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domenica 5 ottobre 2008

"Armageddon" a Voragine Boccanera...

...ovvero prove e tecniche d'armo in grotta!
Certo il nome della "missione" è un pò esagerato, comunque lo scopo dell'uscita di questa domenica è ugualmente importante: con Cristian abbiamo pensato di allenarci in una cavità che non conosciamo ed ovviamente non attrezzata. La Voragine Boccanera si apre nel versante orientale del Monte Cucco ed è caratterizzata essenzialmente da un traverso e da due pozzi importanti (Beat e Miliani).
Si uniscono a noi nell'esplorazione di questa "novità" anche Luca, Mattia e Simona (quest'ultimi ancora non sanno di essere stati eletti "Disarmageddon"...).
L'avvicinamento non è troppo impegnativo: si parcheggia a Pian delle Macinare e si prosegue a piedi lungo il Sentiero 1 (quello che porta a Val di Ranco, altra località dalla quale si può accedere all'imbocco). Dopo un tratto piuttosto pianeggiante e superato il Passo del Lupo, si comincia a scende lungo il versante. Quasi al termine della discesa più ripida parte a sinistra il Sentiero 16 (sono ben segnate le indicazioni per la minuscola ferrata di Boccanera) che in pochi minuti porta all'ingresso basso della cavità.
Arriviamo qui già accaldati, anche perchè abbiamo con noi abbastanza materiale (in realtà per visitare tutta la grotta basterebbero una corda da 60 m ed una da 90 m, oltre che una quindicina di moschettoni ed una fettuccia, ma noi abbiamo più roba).
Comincio io ad armare il traverso (corda da 60) che aggira il grande scivolo sovrastante il Pozzo Miliani e che porta ad un passaggio non molto visibile esattamente nella parte opposta dell'ingresso.
In questo punto è importante fare attenzione a non scaricare ciottoli sui compagni eventualmente a valle, ma soprattutto fare molto rumore per avvertire gli escursionisti che a volte raggiungono l'ampio atrio della Callara (ingresso alto del sistema): è fin troppo facile, infatti, che da qui si stacchino grossi blocchi, o anche che qualcuno butti qualche masso per "sentire" quanto è profondo l'abisso, con conseguenze terribili per i malcapitati speleoologi.
Ritornando al mio traverso, ho fatto la mia figura da idiota non vedendo il piccolo buco che immette nel pozzo Beat e quindi sendendo troppo in basso... vabbè, capita!
Dopo questa strettoia è il turno di Cristian con la corda da 90 m con la quale armare il pozzo Beat (5 spit ed 1 armo naturale).
Il bello della grotta, si fa per dire, comincia adesso perchè giunti in un vasto ambiente la prosecuzione + in uno stretto passaggio sotto frana. Già in discesa non è facile avanzare... almeno la gravità dà una mano per superare un bel tratto angusto che termina su uno scivolo di pochi metri, già armato.
Siamo ormai negli ambienti terminali e dopo un pò di cammino su vie molto fangose e scivolose raggiungiamo Sala del Canto, caratterizzata da scorrimento d'acqua che proviene da una imponente marmitta scavata nel calcare.
La via del ritorno, come prevedibile, si rivela molto faticosa non tanto per il fango scivoloso che costringe a salire gli scivoli tirando fuori gli artigli per aggrapparsi, quanto per la difficoltà nel far avanzare gli zaini lungo i tortuosi budelli... alla fine e senza troppi lamenti, comunque, torniamo nell'ambiente ben più ampio del Pozzo Beat. Qui in risalita tocca a Mattia sperimentare il divertimento di disarmare un pozzo...
Ritornati alla fine del traverso iniziale, ancora illuminati dalla luce del sole che passa attraverso le due aperture degli ingressi, decidiamo ovviamente di scendere anche nell'altro fondo, a circa -80 m di quota.
Stavolta tocca a me il ruolo di "armatore" e dopo aver perso un pò di tempo per trovare gli ancoraggi migliori e più recenti (4 spit per i frazionamenti) mi calo nel vuoto in un maestoso ambiente circolare di 12 m di diametro.
La particolarità di questo fondo è che la luce diurna riesce comunque a filtrare fino al pavimento, costituito da una grossa frana che nasconde e impedisce la scoperta di ambienti probabilmente enormi.
Ormai la spedizione sta per concludersi, resta giusto la fatica di disarmare che stavolta tocca a Simona.

La giornata è stata lunga (siamo usciti col buio) e abbastanza faticosa ma sicuramente molto gratificante, peccato solo che non ci siano foto e video che mostrino l'orrore che si è impossessato di Simona quando nel buio assoluto una creatura ipogea, perfettamente mimetizzata con la tua infangata, è sbucata da una nicchia nella roccia e l'ha assalita... spettacolare!!!

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