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venerdì 26 ottobre 2007

Cena a Casa Secchi

Stasera siamo stati invitati a casa dei neo-coniugi Secchi per dare un'occhiata alla casa e guardare il dvd delle nozze, in realtà è anche l'occasione di fare una bella "magnata" di gruppo e festeggiare anche il compleanno di Manu.
Appena arriviamo a Torrette scopriamo che i padroni di casa cercano di tenere lontane le bestie affamate, perciò hanno tolto la targhetta col nome nel citofono...
Poco male, basta chiamarli a gran voce e alla fine ci aprono!
In casa siamo parecchi: io, i padroni di casa, Elisa, Tizio, Silvia, Baldo, Salvatore, Federica di Senigallia, e mancano ancora Sara, Matteo e Save che arriveranno a momenti.
La casa, ovviamente arredata Ikea, è carina ed il pezzo forte è sicuramente l'armadio-camerino immenso della camera da letto.
La mia attenzione però è anche attratta da un'infinità di piatti pieni di leccornie, salate e dolci!
La fame si fa sentire e a un certo punto prendiamo posizione: "è ora di mangiare!" e cominciamo senza gli altri. Si comincia con insalata di pasta fredda, pizza, zucche, crostini, torte salate, salatini, per poi continuare con le torte dolci, crostata e fragolino!
Intanto durante la cena ci hanno raggiunto anche gli altri, così appena finito di mangiare diamo i regali ai padroni di casa e possiamo goderci assieme il video del matrimonio (bello e ben montato).
A fine serata un'ultima chicca: la canzone a Zelig di Checco Zalone, da rivedere assolutamente!
Ormai è tardi, è ora di andare a nanna... domani mi aspetta il baCucco.
Grazie ancora signori Secchi e auguri Manu!

domenica 21 ottobre 2007

La Maledizione del Lago di Lochness!

I detrattori della speleologia oggi non possono proprio criticarci: con il tempaccio portato dalla perturbazione Siberiana un luogo ideale per passare una domenica al calduccio è proprio la Grotta del Fiume a Frasassi.
Per l'occasione ci incontriamo in 6, con me ci sono anche la Faggi, Roberto, Maurizio, Uliano e Gianfranco (i senigalliesi sono incredibilmente puntuali, noi un pò in ritardo!): l'obiettivo della giornata è un bel pic-nic sulle rive del Lago di Lochness.
Ci cambiamo al volo nel parcheggio ma non facciamo nemmeno in tempo ad arrivare sul letto del fiume che comincia a piovere... che sfiga!
Nota di classe del Presidente: alle prime 2 gocce d'acqua, da vero Lord inglese, lui torna in macchina a prendere l'ombrellino...
All'ingresso ormai il tragitto è una routine, come unica novità incontriamo un gruppo di Jesi. Mentre aspettiamo in fondo al Pozzo dei Cristalli scopriamo che per molti di loro oggi è la prima uscita post-corso, non posso non sorridere al pensiero della nostra avventura da neo-speleo all'Anello dei Rover!
Comunque capiamo subito che non possiamo rimenere troppo a lungo imbottigliati in mezzo agli altri ragazzi, perciò alla Sala della Felicità li salutiamo e procediamo spediti verso la nostra mèta.
Con il passare delle uscite i luoghi cominciano ad essermi familiari (finalmente!), oserei anche dire che sarei arrivato da solo alla Sala del Rinoceronte...
In cima al Pozzo delle Mulecche, durante una pausa, Simona decide di abbellire l'ambiente modellando una scultura a sua immagine e somiglianza: la Fagiana (di fango) sul nido!
