Knowledge is good only if it is shared - La conoscenza è positiva solo se è condivisa

sabato 19 agosto 2006

Le Gole del Salinello

Finalmente riusciamo ad organizzare una vera escursione di trekking con la Famiglia Barompriori: ai nastri di partenza oggi siamo io, papà, zia Giulia, zia Palmina e Carlo Vetuschi. Per raggiungere questo suggestivo itinerario da Teramo percorriamo la SS81 in direzione di Ascoli fino a Piano Risteccio, vicino Civitella del Tronto.
Da qui si prende la strada che a sinistra (ci sono le indicazioni) conduce a Ripe:
dall'abitato si segue la strada asfaltata che, superata la chiesa del paese, si stacca a sinistra in salita. Da qui la via diventa subito sbrecciata e pressoché in piano, attraversando campi coltivati e filari di cipressi, fino a giungere ad un piazzale attrezzato a parcheggio con area pic nic.
C'è già troppa gente per i miei gusti... speriamo che dopo i primi passaggi "impegnativi" ci sia un pò di selezione!
Proseguendo a piedi scendendo verso il torrente si attraversa una carrareccia che termina poco dopo; ora si prosegue lungo il sentiero attrezzato a picco sul Salinello (ci sono scalinate in pietra protette da una staccionata di legno) fino ad una prima diramazione: a destra saliamo verso la Grotta S. Angelo, con il suo antico eremo ricavato nella roccia.
Ritornando al primo bivio, questa volta imbocchiamo la diramazione di sinistra e cominciamo a scendere verso il torrente tramite un ripido canalone, mezzo attrezzato con scalinate, che porta proprio nel punto in cui il Salinello precipita tra una stretta fenditura nella roccia, con la spettacolare cascata chiamata "Lu Cacchema"... in realtà oggi c'è pochissima acqua, per cui possiamo solo immaginarla!
Con un sentiero ripidissimo e franoso io e carlo scendiamo proprio sotto la cascata, dove le impetuose acqua hanno scavato e modellato le rocce lasciando però solo una conca in secca piena di ghiaia.
Ci ricongiungiamo con gli altri e continuiamo la risalita del Salinello costeggiando il torrente, passando in un bosco misto ricco di essenze e tra pareti sempre più imponenti e ravvicinate, fino a giungere al primo guado (semplicissimo) a sinistra. Arrivati a questo punto già incontriamo poca gente, infatti la maggior parte delle famigliole si sono fermati nei tratti iniziali del sentiero e da qui in poi solo i più "avventurosi" proseguono.
Dopo un pò di camminata sul letto del fiume si arriva finalmente alla forra vera e propria: siamo al punto più suggestivo della gola, dove le pareti alte circa 200 m distano tra loro pochi metri.
Dopo gli ultimi saltelli sui massi la gola si apre, lasciando il posto ad una luminosa radura con bella vista sul Monte Foltrone.
In questo ambiente caratterizzato dai chiaroscuri creati dalla luce che filtra attraverso le fronde degli alberi siamo in pieno contatto con la natura ed esce fuori la mia indole da domatore di animali: prima con un cervo volante
...poi con una temibile biscia d'acqua!
Poco più avanti si arriva alla base di un evidente ghiaione che scende dalla Montagna dei Fiori.
Risaliamo abbastanza accaldati e assetati... la strada si comincia a far sentire! La strada entra poi a sinistra in un fitto bosco alternato a radure, tramite un sentiero che con ripide svolte, risale il versante meridionale della Montagna dei Fiori, fino ad incrociare l'antica mulattiera Ripe-Macchia da Sole.
Dopo pochi km di sentiero a mezza costa torniamo finalmente al parcheggio, fiondandoci come dei cammelli sulla fontanella dell'acqua!

Un piacevole anello sicuramente da consigliare agli appassionati di torrenti & gole.

