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sabato 22 novembre 2008

Acqua azzurra, acqua chiara

Un bagno esclusivo in un lago incredibile...
"Speleologo che riflette"

mercoledì 19 novembre 2008

Serata di glaciospeleologia a Senigallia: ci siamo...

Venerdì 21 Novembre 2008 il Gruppo Speleologico del CAI Senigallia organizza una serata dedicata alla glaciospeleologia, una disciplina che studia i mulini glaciali che si formano sui ghiacciai.
A prima vista potrebbero essere scambiati per “banali” crepacci, ma mentre questi ultimi si formano in seguito al movimento del ghiacciaio verso valle, i mulini sono creati dall'acqua che durante l'estate, grazie all'ablazione del ghiacciaio, scorre abbondante sulla superficie dello stesso, dando vita a volte a dei veri e propri canyons in miniatura.
Ad un certo punto l'acqua trova delle microfratture sul ghiacciaio che piano piano vengono allargate e da quel momento e' solo questione di tempo! Il mulino glaciale si sta formando e l'acqua precipitera' sempre più in basso. Ma la vita del mulino glaciale e' strettamente legata alla presenza dell'acqua. E' questa energia che permettera' di tenere aperto il mulino. Ad ogni stagione o talvolta durante la stessa il mulino si “sposta” verso a monte e la parte di valle è condannata a richiudersi.
Perpresentare questo mondo unico ed affascinante, la serata sarà suddivisa in due parti: durante la prima verrà proiettato un DVD documentario relativo alla spedizione fatta al ghiacciaio dell'Aletsch nel 2005 da alcuni membri del Gruppo Speleologico. Successivamente verranno proiettate delle fotografie con relativo commento ed alcuni brevi video relativi alla spedizione fatta sul medesimo ghiacciaio nell'ottobre di quest'anno (ho già messo qui una ghiotta anticipazione delle fantastiche immagini).

L’appuntamento, gratuito ed aperto a tutti i curiosi/interessati/amanti della montagna ,è alle ore 21,00 presso il Centro Sociale delle Saline a Senigallia, in via dei Gerani 8.
NON MANCATE

venerdì 14 novembre 2008

La Fisica reale: la Legge di Murphy ed altre verità

Dopo un pessimo venerdì lavorativo sono uscito dall'ufficio con l'ennesima conferma ad una delle leggi più fondate della Fisica Moderna: quella di Murphy.
Ma se appunto è vero che "se qualcosa può andare storto, allora lo farà" (ed io aggiungo "...di venerdì") ho trovato altri teoremi e postulati riguardanti il mondo dell'ingegneria e della progettazione:

Legge di Osborn
Le variabili non mutano mai, le costanti si'.

Prima legge delle modifiche
Qualsiasi informazione che comporti un cambiamento nel progetto sara' trasmessa al progettista dopo - e soltanto dopo - che tutti i disegni sono stati completati (Meglio conosciuta col nome di Legge dell' "Adesso me lo dicono!")
Corollario
In casi semplici, che presentino una soluzione ovviamente giusta e una ovviamente sbagliata, e' spesso piu' saggio scegliere quella sbagliata, in modo da aver gia' pronta la conseguente modifica.

Seconda legge delle modifiche
Quanto piu' innocua sembrera' una modifica, tanto piu' le sue conseguenze si estenderanno e maggiore sara' il numero dei disegni che dovranno essere rifatti.

Terza legge delle modifiche
Se, quando il completamento di un disegno e' imminente, le dimensioni vengono finalmente comunicate come sono in realta' - invece di come si era pensato che fossero -, si fa sempre prima a cominciare tutto da capo.
Corollario
E' normalmente poco pratico preoccuparsi in anticipo di eventuali ostacoli: se non ce ne sono, qualcuno si preoccupera' di crearvene.

Legge del centimetro perso
Nel progettare qualsiasi tipo di costruzione, nessun totale potra' essere calcolato esattamente dopo le 16.40 di venerdì.
Corollari
1. Nelle stesse condizioni, se una qualsiasi piccola dimensione e' indicata in millimetri, il totale risultera' del tutto impossibile a calcolarsi.
2. Il totale corretto risultera' evidente alle 9.01 di Lunedi'.