Arrivati in fondo continuiamo rapidi tenendo la sinistra, oramai siamo abbastanza vicini alla zona dei laghi: dopo pochi minuti, infatti, arriviamo in una lunga galleria un pò in curva che ci offre una vista fantastica.
In basso, con la luce bianca dei LED le prime pozze d'acqua si accendono di un vivace azzurro, che diventa subito blu nelle zone più profonde.
Le pareti, invece, sono abbastanza chiare e su quella di destra c'è il traverso che dobbiamo percorrere.
Per completare il quadretto, dalla volta della galleria pendono centinaia di stalattiti sottilissime, delle vere cannucce di vetro: sono infatti lunghe 30-50 cm e sono assolutamente trasparenti... che spettacolo!
Da questo punto in poi procedo con più attenzione per evitare brutte sorprese: l'ultima volta che il GSS era stato qui, infatti, il Presidente era caduto in uno dei laghetti e Maurizio aveva preso una brutta storta alla caviglia.
Continuiamo ad avanzare lungo i traversi giungendo ad un'ambiente più grande con un lago, ovviamente, più vasto degli altri. Si tratta del Lochness, con l'acqua cristallina e immobile che si trova circa 5 metri sotto di noi.
Possiamo finalmente mangiare qualcosa (era ora!) godendoci la bella vista.
Anche se siamo arrivati alla mèta, proseguo per un pò per dare un'occhiata in giro... anche in questo caso, il passaggio su cengia si trova sulla destra.
Arrivato ad una larga spaccatura a V tra le pareti vedo chè c'è una corda lenta tra le due, dovrei quindi fare un pendolo scendendo col discensore da una parte per poi risalire coi bloccanti nell'altra. Visto che sono completamente ricoperto di fango e che anche gli attrezzi sono una massa più o meno informe di argilla (per cui sono difficili da aprire, montare e chiudere) mi viene la bella idea di affrontare il passaggio disarrampicando e poi arrampicando, montando però la longe come sicura.
Il primo pezzo della V mi viene bene, infatti riesco a scendere senza grossi problemi... poi però mi accorgo che non è così facile passare nell'altra parete e risalire: cerco un appiglio per i piedi o per le mani, ma la parete è liscia.
Alla fine faccio un giro di corda attorno al braccio destro per tirarmi su almeno con quella e... patatrack, scivolo sul fango rimanendo appeso sulla longe, con la corda tesa che però mi ha schiacciato l'avambraccio! Che botta, per fortuna non si è rotto niente, per oggi l'esplorazione può terminare qui!
Al ritorno ci concediamo una deviazione tornando indietro per il Nano Negro, godendoci il gustoso passaggio sospeso su teleferica sopra l'acqua.
Alla fine dell'uscita questo è il bilancio: io ho un braccio contuso, Maurizio ha un gomito dolorante ed un ginocchio finito, Gianfranco ha uno strappo muscolare alla coscia, Uliano è uscito indenne da una brutta e pericolosa caduta... insomma anche stavolta la MALEDIZIONE DEL LOCHNESS ha colpito!!
Per chiudere in bellezza (e per riprendere un pò di calore dopo l'ipotermia che ci ha preso cambiandoci nel parcheggio) ci resta solo da fare una bella cena da Francesco!
PS
Molti si staranno chiedendo: "...e il mostro di Lochness??"
L'unica cosa mostruosa della giornata è stato vedere Maurizio che affrontava il passaggio sospeso sulla teleferica finendo miseramente in ammollo fin sopra le mutande!!!

