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domenica 23 settembre 2007

Grotta M.te Cucco - Sbarco sulla Luna

Visto che siamo un pò tutti fuori allenamento, per la prima visita dopo l’estate alla Grotta del Monte Cucco organizziamo un’uscita piuttosto “tranquilla” ma in una zona molto attraente e gustosa. All’appuntamento a Sigillo il gruppetto si riunisce, gli altri partecipanti sono Michela M., Simona, Stefano, Alessia, Lello, Veronica, Butcher e Michela C.
Una volta arrivati a Pian di Volo e completata la vestizione, iniziamo il lungo e faticoso cammino verso l’ingresso del Nibbio: sarà per il sole, sarà per la sfacchinata, comunque le discussioni diventano abbastanza hot, le donne cominciano a spogliarsi ed Alessia inizia pure ad inseguire Stefano. Continuando a camminare e a cazzeggiare tagliamo il versante troppo in basso e fatichiamo un po’ prima di trovare l’ingresso, che a onor del vero è proprio un buchetto insignificante e pressoché invisibile.
Alle 10.30, comunque, siamo pronti e comincio a scendere per primo il pozzo del Nibbio (73 m): l’ambiente è molto asciutto e la roccia alterata, io posso permettermi di scaricare un po’ di sassi perché sono il primo, ma in generale bisogna fare un po’ di attenzione. La cosa peggiore è però la corda, che nei primi frazionamenti è completamente secca, polverosa e non scivola bene neanche col discensore montato a C.
Mentre scendo noto un paio di frazionamenti sfigati che in discesa si passano comunque facilmente, già immagino però che in salita faranno tribolare un po’.
Alla base del pozzo si prosegue verso la Galleria Sigillo, piccola ma piena di concrezioni, alcune asimmetriche e dalle forme più impensabili che sfidano la gravità.
Mentre scendo il Pozzo del Groviglio il gruppo comincia a dividersi in due spedizioni: Lello farà da guida turistica al Butcher e a Michela (che non sono mai venuti al Cucco), gli altri proseguiranno un po’ più spediti verso il Salone Canin ed il suo originale paesaggio lunare. Una volta arrivati al Pozzo Perugia (pausa pizza mentre aspetto gli altri!) la via mi è ormai familiare e proseguiamo tutti facilmente fino al Salone Saracco: da qui si risale la parete opposta per imboccare la Galleria dei Barbari. Questa è una lunga condotta inclinata dove si cammina su un “selciato” piuttosto regolare e liscio fatto in realtà dai grandi blocchi franati dal soffitto. Arriviamo alla tenda del vecchio accampamento e ci fermiamo per la pausa-pranzo: complici la tenda stile capanna e l’atmosfera soffusa dell’acetilene, sembriamo proprio i pupazzetti del presepe (Stefano ed Alessia fanno Giuseppe e Maria…).
Dopo pranzo ci dividiamo ancora perché Alessia e Veronica tornano indietro, noialtri 4 proseguiremo imperterriti verso il Canin!
Completata la galleria dei Barbari (sono più o meno 160 m) ci troviamo all’ingresso della Burella, le cui strettoie e cunicoli non ci rallentano poi tanto (perlomeno in discesa, poi si vedrà in salita!). Completato il lungo cunicolo usciamo perpendicolari alla Galleria dell’Orco, qui Michela ci spiega che a sinistra si va verso il Ramo Una-Bomber ed una zona ancora poco esplorata, ma noi siamo diretti a destra.
Subito incontriamo un altro dei vecchi campi: a parte la solita spazzatura ammucchiata in un lato, c’è uno specchio d’acqua limpida che dovrebbe essere abbastanza potabile (ci sono anche due bicchieri per servirsi!). Ovviamente non resisto alla tentazione di fare una degustazione, scoprendo che in realtà non ha nessun sapore strano, anzi sembra proprio acqua minerale imbottigliata.
Siamo quasi arrivati alla destinazione, giusto un passaggio stretto e un po’ nascosto che porta all’Infernaccio, un’ampia sala su cui si apre anche la finestra che scende al Canin.
Qui l’ambiente è molto vario e pieno di altre ramificazioni, ma soprattutto io sono attratto dall’acqua. Si vedono infatti delle pozze cristalline in basso e specialmente si sente un certo scorrimento più avanti, perciò invece di andare verso la poco invitante finestra nera che segna l’ingresso al Canin vado a curiosare la parte “bagnata” percorrendo una serie di traversi. Michela mi segue a ruota (anche lei è curiosa di visitare questa zona) mentre Simona e Stefano sono un po’ più restii, ma alla fine ci raggiungono anche loro.
Questa parte si snoda lungo una linea di faglia, quindi gli spazi hanno uno sviluppo prevalentemente verticale: per oltrepassare delle sporgenze quasi a picco su un crepaccio ci dobbiamo fidare (ma nemmeno troppo) di un traverso con la corda a dir poco fantasmatica… piano piano cerchiamo di non scaricarci il peso e lo superiamo, arrivano in una zona piena di fango (stile Genga) con una serie di pozzi profondi che si aprono lungo la strada uno dopo l’altro. Li aggiriamo con cautela facendo attenzione a non scivolarci dentro per il fango e raggiungiamo un’alta fessura dalla quale discende un pozzo e si intravede la Regione Italiana: qui l’ancoraggio è veramente da brivido, il moschettone è tutto fuorché stabile e ci fermiamo dopo un mezzo tentativo di discesa, promettendoci però di ritornare per cambiare gli armi e continuare la visita.
Tornando indietro io comincio ad aver un po’ fretta, anche perché come minimo usciremo verso le 19.00-20.00, perciò quando arrivo al Canin e affacciandomi non vedo quasi niente (né l’acetilene né i led riescono ad illuminare l’enorme ambiente) spingo per riprendere la via dell’uscita senza scendere nel Salone.
Per fortuna gli altri non la pensano come me, perciò invece di andarmene mi calo per primo (alla faccia della coerenza!).
Al primo frazionamento trovo una bella sorpresa che Alessia mi aveva preannunciato: in un punto con la corda rovinata Lello aveva fatto un nodo ad un metro dall’ancoraggio, vicino ma non abbastanza per passare il discensore direttamente nell’altra corda di discesa! Invece di fare il classico passaggio del nodo col discensore, calo il poco spazio con la discesa sui bloccanti ed una volta arrivato al frazionamento faccio avverare il sogno di Stefano… coi bloccanti inseriti metto la longe nell’ancoraggio e intanto monto il discensore (con il rinvio) sulla fune in basso: in totale 5 sicure!!!
Alla fine riesco ad atterrare sul fondo del Canin e rimango veramente sorpreso: il pavimento è pianeggiante, biancastro e costellato qua e la da buchi più o meno grandi, mentre lo sfondo davanti a me è quasi completamente nero perché la luce non arriva alla parete… l’effetto è proprio da sbarco sulla Luna!
Comincio a girare lungo il Salone (circa 120 x 60 m, con un’altezza di 30 m) scoprendo dei particolari unici, come le strane concrezioni di fango essiccato ed i passaggi circolari scavati dall’acqua in stile di groviera. Bello anche il panorama della parete dalla quale mi sono calato: vista da quaggiù l’ampia apertura di ingresso è in realtà una finestrella che si apre su una muraglia molto liscia e verticale, nella quale si vedono perfettamente tagliati i numerosi strati di roccia paralleli.

