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martedì 25 aprile 2006

La Valle Operosa - Monte Nerone

Bel percorso adatto a chi, come me, ama gli ambienti vallivo-torrentizi ricchi di acque e di verde.
Comincio spiegando il nome dell’itinerario: il comprensorio del Rio Vitoschio ha ospitato per secoli uomini affumicati che hanno percorso la montagna con un’infinita rete di sentieri, l’hanno sfruttata decennio dopo decennio, l’hanno abitata in capanne di pietra a secco ancora visibili per poter accudire alle loro carbonaie. All’interno delle gole la montagna era luogo di sfruttamento e coltivazione, con gli alberi destinati ad essere tagliati non appena raggiunte le dimensioni idonee a produrre legna da ardere. Non solo: lungo i fossi le popolazioni avevano uno stretto legame con l’acqua e la presenza del mulino costituiva un vitale punto di ritrovo per tutta la comunità, diventando luogo adatto ad incontri e scambi… insomma in questa valle non ci si riposava mai!
L’accesso è molto semplice: provenendo da Piobbico o da Apecchio lungo la SS 257 al km 34 si trova un segnale turistico che indica l’inizio del sentiero.


Siamo un bel gruppo di partecipanti a questo tour: Baldo, Daniele, Sara, Dora, Drogo, Elisa, Emanuela e Francesco. All’inizio si cammina lungo una carrareccia di fondovalle attraversando una prima volta il torrente Vitoschio all’altezza delle “Porte” (cioè le pareti rocciose verticali che chiudono la valle).


Si prosegue lungo il sentiero che dopo “SUGGESTIVI GUADI” (parole della guida del CAI!) porta alla vista di due cascate sul Monte Cardamogna.



Forse una delle accezioni del termine “suggestivi” vuol dire “bagnati”, fatto sta che le donne della spedizione non riescono a saltellare da un sasso all’altro e il più delle volte, quando non ricorrono al sostegno di valorosi cavalieri, finiscono in ammollo…





Finalmente puntuale ed attesa arriva la pausa pranzo, durante la quale inciampo rischiando la vita per raggiungere il gruppetto dopo aver avviato l’autoscatto nella macchina fotografica (la prossima volta mi ricorderò di impostare più di 10 secondi!)


Proseguendo bisogna risalire sponda del torrente per raggiungere quota 637m… il fondo è abbastanza scivoloso e per poco non ci perdiamo Elisa, che mentre rischiava di franava rovinosamente a valle rideva allegra come se niente fosse!
A questo punto si dovrebbe incontrare un sentiero che risale verso destra (sinistra idrografica) e attraverso il quale tagliare la montagna per poi ridiscendere il Fosso del Mulino: questa è la teoria, in pratica i bivi non sono segnalati e complice la presenza di Alessandro Bussola Baldoni non riusciamo a trovare la via!
A dire il vero c’è chi non è poi tanto dispiaciuto di non poter proseguire… meglio ripercorrere in discesa la strada appena fatta che dover risalire in quota e fare molta più strada! Arriviamo alle macchine abbastanza stanchi e sporchi, qualcuna ha stranamente le scarpe e i piedi umidi, chissà come mai!!

Ad ogni modo io non mi accontento di metà itinerario, perciò propongo di “barare” e di prendere le macchine per raggiungere il termine del Fosso del Mulino e rifare a ritroso il sentiero: con me restano Daniele, Drogo, Dora e Baldo, gli altri tornano a casa.


La strada sbrecciata che porta al vecchio mulino è in salita ma non difficile, anzi con una 4x4 si potrebbe fare anche in macchina. Dopo pochi minuto arriviamo finalmente alla meta: sono evidenti i ruderi di quello che un tempo era un punto nevralgico della valle: una vecchia casa diroccata e soprattutto lo splendido mulino arroccato, coperto di edera ed affiancato dalla forra scavata dalle acque del torrente.




Le foto non rendono giustizia al luogo... veramente suggestivo.
Sul ritorno un'ultima scoperta: un muschio con una forma "inquietante"... vi ricorda qualcuno??


In conclusione: un'ottima uscita, sicuramente da consigliare!

domenica 23 aprile 2006

Monte S. Vicino

Come allenamento in vista dell'escursione del 25 Aprile decidiamo di spendere la bella giornata di sole sulla vetta del Monte S. Vicino. Siamo in 6, oltre a me ci sono Sara, Daniele, Baldo Marika e Manuela.
La cima del monte "svetta" su di noi, ma non ci facciamo certo intimidire da una passeggiatina di montagna!
Si cammina bene, anzi dopo un pò di sentiero scoperto il sole comincia a farsi sentire. Manuela procede con una tecnica personale: 4 minuti di camminata, 2 minuti di riflessione...
Procedendo verso la vetta iniziano a farsi vedere gli effetti dell'alta quota: spunta addirittura un pò di neve!
Continuiamo impavidi nonostante le "intemperie"... il traguardo è sempre più vicino... si inizia a vedere la luce!
Foto di gruppo di rito per immortalare il momento:
...poi un'ultimo sguardo panoramico
Scendiamo velocemente, così abbiamo tutto il tempo di mangiare e di concludere il pomeriggio con un'escursione a cavallo nella zona.