lunedì 15 ottobre 2007

Restyling completo!

Finalmente sono riuscito a completare il restyling del blog: sembra cambiato poco, ma i problemi sono stati parecchi! Come sempre devo ringraziare il mio prezioso consigliere Luca WebBas Gambella, senza il quale sarei ancora al punto di partenza!
http://webbas80.blogspot.com/

domenica 14 ottobre 2007

La Balza delle Lecce - Monte Cucco

Per l'escursione di oggi ho proposto un giro abbastanza breve (circa 3km) e semplice, ispirato da tutte le volte che faccio la strada da Sigillo alla vetta del Monte Cucco: la visita alla Balza delle Lecce.
Alla fine ho convinto a seguirmi Baldo, Niki, Manuela e Marika.
Un pò di informazioni sul posto...
Sul versante occidentale del Massiccio del Monte Cucco inizia la parte palese della Grande Faglia che attraversa il territorio in tutta la sua lunghezza, in direzione nord-sud. E’ questa la principale frattura presente nelle rocce del Parco, lungo la quale si sono sviluppate le morfologie superficiali e profonde più spettacolari (le pareti orientali del Cucco, la Forra di Rio Freddo, le principali grotte, sono tutti fenomeni e morfologie strettamente collegati alla Grande Faglia).
Partiamo puntuali dalla pista e dopo un'oretta di strada (+ il quarto d'ora accademico della montanara!) lasciamo l’auto nei pressi del primo tornante della strada provinciale che sale verso Val di Ranco e proseguiamo a piedi risalendo il Torrente delle Gorghe lungo il sentiero n. 13.
Man mano che ci si interna nella valle boscosa inizia a sentirsi un certo venticello freddo... per fortuna ci scaldiamo facendo un pò di esercizi nel percorso della salute!
Più avanti (alle nostre spalle nella foto) si apre la visione della grande muraglia naturale delle Lecce, lama di rocce alta anche 70 m che sembra sbarrare la valle: è la traccia superficiale della Grande Faglia che si allunga per chilometri dalla Valle del Sodo (Sigillo) fino al Corno di Catria (Scheggia).
Arrivati quasi alla Balza, c'è un ultimo difficile esercizio del percorso della salute: in pratica è una specie di scala a pioli posizionata in orizzontale a 2,5 m da terra, che va affrontata reggendosi sulle braccia. Non faccio in tempo a togliermi il giubbetto per provare l'esercizio che un anziano che si riposava li vicino inizia a urlare:"Con le mani è facile, io da giovane lo facevo con le gambe!!".
Noi ci guardiamo un pò allibiti... cosa vorrà mai dire, che ci dobbiamo appendere con le gambe a mò di pipistrelli?? Boh, il tono perentorio non ammetteva repliche!
Alla fine noi facciamo l'esercizio alla vecchia maniera!
Ripreso il cammino, risaliamo direttamente all'interno del letto del torrente in secca a finalmente arriviamo alla base dell'imponente muraglia di roccia: in realtà un passaggio per attraversarla esiste, scavato proprio dal Torrente Le Gorghe che ha anche creato una piccola forra.
Il sentiero n. 13 proseguirebbe in salita a sinistra, però prima decido di risalire il piccolo dislivello di accesso al canyon (3m) usando questi "comodi" gradini...
Giusto il tempo di dare un'occhiata alla forra e dopo qualche minuto mi accorgo che tutti quanti sono saliti su per la scaletta: e adesso chi fa scendere le cugine??? Non possiamo nemmeno chiamare l'elisoccorso perchè il cellulare non prende! Scherzi a parte, bisogna stare un pò attenti e per evitare scivoloni pericolosi mi metto in mezzo al passaggio per fare un minimo di sicura. Tragicomica la scena di Manuela che pur rischiando la vita scendeva ridendo, sistemandosi la frangetta di tanto in tanto...
Scampato il pericolo, a questo punto ci sarebbe da percorrere l'ultimo pezzo di sentiero, in salita, che porta all'Orto della Cicuta. A dire il vero, più che un sentiero in salita si tratta quasi di una via in arrampicata, con grado di difficoltà 4a: non è certo un percorso adatto a tutti come molte guide online vogliono fare intendere, perciò proseguiamo solo io e Baldo. La progressione è lenta, all'inizio perchè il terreno è molto scivoloso/franoso e non ci sono appigli, poi perchè bisogna proprio arrampicarsi sulle rocce, stando però attendi a non "scaricare" massi sul sentiero sottostante! Vista la difficoltà della via (non c'è nemmeno un "canapone", una corda per aggrapparsi) ci domandiamo se la segnaletica rossa del sentiero non sia stata fatta col sangue...
Arrivati in vetta, però c'è la gratificazione per aver conquistato l'Orto della Cicuta, che a dispetto del nome tranquillo e bonario è in realtà una specie di balcone naturale che domina dall’alto (a strapiombo) la valle, il tutto reso più adrenalinico dal vento che soffia gelido e violento!
Se in salita andavamo piano, in discesa dobbiamo fare ancora più attenzioni... soprattutto l'esile Lillo, che ad ogni folata di vento viene sbattuto come una bandiera al vento!
Ci ricongiungiamo con gli altri 3 (che chissà dove si erano infrattati...) e iniziamo a tornare alla macchina, non prima di un ultimo "giro" sul "ponte basculante" del percorso della salute!
La giornata comunque non è ancora finita: dopo un salto alla vetta del Cucco, ci dirigiamo verso una meritata merenda dal ciuscolaro Giancarlo a Genga (nel parcheggio turistico delle grotte), fornitore ufficiale del GSS! Appena arrivati inizia a farci assaggiare salumi e formaggi, seguiti da una ciabatta imbottita all'inverosimile di porchetta (deliziosa!), il tutto accompagnato da un verdicchio. Come digestivo, ovviamente, il buon Giancarlo ci offre un pò di Veleno di Borgia, un liquore a base di prunus che vanta innumerevoli virtù...
Che dire... proprio un bel pomeriggio pieno!