(immagine da www.cens.it)

Un’occhiata veloce alla galleria del Vento, uno stretto Cunicolo dove si sta attualmente scavando, e poi via verso l’uscita.
Mentre Stefano e Michela sono ancora in basso, io e Simona ci avviamo verso la Galleria dell’Orco, facendo bene attenzione a ritrovare il passaggio piuttosto nascosto segnalato però da una scia di sassi bianchi lasciati sulla via fangosa.
Mentre avanzo nella zona dell’accampamento ho la luce che comincia a farsi bassa (per fortuna potrò riempire la fisma nella fonte d’acqua dove avevo bevuto) quando all’improvviso nella penombra di un grosso masso vedo dei ”barboni” che dormono in sacchi a pelo! Lì per lì mi prende un colpo, penso di aver sbagliato strada e di essere finito chissà dove… poi invece mi accorgo che i barboni sono in realtà i rifiuti ammassati del vecchio campo!!! Che idiota che sono…
Da qui in poi risaliamo abbastanza sicuri e spediti, peccato solo che la Burella in salita è abbastanza faticosa e inizio a sudare come una bestia!
Al Saracco ormai la strada diventa routine, saliamo i salti del Baratro ed alla base del Perugia non posso non pensare che se la turistica fosse ancora aperta a questo punto saremmo quasi arrivati… invece tocca risalire per altri 150 m!
Anche il Pozzo del Nibbio in risalita è molto meno piacevole che in discesa… ci sono i due passaggi dove dal tiro a tetto si deve andare su un traverso: nel primo sono passato abbastanza facilmente montando il longino corto del delta direttamente sul traverso, aiutandomi con la maniglia prima per sganciare il croll, poi per tirarmi sul traverso.
Nel secondo invece mi sono mezzo attorcigliato con la corda del traverso, perciò la prossima volta dovrò mettere meglio a punto la strategia!
Arrivato all’imbocco vedo ancora un po’ di luce, probabilmente il tramonto, ed aspetto paziente l’arrivo degli altri. Il problema è che sono fermo nella corrente d’aria con i vestiti bagnati di sudore, perciò dopo una mezz’oretta comincio a tremare dal freddo!
Per fortuna prima che mi venga la polmonite usciamo tutti e lungo il sentiero verso le macchine (terribile al buio, ripidissimo e senza una traccia precisa) riprendo un po’ di calore!
La poca “sofferenza” è stata più che ripagata dallo sbarco sulla Luna al Canin e dalla vista di tutti quegli ambienti che non avevo mai visto... assolutamente da rifare!

domenica 16 settembre 2007

Benvenuto Andrea!

