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sabato 20 novembre 2010

Aventuras en México: Chiapas

Dopo mesi di febbrile attesa e preparazione dettagliata finalmente è arrivata l’ora del nostro lungo viaggio alla scoperta del Messico, un grande paese che ha molto da offrire ai viaggiatori disposti a scoprire le sue vere meraviglie.
Prima del trasferimento in Yucatan, la prima parte della nostra spedizione itinerante si è sviluppata in Chiapas, un territorio decisamente poco urbanizzato in cui la natura e la giungla la fanno ancora da padroni.
Di seguito alcuni appunti, racconti e consigli di viaggio…

MESSICO ON THE ROAD: GUIDARE IN CHIAPAS
Proprio perchè consapevoli di dover guidare per circa 800 km abbiamo deciso di noleggiare un’auto di categoria media piuttosto che una minuscola citycar, ma nonostante questo i viaggi in Chiapas (9 ore da Villahermosa a S. Cristobal e 5 ore da S. Cristobal a Palenque) sono stati decisamente… avventurosi.
I paesaggi che si incontrano sono sicuramente molto suggestivi, con la vegetazione rigogliosa che circonda lo sguardo in ogni direzione.
Quello che colpisce di più un guidatore europeo, tuttavia, è lo stato delle strade ed in generale dei veicoli. Innanzitutto qui la parola d’ordine è “topes”, dei dossi artificiali in cemento alti una ventina di cm che impongono di rallentare fino quasi a fermarsi se non si vuole distruggere la propria auto. Ce ne sono a dozzine e nonostante il fastidio dei continui stop & start devo ammettere che senza ombra di dubbio assolvono perfettamente al loro scopo. Altra particolarità del Chiapas sono i veicoli: oltre ai cari vecchi maggioloni, qui ancora ben presenti in tutti i modelli e colori disponibili, girano molti trabiccoli che probabilmente non hanno effettuato una revisione dal secolo scorso…
Si incontrano spessissimo, poi, i furgoncini che trasportano quotidianamente i lavoratori dai piccoli centri abitati, spesso costituiti da un agglomerato di casine e capanne,
verso i luoghi di lavoro: visto che tutti hanno un proprio machete, presumiamo che si tratti di raccoglitori di banane o altre piante. Ad ogni modo, questi furgoncini sono stra-carichi di persone sia all’interno che all’esterno
Fa decisamente una certa impressione vedere le persone tranquillamente “appese” mentre i veicoli sfrecciano su queste tortuose strade.
Parlando di queste strade interne del Chiapas, poi, non possono essere tralasciati i “lavori in corso”: spesso ci sono tratti di carreggiata franata o in manutenzione dove, senza molto preavviso, ci si ritrova con un’unica corsia per entrambi i sensi di marcia, magari realizzata su fango e breccia solcati qua e la da crateri allagati…
Viaggiando per ore all’interno di territori molto boscati, in cui il centro abitato più grande è costituito da poche case, 2 mini spacci alimentari ed una chiesa, come si fa a far rifornimento? Nessun problema, troverete di sicuro un posto come questo:
La benzina è venduta a taniche, versate nel serbatoio con un imbuto ricavato da una bottiglia di Coca-Cola… effettivamente non serve altro!
Ultima annotazione riguarda i posti di blocco della polizia federale e dell’esercito: sono numerosi, per via della lotta al narcotraffico che il governo federale sta portando avanti, ma nonostante i vari controlli dei documenti non ci hanno dato minimamente problemi, anzi danno quasi un senso di maggiore sicurezza e controllo.
Per concludere, comunque, non bisogna avere timore di guidare in Messico, semplicemente bisogna stare attenti durante la guida perché le condizioni di viaggio sono abbastanza diverse dalle nostre usuali.

SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS
Questa cittadina sorge in piena montagna a pochi chilometri dall’aeroporto di Tuxla Gutierrez, perciò è sicuramente più semplice raggiungerla in aereo piuttosto che in auto da Villahermosa. Si trova a circa 2.200 m di quota e più che per le sue numerose Chiese
è famosa sia tra le numerose popolazioni locali che tra i pochi turisti per via del suo mercato quotidiano: qui infatti si incontrano contadini, artigiani, allevatori e negozianti per vendere un po’ di tutto.
Frutta, verdure, spezie, pelli, carni e vestiti, il tutto ordinatamente esposto ed affiancato senza troppa logica (come ad esempio lo stoccafisso affianco al banco dei dolci non è proprio il massimo)…
Questo mercato è quanto di più distante dai nostri centri commerciali si possa immaginare, ma più che l’impressione di povertà e poca pulizia quello che balza agli occhi è la sensazione di unione, incontro e partecipazione creata proprio da questo grande mercato che ha un enorme bacino d’utenza.
Se volete comprare qualcosa ricordate la regola d’oro del Messico: è obbligatorio contrattare sul prezzo!
In questa cittadina, infine, riusciamo a mangiare dei buoni pasti rigorosamente messicani con cifre veramente irrisorie: 5/6 € in due nelle cocine economiche.

PARCO AGUA AZUL Il parco riserva di Agua Azul si trova lungo la strada he da S. Cristobal conduce a Palenque. Appena arrivati bisogna sottoporsi ad una irritante consuetudine messicana: si paga il pedaggio ufficioso, poi quello ufficiale, infine il bambino che per pochi pesos “mira il coche” (tiene d’occhio l’auto): va bene che siparla di un totale di circa 3/4 € a testa, però è fastidioso. Comunque la visita è sicuramente appagante sia per le fragorose cascate, con una portata enorme rispetto a quelle europee
sia per il percorso che risale lungo il fiume princiale, permettendo un primo contatto con la giungla tropicale
e con i temibili animali che la popolano!
Proprio a due passi della zona turistica sono presenti delle popolazioni ancora piuttosto rurali, la cui vita in simbiosi col fiume si nota anche dalla teleferica montata per attraversare il grande corso d’acqua senza dover necessariamente ricorrere al guado a nuoto.
teleferica

PALENQUE
Quelle di Palenque sono tra le rovine più famose e meglio conservate delle popolazioni Maya: sono in parte ancora fagocitate dalla giungla, ma le enormi strutture visitabili sono ben mantenute e curate.
La popolazione locale ruotava attorno alla figura di Pakal ed ai suoi discendenti: il tempio più grande, ben visibile da ogni angolo della cittadina, è costituito proprio dalla tomba del re stesso e come ci racconta la nostra guida il bassorilievo inciso sul sarcofago ha addirittura inspirato una teoria moderna secondo la quale Pakal stesso sarebbe raffigurato in procinto di partire a bordo di un’astronave!
Altre strutture della piazza principale degne di nota sono la tomba della regina, posta affianco a quella del re, ed il tempio del teschio dedicato al dio della morte.
L’interessantissima visita (nel nostro caso eravamo accompagnati da una guida, dopo la solita contrattazione sul prezzo) continua poi nelle rovine del castello, la residenza della famiglia reale e della corte
e nei templi dedicati alle altre divinità fondamentali per la vita degli antichi Maya: il Sole, la Luna, il Mais e la Pioggia. Gli antichi non esitavano a sacrificare donne d’altro rango per conquistare i favori delle divinità nei casi di forti siccità o altre sciagure per la popolazione: non c’è da stupirsi, quindi, nel trovare sparsi qua e là numerosi altari sacrificali.
Dopo l’ennesima salita e discesa delle gradinate maya
la nostra guida ci fa addentrare all’interno della giungla che circonda le rovine, facendoci conoscere meglio animali e piante di questo habitat per noi sorprendente:
Oltre alle famose liane conosciamo alcune piante medicali ed anche gli ombrelli degli antichi maya, cioè le enormi foglie “orecchie d’elefante”
Oltre che per la visita delle rovine, Palenque è un’ottima base per le escursioni nelle zone limitrofe. Non possiamo che consigliare un soggiorno nelle cabanas tra la giungla nel complesso El Panchan, proprio prima di entrare nella zona parco di Palenque. Per pochi euro si può provare l’esperienza di dormire all’interno di capanne (dotate di ventilatore, bagno e zanzariere al posto delle finestre) in pieno contatto con la natura e dei suoni della giungla.
Le migliori strutture sono quelle di “Margarita ed Ed Cabans”, ma anche qui come in tutte le altre strutture bisogna fare i conti con un’umità incredibile da cui non c’è scampo!