sabato 6 ottobre 2007

Sagra dell'Uva a Cupramontana

Per la gente della zona è sicuramente una delle feste più importanti dell'anno (dura ben 4 giorni), di sicuro merita una visita anche da noi forestieri!
Decidiamo innanzitutto di cenare alla festa, perciò nel pomeriggio parte un giro di sms per avvisare gli interessati: all'appuntamento alle 20.00 in pista, più o meno puntuali, siamo io, Baldo, Manuela, Niki, Focà, Save, Nata e Cingolà. La piega della serata si intuisce presto, infatti partiamo per andare a prendere Marika a Castelplanio senza però aver deciso dove cenare (visto il tempo piovoso siamo oriantati verso una magnata de carne in un ristorante al chiuso). Altro giro di telefonate e fissiamo la meta, ovvero "il Rotone".
Quando arriamo al ristorante scopriamo che in realtà è solo una pizzeria che non serve carne, così ci alziamo lesti dal tavolo e fuggiamo verso il secondo ristorante della serata: i Ponti sul Lago di Cingoli.
Per strada abbiamo qualche dubbio nei bivi: ovviamente Niki ha tenuto per mesi il Tom Tom in auto per fare Falconara-Ancona o Falconara-Jesi, mentre ora che ne abbiamo bisogno lo ha lasciato a casa... CERTO!
Dopo una serie interminabile di curve e tornanti, con la pioggia che scende ad intermittenza ed una insolita moltitudine di rospi più o meno spiaccicati per strada, raggiungiamo il locale, giusto in tempo per farci dire che senza prenotazione non c'è posto! A questo punto Baldo, in preda a visioni mistiche per la fame, comincia a perdere la speranza, Nata chiama inutilmente un altro ristorante della zona, Save si innervosisce e prova a chiamare l'892424 sperando che l'operatrice gli organizzi per bene la serata (Night compreso)...
Senza perderci d'animo proseguiamo il pellegrinaggio verso "la corte sul lago", però lungo il cammino GPS-Niki smarrisce la retta via... alla fine dopo un bel giro turistico della zona arriviamo all'agognata meta dove HABEMUS TAVOLUM!
Affamati come degli orsi dopo il letargo ordiniamo un antipastino misto ed un pò di carne, che in realtà si rivelano una dura sfida da vincere: affettato, crescia, ricotta, formaggio fuso, polenta con pancetta, frittata, ceci, fagioli, funghi, melanzane, crostini misti, melone, formaggio fresco e subito a seguire grigliatona con braciole, costarelle, bistecche, salsicce, spiedini contornate da patate al forno e insalata!!! Purtroppo alla fine abbiamo fatto avanzare un pò di carne, tutto era veramente buono e abbondante, per la cifra di 25€ con caffè e digestivi.
Con lo stomaco pieno è ritornato a tutti il buon umore e nonostante il tempo nebbioso e piuttosto fresco partiamo diretti a Cupramontana, dove arriviamo quasi a mezzanotte. Complice il maltempo troviamo parcheggio proprio sotto le mura del centro storico, vicino uno degli ingressi dove ci spillano 10€ per l'entrata.
Il centro storico è pieno di ragazzi in festa, dai vari stand si diffonde la musica e soprattutto si diffondono le bottiglie di vino!
Le Cugine si danno subito da fare come buone samaritane, infatti prestano la sciarpa (Manu) ed il giubbetto di pelle (Marika) a Luca che è vestito troppo leggero e ha freddo... Nel frattempo Alessandro fa l'uomo duro ed invece di chiedere anche lui in prestito qualche capo sopporta stoicamente il gelo e la pioggerellina di Cupra!
In mezzo alla baraonda festante (almeno tra la folla non fa freddo), la serata prosegue con una prima bottiglia di verdicchio (non male) seguita a breve da una di visciola (ottima). Facciamo anche un pò di giri per le vie addobbate e illuminate, incontrando qua e la gente strana e soprattutto zombi e cadaveri causati dalle troppe bevute!
Tra tanta gente non potevamo non incontrare altri falconaresi, primi fra tutti Brodolò e Bula, entrambi su di giri ed allegri!
Arrivati in piazza, da uno dei palchi comincia anche la "discoteca" all'aperto e l'atmosfera si scalda ancora di più.
Verso le 2.30 ricomincia a piovere perciò resistiamo un'altra mezz'ora prima di andarcene, soddisfatti ma anche stanchi per la serata!

Traversata Mezzogiorno - Beata Vergine

Questa è una delle uscite classiche nella zona di Frasassi, adatta anche per i corsi di speleologia; è la mia prima traversata, perciò spero di imparare anche qualcosa sulla discesa in corda doppia. La guida di oggi è Marco, poi ci sono anche Valentina, Simona e Barbara: 3 donne contro 2 uomini, sarà dura resistere a tutte le chiacchiere e al gossip che faranno!