Leggi della confusione applicata
1. L'unico pezzo che la fabbrica si e' dimenticata di spedire e' quello su cui si regge il 75 per cento di quelli spediti.
Corollario
Non soltanto la fabbrica si e' dimenticata di spedirlo, ma il 50 per cento delle volte non lo produce nemmeno.

2. I tempi di consegna di qualsiasi merce sono direttamente proporzionali al bisogno che se ne ha.

3. Dopo aver aggiunto due settimane alla vostra tabella di marcia per ritardi imprevisti, aggiungetene altre due per i ritardi che davvero non prevedete.

4. In una qualsiasi struttura, il pezzo piu' importante fara' di tutto per andare a finire nel posto sbagliato.
Corollari
1. In un qualsiasi gruppo di pezzi che hanno lo stesso segno di montaggio, uno non dovrebbe averlo.
2. Non lo scoprirete finche' non proverete a metterlo dove il segno dice che va messo.

Le equazioni di Snafu
1. In qualsiasi problema contenente "n" equazioni, ci saranno "n+1" incognite.
2. L'oggetto o l'informazione che piu' sono necessari, saranno i meno accessibili.
3. Una volta che si saranno esaurite senza successo tutte le possibilita', ci sara' una soluzione, semplice e ovvia, che saltera' immediatamente all'occhio di chiunque altro.
4. I guai arrivano sempre a ondate.

Costante di Skinner
Quella quantita' che, moltiplicata per, divisa per, sommata a, o sottratta alla risposta cui si e' arrivati, da' la risposta cui si sarebbe dovuti arrivare.

Leggi di Gilb sull'inaffidabilita'
1. I computer sono inaffidabili, ma gli uomini ancora di piu'.
2. Qualsiasi sistema che dipende dall'affidabilita' umana e' inaffidabile.
3. Gli errori che non si trovano hanno un'infinita varieta', mentre invece quelli che si trovano sono per definizione finiti.
4. I costi degli investimenti sull'affidabilita' aumenteranno fino a superare quelli degli eventuali errori, o finche' qualcuno non insistera' che' si faccia qualcosa di produttivo.

Leggi di Golub
1. Le idee fumose servono a evitare di stimare gli eventuali costi di una loro realizzazione.
2. La realizzazione di un progetto mal pianificato richiede il triplo del tempo previsto; quella di un progetto pianificato con la massima attenzione solo il doppio.

Principio di Shaw
Fai un programma che anche un idiota puo' usare, e soltanto un idiota vorra' usarlo.