BONAMPAK E YAXCHILAN
Solamente negli ultimi anni sono stati resi visitabili questi due siti maya situati al confine con il Guatemala: la loro visita, organizzata dalle agenzie di Palenque, è una piacevole avventura che dura un’intera giornata.
Partendo alle 6.00 di mattina, infatti, ci si sposta in pulmino per circa 2 ore fino alle rovine di Bonampak.
Questo nucleo abitato è molto piccolo ma sono ben visibili e visitabili i templi principale e l’Acropoli:
Qui forse più che negli altri siti archeologici fanno impressione le vecchie scalinate: così ripide e ristrette costringono i visitatori ad una vera e propria arrampicata:
Oltre ad essere piuttosto limitata spazialmente, la cittadina di Bonampak ha anche avuto una vita relativamente breve, tuttavia tra i suoi resti sono conservate delle pitture molto importanti per la civiltà Maya che rappresentano scene di vita di corte e scene di tortura sui prigionieri di guerra.

Dopo un’oretta di visita raggiungiamo col pulmino un piccolo porticciolo sul fiume Usumacinta, che segna il confine tra Messico e Guatemala.
Qui saliamo su delle piccole lancia per percorrere l’unica via d’accesso al secondo e più grande sito della giornata: Yaxchilan.
Il fiume è enorme, a occhio e croce più grande del Po, ma fortunatamente le acque sono tranquille ed il nostro avvicinamento è di circa 40 minuti.
Queste rovine sono state protette per secoli da predoni e tombaroli per via della loro posizione particolarmente isolata, visto che questa ansa del Rio Usumacinta è raggiungibile solo in barca.
A differenza di Bonampak, qui gli spazi sono vastissimi e le rovine occupano diversi livelli, a partire dalla pianura vicino al fiume
per poi salire con una ripida (strano!) scalinata verso l’acropoli
e via via ancora più in alto, fino agli ultimi edifici che dalla cime della collina dominano la giungla circostante e permettono di ammiriare le montagne del Guatemala in lontananza

Questo è il sito dove riusciamo ad ammirare più animali: tucani, picchi, rapaci, lucertole, iguana ed, immancabili, le scimmie urlatrici. In questo breve video, anche se l’audio non è il massimo, si può ammirare un sentiero all'interno della giungla distinguendo chiaramente il loro richiamo:
Sul viaggio di rientro lungo l'Usumacinta, una particolare "visione" ci convince più di 1000 cartelli sul fatto di non mettere le mani fuori dalla barca:

CASCATA MISOL-HA
Ultima tappa del nostro tour del Chiapas è la cascata di Misol-Ha, a circa 15 minuti da Palenque. In un’area verde molto più piccola di Agua Azul, dopo pochi passi dal parcheggio ci si trova davanti una fragorosa cascata di 35 m:
La bellezza di questo impetuoso salto d’acqua si può ammirare non solo da davanti, ma anche dal passaggio posteriore che tramite un bagnatissimo sentiero alle spalle del getto permette di superare la cascata fino ad arrivare ad una grotticella laterale da cui si gode di una vista molto suggestiva.
Con il caldo della giungla non resisto alla tentazione di rovare questa enorme doccia di 35 m: mi butto nelle rinfrescanti acque della laguna, ma di arrivare sotto il getto non se ne parla perché la corrente e sgli spruzzi violenti tengono lontano tutti i nuotatori.

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