Per raggiungere la Grotta di Mezzogiorno, l'ingresso alto del sistema, bisogna lasciare l'auto nel parcheggio al termine del paesino di Pierosara, da lì si procede a piedi sul sentiero che porta al Foro degli Occhialoni, deviando dopo circa 20 minuti sulla destra per una ripida salita tra gli alberi.
Già qui alcuni partecipanti iniziano a fiottare... si vede chi è un pò fuori allenamento!
Il cancello d'accesso si apre sotto un bell'anfiteatro di roccia (ben visibile anche dalla strada provinciale), sulla cui parete si aprono anche altre cavità di modesta estensione.
Dopo la prima sala iniziale la grotta si snoda su un lungo cunicolo basso (non è male indossare le ginocchiere!) con un paio di strettoie piuttosto anguste.
Dopo una piccola colata, finalmente il soffitto si fa più alto e possiamo rimetterci in piedi...
...siamo nella Sala Nera: all'estremità di questo ambiente, sulla destra, c'è una risalita di 5 m, ma Marco si arrampica qualche metro prima (ci sono più appigli sulla parete) e poi ci cala una corda per sicurezza.
Si prosegue su uno scivolo di circa 40 m dove usiamo entrambe le corde da 40 che ci siamo portati: il Nonno prepara l'armo (che in realtà consiste nell'unire le due funi con un nodo) in maniera da calarsi a contrasto sul nodo stesso e poi recuperare entrambe le corde, tirandone una dal basso.
Al termine dello scivolo comincia il primo vero pozzo (35 m), al termine del quale si arriva alla Galleria dell'Organo. Mentre Babi viene presa da una irrefrenabile voglia di cantare (vista l'età è anche costretta ad inventarsi le parole1), io ne approfitto per rimettere l'acqua nella fisma. Mi faccio prestare la "peretta" nuova della Faggi e dopo aver ricaricato il serbatoio dò il via ad una guerra di schizzi... ma alla fine scende il Nonno per riportare l'ordine!
Piegate le corde proseguiamo attraverso una serie di concrezioni fino ad arrivare alla Sala Azzurra, un ambiente molto alto con le pareti chiare.
Rimanendo a sinistra c'è un piccolo salto da superare, con un frazionamento dopo un paio di metri: mentre Marco prepara l'armo e scende per primo, la First Lady mi ordina di passare avanti. Dopo neanche due minuti, quando bisogna decidere chi scenderà per ultimo per disarmare, Barbara mi dice che dovrei scendere io per ultimo! Boh, sarà colpa della solità età... o forse prima si rivolgeva a Ivano...
Comunque stavolta è la Faggi che si offre di scendere per ultima, con Marco che le fa sicura dal basso.
Più avanti vedo una corda che proseguein basso dietro un dosso, la scendo fino a trovare un'apertura fra i massi di frana: è l'inizio del Pozzo Elicoidale. Questa volta avrò io l'onore di scender per ultimo, in doppia, col discensore robot di Marco!
Poco più avanti le pareti cominciano ad essere bianche e da una finestra sulla sinistra si può ammirare dall'alto la candida Sala Massi, che si raggiunge con un due pozzi successivi da 8 e da 14 m.
Tra i due facciamo una breve pausa e mentre Valentina scarbura (non le funziona l'acetilene) ci racconta proprio di un operaio del cantiere navale al quale è esploso un guanto per un accumulo di tale gas.
Per rimanere in argomento e per dimostrarle che avevamo capito la pericolosità dell'acetilene, appena proviamo a riaccendere il suo fotoforo prende invece fuoco una perdita dal tubo di gomma! Per fortuna riusciamo subito a soffocare le fiamme senza
Per proseguire bisogna cercare il passaggio della F... fessura!
Ormai siamo a buon punto, davanti a noi c'è solo un ultimo ampio pozzo frazionato da 20m (il Camino 3B). Arrivo per primo alla base e mi metto a curiosare tra le decine di scritte lasciate negli anni dai visitatori: tra le tante (c'è anche una croce dell'anticristo...) c'è una targhetta del 1959 (almeno mi sembra!) in cui i primi modesti esploratori (in risalita) del sovrastante Camino 3B si vantano di aver raggiunto e visitato la parte più suggestiva della grotta.
Ripartiamo alla volta della Galleria del Guano, regno incontrastato dei pipistrelli, caratterizzata dall'odore pungente e dalle montagne di escrementi di chirotteri!/span>
Mentre discendiamo lungo la scivolosissima via c'è il tempo per ammirare un tuffo in scivolata con urlo della Babi (voto 6.5) e per scorgere una rara sfuggente creatura che non avevo mai incontrato: il ratto cavernicolo!
Le pareti di questi ambienti (non siamo lontani dall'uscita) sono caratterizzate dalle tipiche "macchie di leopardo", causate dalla crescita di colonie di microrganismi:
Poche decine di metri ancora e finalmente ritorniamo alla luce del sole, sbucando proprio dietro al Tempio della Beata Vergine.
Manca però ancora una tappa fondamentale per completare l'escursione: la deliziosa merenda dal ciauscolaro!/span>