Oggi è finalmente nato il piccolo Andrea Mancini, tanti auguri a lui ed anche a mamma Grazia e papà Zombo!
Il bebè ha scampato un grave pericolo: per sole sei ore e mezza non è nato esattamente 30 anni dopo il Caronte (auguri Bestia), rischiando di diventare per la sua generazione quello che per noi è Niki, cioè una merda!
Ah ah ah

venerdì 7 settembre 2007

Sulle tracce di Vitruvio

Dopo la grezza "domenica da minatore" ci voleva qualcosa di più rilassante e culturale, perciò abbiamo partecipato in massa al "venerdì da archeologo", ovvero alla visita guidata alla Fano sotterranea.
La proposta è partita da Marco del GSS ed oltre ad aver riscosso successo tra gli speleo ha attirato anche qualcuno degli "animali" (Baldo, Niki, Sara, Daniele, Salvatore e Manuela), perciò alla fine siamo ben in 24!
Ci incontriamo con le due guide (2 coniugi) nei pressi dell'ex monastero e della Chiesa di S. Agostino e ci dividiamo in due gruppi: le donne, che entrano per prime accompagnate dalla moglie, e gli uomini, guidati dal marito, che aspetteranno qualche minuto per distanziarsi dalle altre.
Mentre attendiamo il nostro turno nel chiostro del convento la guida incomincia a raccontarci le vicissitudini del complesso e gli indizi lasciati da Vitruvio sulle sue grandiosi costruzioni a Fano. Finalmente "scendiamo" anche noi: il percorso guidato si snoda al di sotto del convento stesso e durante la visita vengono mostrati le mura e le altre strutture di un imponente basamento romanico, probabilmente del Tempio della Fortuna di Vitruvio (anche se non ci sono ancora prove archeologiche certe).
Fra tanti archi e muri a sacco in "breve" impariamo tutti i dettagli sulle tecniche edilizie romane, sull'evoluzione urbana di Fano ed anche sulla geomorfologia della costa! Al termine del giro ipogeo facciamo anche una capatina nei resti di un bagno pubblico, con l'invito per gli speleo ad esplorare l'antica rete fognaria...

Bel tour, da fare per scoprire aspetti suggestivi e nascosti dell'antica e gloriosa Fano.

domenica 2 settembre 2007

Una domenica da minatore...

Cosa si può fare di bello in questa prima domenica di settembre per trascorrere il tempo in un modo originale? Trascorrere una giornata da minatore!
Non è semplicemente un modo di dire, infatti ieri ho partecipato col GSS ad una giornata di scavi di disostruzione in una grotta in esplorazione.
La sveglia è stata un pò traumatica perchè alle 7.30 di mattina eravamo già in macchina: la fretta era indispensabile per far riuscire il diabolico piano della Faggi...
Siamo arrivati sul monte a tempo di record, ed infatti la Luna faceva ancora capolino al di sopra dei pascoli:
Dopo aver nascosto l'auto tra i boschi, ci siamo avvicinati furtivi all'ingresso della cavità ed abbiamo posizionato gli oggetti di scena: basta un nastro segnaletico, un paio di falsi avvisi della questura et voilà... l'area è sotto sequestro!
Dopo aver contemplato il bel lavoro ci siamo nascosti in un cunicolo secondario ed abbiamo atteso gli altri... dopo pochi minuti ecco i primi rumori!
All'inizio tra gli speleo c'era un pò di disorientamento, poi piano piano si sono accorti di alcuni particolari anomali e hanno iniziato a fiutare lo scherzo... nonostante ciò, tutti continuavano a parlare sul da farsi ma nessuno scavalcava le transenne!
Io e Simona trattenevamo a stento le risate... lo scherzo stava ancora reggendo... fino a quando il Butcher si è fatto avanti ed io sbucando dal cunicolo gli ho intimato di alzare le mani! Lì per lì ha fatto una faccia strana e stupita, poi siamo scoppiati tutti a ridere ed abbiamo cominciato a faticare.
Il lavoro era semplice: la squadra Sicilia si occupava di scavo e movimentazione del secchio da fondo del pozzo, la squadra Piemonte invece sovrintendeva il riempimento, il sollevamento e lo svuotamento del barile.
Siamo andati avanti così per ore, prima e dopo pranzo, ma alla fine i 10 valorosi minatori sono riusciti ad approfondirsi di 1 metro!
Come nota dolente della domenica devo ammettere che la vista di quel tipo di roccia, molto fratturata e irregolare, non mi lascia ben sperare per una continuazione interessante... comunque col tempo scopriremo se ci saranno sviluppi promettenti in zona!