giovedì 10 agosto 2006

Sicilia 2006

Dopo anni passati per motivi più o meno di lavoro nella Sicilia orientale, quest'estate è dedicata tutta alla parte nord occidentale!
Io, Baldo e Gabriele prenotiamo il suggestivo appartamento "Sca A" (abbiamo capito poi che sca Sta per scantinato, visto che la casa era un fresco, per fortuna, semi-interrato) nella nota località di San Vito lo Capo.
Il mare, distante solo 200 m, è limpido ed il panorama è dominato dal Monte Monaco:
Ma la Sicilia non è solo mare e sole, quindi il secondo giorno decidiamo di fare i turisti acculturati, visitando dapprima le rovine dell'antica Segesta, con il villaggio, il teatro greco ed il tempio in perfette condizioni.
Nel pomeriggio ci spostiamo ad Erice, un gioliellino medievale che dall'alto domina su Trapani: i vicoletti, gli edifici ed il castello sono fenomenali, basta dare un'occhiata a questo scorcio:
Il giorno seguente il cielo sembra molto minaccioso, ma partiamo ugualmente con la nostra macchinina gialla diretti verso la Riserva dello Zingaro. Appena partiti guardiamo alla nostra sinistra e vediamo una tromba marina... cominciamo bene!
Durante il viaggio poi cadono anche 5 gocce pioggia... ma questo tempo un pò incerto è un toccasana, visto che una volta arrivati all'ingresso dell'area protetta si parcheggia e ci sono 2,5 km di sentiero scoperto da fare a piedi! Manco a farlo apposta appena raggiungiamo Cala Marinella, la spiaggetta che abbiamo scelto per la mattinata, spunta il sole ed il caldo e riusciamo a goderci al meglio il mare incontaminato.
Sullo sfondo della seconda foto si vede l'inizio del sentiero, dove abbiamo dovuto parcheggiare l'auto... si capisce bene quant'è la strada fatta a piedi!
Nel pomeriggio ritorniamo indietro, fermandoci a Cala dell'Uzzo per il bagno pomeridiano.
Gasati dai luoghi fantastici scoperti, anche il giorno seguente ci avviamo verso la Riserva, passando però per la parte meridionale. Poco prima di arrivare all'ingresso sud dell'isola rimaniamo colpiti dalla visuale alla nostra destra. Parcheggiamo e corriamo verso questo paradiso, la Tonnara di Scopello.

Trascorro praticamente l'intera giornata in acqua, fra immersioni, nuotate e tuffi dall'alto. La fatica è ripagata dalla vista di decine e decine di pesci colorati che ti giarno attorno, dalla scoperta di un polipo solitario mimetizzato sul fondale e da una elettrizzande nuotata fianco a fianco di una grossa (ma molto tranquilla!) medusa biancastra.
Per continuare il tour delle più belle spiagge della zona ci dirigiamo a Trapani per imbarcarci alla volta di Favignana, la maggiore delle isole Egadi.
La giornata purtroppo è un pò nuvolosa e ventosa, ma i luoghi che visitiamo in sella alle nostre mountain-bike sono ugualmente molto suggestivi. Per pranzo ci fermiamo a Cala Rossa, le cui pareti rocciose sono profondamente segnate dalla passata attività estrattiva. Su tutta l'isola, e qui in particolare, si estraeva calcare, perciò basta guardarsi intorno per scovare i segni degli scalpelli ed i numerosi ingressi alle cave/miniere.
Dopo uno squisito pranzo a base di pizza stra-unta e iper-condita (w la cucina sicula) mi addentro in esplorazione in una di queste cave...
Quello cho ho davanti è un misterioso mondo buio, fatto di ampi ambienti bassi, sorretti da imponenti colonne di materiale non scavato. All'interno di queste "sale" sono intagliati anche gradini e vasche: non sapendo che si tratta solo di zone di asportazione del calcare, si direbbe di essere penetrati in una specie di tempio di una civiltà perduta...
Le sorprese di questa cala non sono terminate: sia all'interno che all'esterno delle gallerie ci sono molti visi scolpiti in rilievo nella roccia. Queste decorazioni sono fatte in vari stili ma contribuiscono a creare quell'alone di antiche rovine perdute. Addirittura su uno scoglio calcareo hanno inciso delle figure intere sedute:
Ovviamente non poteva mancare un bagno con immersione subacquea: nonostante il tempo e l'acqua fredda, l'ambiente è molto chiaro e ricco di pesci curiosi.
Durante il ritorno a casa da questo PARADISO terrestre è inevitabile una foto su questo passaggio...
La vacanza è stata sicuramente molto soddisfacente ed interessante, con uno dei mari più belli ed incontaminati del Mediterraneo, peccato solo per la vita notturna, decisamente "sterile" rispetto a come siamo abituati da noi.
Un'ultima immagine suggestiva a ricordo dell'ultima notte: la sagoma imponente del Monte Monaco che sovrasta, anche in piena notte, l'abitato di S. Vito:
Per concludere ecco il video con una settimana di vacanza concentrata in 4 minuti...

martedì 20 giugno 2006

MTB lungo l'Esino

Mountain bike off-road lungo l'Esino...

