica" per tenere i bambini lontani dalla cascatella, evitando che si bagnino: loro però diventano subito impazienti perchè in realtà non vedono l'ora di bagnarsi.
I loro desideri si avverano poco dopo: proseguendo lungo il torrente, infatti, ci si cala in begli ambienti con un discreto scorrimento e dopo aver superato qualche cascata i ragazzini iniziano a rimpiangere di non avere la muta!
Oggi c'è anche l'occasione di testare la Action-Cam di Mattia, ecco il risultato delle sue doti da Spielberg:

...
Dopo 5 ore lungo il torrente usciamo fuori dalla vallata e ci ricongiungiamo con gli altri: un'ottima domenica per tutti.

sabato 21 giugno 2008

Archeologia industriale - La Miniera di Percozzone

Il bacino estrattivo di Cabernardi in passato si estendeva anche fino a Vallotica (Percozzone), dove un ulteriore pozzo immetteva direttamente nella parte nord del sistema di gallerie della miniera.
Questo centro minore (e sicuramente meno conosciuto) riesce a conservare gran parte delle strutture originarie, soprattutto perchè è situato all'interno di una pineta che lo isola dall'esterno e in un certo senso lo mimetizza.
Delle varie sezioni dell'impianto passato
ora restano gran parte degli edifici, anche se i tetti hanno spesso ceduto,

la ciminiera del vecchio impianto a vapore,
ed il grande argano che movimentava le cabine su e giù per il pozzo

Purtroppo non rimane niente della struttura esterna del pozzo, che ormai è chiuso e sigillato come tutti gli altri ingressi della miniera.
Da qui iniziava il faticoso e pericoloso viaggio sotterraneo dei minatori: anche da Vallotica le gallerie e le discenderie si ricollegavano con il 15° livello, vero asse di comunicazione di tutta la miniera. Tale galleria ospitava due binari paralleli lungo i quali i carrelli (spesso trainati da muli) raccoglievano lo zolfo convogliandolo alla base dei pozzi di estrazione.
Anche questo sito, come quello di Cabernardi, diventerà parte integrante del costituendo Parco Minerario e rappresenta un altro possibile varco di esplorazione per il progetto del GSS.

Urban ruins: the industrial heritage project of re-discovering the old Percozzone sulphur mine complex is began, let's hope it will be a success.

martedì 17 giugno 2008

Archeologia industriale - La Miniera di Cabernardi

Sono ormai passati due anni da quando il Geom. Baldoni mi ha parlato per la prima volta della Miniera di zolfo di Cabernardi, piccolo centro nel Comune di Sassoferrato.
Mi ha subito affascinato questa realtà, ora poco conosciuta, che nei decenni passati aveva portato Cabernardi ai massimi livelli europei per estensione e produzione: il complesso aveva raggiunto una profondità di circa 800 m (600 m sotto il livello del mare!) ed uno sviluppo di 40 km suddiviso in 21 livelli.
In vista del 50° anniversario della chiusura definitiva dell'impianto estrattivo (5 maggio 1959) sono riuscito a coinvolgere il Gruppo Speleologico Senigalliese, il Comune di Sassoferrato e l'Associazione culturale "la Miniera" per valutare la fattibilità di una riscoperta della miniera, per valutare lo stato dei luoghi e documentare, anche in fotografia, i cambiamenti subiti dalle strutture nel tempo. Il primo sopralluogo è stato molto interessante e dopo una visita al Museo della Miniera siamo stati "in campo" per vedere da vicino quel che resta dell'impianto estrattivo e lo stato dei vari accessi.
La struttura principale e la più rappresentativa è sicuramente il Pozzo Donegani
vera ed imponente porta d'accesso per il faticoso mondo sotterraneo dei minatori

Certo lo stato attuale, dopo mezzo secolo di abbandono, non è dei migliori...
In ogni caso anche il solo intravedere l'interno del pozzo mi dà speranze per una possibile esplorazione delle antiche gallerie.
E' presto per dire se tale progetto potrà avere un compimento (ci sono molti aspetti da risolvere), però dalle prime reazioni delle persone coinvolte mi fa piacere notare come la miniera possegga ancora una forte connotazione evocativa che attira l'attenzione, la curiosità ed il timore della gente.

Urban ruins: the industrial heritage project of re-discovering the old Cabernardi sulphur mine complex is began, let's hope it will be a success.

domenica 1 giugno 2008

Forra del Palvico

Ritemprati da una bella dormita in malga dopo l'impresa alla Spluga della Preta, la truppa d'assalto del GSS (+ Lello e Antonio) è pronta a trasferirsi per la seconda tappa del lungo weekend: stavolta la meta è una delle forre più graziose della zona settentrionale del Lago di Garda, lungo il torrente Palvico.
Per l'occasione avremo un accompagnatore con la "A" maiuscola: Cristian Vento, presidente dell'Associazione Italiana Canyoning.
Diciamo subito che la percorrenza è abbastanza breve (circa 2 ore) però molto gustosa, perchè piena di salti, scivoli, parti ingrottate ed una fantastica calata finale da una cascata di 55 m.
Servendo la spola con le auto fra partenza e arrivo, decidiamo di incontrare Cristian al termine della forra: provenendo da Riva del Garda, poco prima di entrare nel centro abitato di Storo (TN) si deve imboccare una strada sulla destra poco prima di un ponte (in pratica appena finiti i tornanti in discesa) che porta alla centrale idroelettrica ed al parco fluviale. Lungo questa stradina si lascia un'auto con i ricambi asciutti.
Per dirigersi poi all'imbocco della forra si ripartire in direzione di Riva del Garda per circa 3,5-4 km, fino ad un grande spiazzo sulla destra, sicuramente con altre macchine. C'è anche la possibilità di parcheggiare nell'altro lato della carreggiata: qui non resta che cambiarsi ed in 10 secondi si scende sul letto del torrente.
Per la verità i primi 10-15 minuti di progressione non sono entusiasmanti, si deve solo saltellare/nuotare tra i massi...
...ma in poco tempo le pareti rocciose si stringono, la corrente si fa più impetuosa e cominciano anche i tratti al coperto in piccole grotte.
Come ci si aspetta da una vera forre, poi, non manca la possibilità di saltare da 3-6 metri di altezza.
Proseguendo verso il basso c'è anche un piccolo toboga ed infine, dopo alcune discese su cascatelle, arriviamo al punto più mozzafiato della forra: il salto finale da 55 metri:
Non si direbbe, ma tra i puntini che si scorgono in basso, distesi sulla riva, ci sono Barbara, Lello e Marusca!
Cristian fa da sicura e io non vedo l'ora di calarmi: eccomi tranquillo sulla cima della cascata mentre mi calo godendomi la vista fenomenale...
Se vi trovate dalle parti di Storo fate un giro almeno al parco fluviale, questo panorama merita in pieno una visita.