domenica 2 novembre 2008

Buca della Valcella - M.te Cucco

Continua la "scoperta" da parte del GSS delle cavità minori delle nostre zone, così dopo la bella uscita alla Voragine Boccanera, stavolta è il turno della Buca della Valcella.
Per l'assalto di questa domenica siamo io, Simona, Maurizio, Valentina, Lorena ed Emanuele, però presto ci accorgeremo che quella che sulla carta si presenta come una grotticella corta e poco profonda, in realtà si rivelerà una brutta gatta da pelare!
Iniziamo con l'avvicinamento, che almeno non è un grosso problema. Si parcheggia come al solito Pian di Monte (Pian di Volo), al termine della strada provinciale Sigillo - Monte Cucco, e ci si incammina nel prato pianeggiante che precede il pendio erboso del Monte Cucco, puntando verso una piccola capanna che si intravede all'interno di un boschetto di faggi sulla destra. Oltre il rifugio bisogna mantenersi sul sentiero che traversa la costa intorno a quota 1200 m, praticamente alla stessa altezza di dove si è parcheggiata l'auto. Dopo circa 1 km, il sentiero si immette nella valletta, molto marcata ed ampia, che scende da Ovest: la Valcella. A questo punto si deve scendere al centro del canalone fino ad arrivare sulla sommità di un'alta parete rocciosa verticale. Sulla destra, al di sotto di una paretina e su una specie di terrazzino, si apre il soffiante e stretto foro d'ingresso della cavità.
(Ad essere sinceri, senza le giuste indicazioni noi ci siamo dovuti sparpagliare per "ruspare" come dei cinghiali in tutti gli anfratti prima di trovare l'accesso...)
Le difficoltà iniziano immediatamente, perchè bisogna strisciare come un verme in una strettoia molto angusta, con fondo terroso e viscido. Il primo ambiente ipogeo che si raggiunge già mostra le caratteristiche peculiari di questa cavità: poco spazio, rocce lamellari a spigolo vivo, frane con blocchi più o meno grandi.
Continuando a scendere raggiungiamo il primo pozzo e scopriamo l'unica bella notizia della giornata: la grotta è già armata, perciò non siamo costretti a portarci dietro le corde necessarie per superare i 6 maggiori salti.
C'è poco da rallegrarsi, comunque, perchè il pozzo presenta una strettoia dopo il frazionamento che crea, già in discesa, qualche problema di passaggio con lo zaino ed in più scarica detriti alla base. Mano a mano che avanziamo, la buca comincia a mietere le prime "vittime" che rinunciano alla progressione, poco convinti dall'ambiente.
Senza scoraggiarci troppo, io, Simona, Cristian e Valentina continuiamo la discesa nelle tenebre e finalmente arriviamo alla parte attiva della cavità: la prosecuzione infatti avviente in una piccola forra scavata nella roccia, con un rivolo d'acqua che scorre sul fondo.
Il paesaggio è sicuramente grazioso, ma le dimensioni dei passaggi sono a dir poco odiose... in alcuni tratti il casco rimane incastrato!
Ad un certo punto consiglio di sfruttare uno spit piantato in basso a destra, prima di un saltino: visto il poco spazio a disposizione montiamo una placchetta con una fettuccia che si rivelerà un aiuto prezioso in risalita. Tanto per tribolare un pò, abbiamo anche dovuto ri-filettare lo spit, lavorando di sbiego (come le figure egizie nei geroglifici) e col casco perennemente bloccato tra le strette pareti del mini-canyon.
Purtroppo più scendiamo e più "pezzi perdiamo": adesso sono Cristian e Valentina ad abbandonare la spedizione...
Più avanti le dimensioni dell'ambiente migliorano un pò ed un traverso ci immette in un secondo pozzo armato che si sviluppa all'interno di due piani rocciosi paralleli, su una spaccatura netta.
Alla base di questo salto, tanto per cambiare, tocca imbucarsi nell'ennesima piccola apertura... ed a questo punto rimango solo, perchè Simona decide di aspettarmi qui.
Non mi va di tirarmi indietro troppo presto e di arrendermi ad una grotta con un nome così mite e dozzinale... cederei più volentieri dinnanzi ad un ABISSO o ad una VORAGINE, ma non al cospetto della "Buca della Valcella"!
Rimasto solo, avanzo carponi verso il successivo pozzo, che poi è la prosecuzione del precedente, interrotto alla base da una frana. La differenza tra i due salti,però, è che adesso le due pareti rocciose sono ancora più ravvicinate, perciò fatico addirittura a montare il discensore!
La tribolazione è ricompensata dal raggiungimento della sala più grande della Valcella, costituita da un'ampia galleria che inizia da una parete con scorrimento d'acqua e termina al di sotto di una forra (si vede l'imbocco nel soffitto) ormai inattiva. Ma dove proseguirà mai la grotta?? Mi guardo intorno... niente. Poi mi abbasso al di sotto dell'ennesima frana e trovo una nuova angusta strettoia! Basta, mi arrendo anche io, anche perchè non ho voglia di ridurre la tuta a brandelli.
Ormai battuto, torno indietro...
... ed in salita ovviamente ci stanchiamo molto più che in discesa. Negli ambienti più stretti, poi, ogni movimento sbagliato è punito da una fitta di dolore per l'urto contro uno sperone roccioso...

All'uscita della caverna la vita torna a sorriderci: il cielo è limpido, il sole irradia un bel tepore ed una gustosa crescia calda ci aspetta nel rifugio da Tobia!
A parte la nostra ingloriosa ritirata, devo riconoscere che la Buca della Valcella è un ottimo allenamento impegnativo per chi vuole cimentarsi con gli ambienti meandriformi tipici di molte grotte.