domenica 4 giugno 2006

Rafting alle Marmore

Il rafting è una di quelle avventure a stretto contatto con la natura che sono alla portata di tutti (+ o -) ma che comunque assicurano una bella scarica di adrenalina!
Quello in Umbria comincia immediatamente a valle delle cascate delle Marmore e si sviluppa su un percorso (dicono) tra i più belli e lunghi d'Europa.
Ovviamente la sicurezza è molto curata dallo staff e la mezz'ora di rafting vero e proprio è preceduta da un'ora di accurata preparazione. Nel briefing, infatti, vengono spiegati i principi della discesa, le mosse da eseguire lungo le rapide, le manovre di emergenza/soccorso in caso di caduta in acqua e, ultimo ma non meno importante, si effettua la fase di vestizione.
E' a questo punto che, bardati come dei veri professionisti, si viene accompagnati nel piazzale ai piedi delle favolose cascate, con lo sguardo carico di curiosità e ammirazione dei turisti che non ti si stacca di dosso!
Lasciate le ultime remore, si cala il canotto verso l'acqua lungo un sentierino scosceso dove ci si bagna ancor prima di salire a bordo... poi VIA a divertirsi tra i vortici, le strettoie e le rapide!!
Alcune volte, con gruppetti poco numerosi e abbastanza "prestatnti", gli istruttori fanno provare il brivido di una nuotata tra le rapide: ammetto che già storditi per lo shock termico del tuffo tra le acque gelide è veramente faticosissimo nuotare contro la forza del torrente per raggiungere la sponda.
Che dire di più... alzate il culo dalla sedia e andate a divertirvi! Per info e prenotazioni date un'occhiata al loro sito.

domenica 21 maggio 2006

MTB sul Monte Conero

Il Parco del Monte Conero offre numerosi sentieri per gli appassionati di trekking amatoriale e per quelli che vogliono "sporcare" un pò la propria mountain-bike sullo sterrato. Non essendo un professionista allenato e non avendo una bicicletta tecnica (attualmente ho anche i copertoni ibridi) oggi affronto la salita sull'asfalto per poi divertirmi fuori strada durante la discesa.
Innanzitutto parcheggio la macchina subito dopo il bivio che dalla Strada Provinciale SP1 porta verso la vetta del Monte: come sempre trovo posto nella mia piazzola preferita (la gente di solito non ha motivo di parcheggiare qui) e dopo aver rimontato la bici sono pronto per la fatica. Ci sono infatti quasi 3 km di tornanti da affrontare a marce ridotte e col sole spesso a picco la sudata è garantita.
Arrivato al parcheggio dell'ex convento dei Camaldolesi la lingua è similile a quella a penzoloni di un cane, le gambe cominciano ad essere un pò indolenzite ed il sudore gocciola copioso sul contachilometri... ma la vetta è vicina! Da qui si continua sulla salita che porta alla Base meteorologica, fino a quando il cancello di ingresso non blocca il passaggio facendo deviare sul sentiero sterrato 1.
Girando attorno alla recinzione si arriva presto ad uno dei numerosi punti panoramici dal quale ammirare la costa verso Ancona:

Al margine del sentiero si vedono anche degli anonimi portali chiusi di legno che sembrano immettere all'interno della montagna. Da uno di questi, oggi stranamente aperto, si vede che il passaggio è immediatamente bloccato da un cancello metallico, dietro al quale il flash della fotocamera riesce a catturare solo un ripido cunicolo in discesa, probabilmente apparenente alla vecchia rete sotterranea militare ormai dismessa.

Continuando il giro nella parte alta del Monte, si può passare lungo il margine del dirupo che sovrasta Portonovo, immediatamente a ridosso della staccionata di portezione.
Questa vista panoramica (è un mosaico di 4 foto) non rende giustizia al posto:

Per capire quanto il sentiero sia a picco sul mare basta guardare la verticalità delle pareti rocciose: non soffro certo di vertigini, ma per fare questa foto ho preferito impostare l'autoscatto in maniera da avere il tempo di avvicinarmi MOLTO lentamente al bordo...

Abbandonata la zona panoramica, ci sono vari sentier più o meno marcati che permettono di scendere a valle: durante varie uscite ne ho provati diversi, però bisogna stare attenti a seguire quelli che portano verso ovest, altrimenti si rischia di non riuscire a tornare sulla strada (una volta mi sono ritrovato a dover risalire con la bici in spalla perchè ero arrivato alla sommità di un sentiero ripidissimo che portava al mare...).
Oggi decido di sfruttare la macchina digitale per fare anche un video: lasciata la MTB, posiziono accuratamente la Powershot a terra sul sentiero un pò a valle, proprio vicino ad una curva stretta, premo l'autoscato temporizzato, corro verso monte per inforcare la bici e scendere davanti alla macchina.
All'inizio tutto bene...

...poi arrivato all'altezza della curva stretta la ruota posteriore parte in derapata e
SBRANG!
becca in pieno la fotocamera, mandandola in mezzo ad un cespuglio!
Per fortuna ha retto all'urto solo con qualche graffio, la prossima volta la tratterò meglio.
Continuo la discesa su un sentiero molto ripido, i miei freni non sono proprio adatti al down-hill: in certi punti la ruota posteriore "sgomma" e perde la presa, mi tocca stringere al massimo il freno anteriore pregando che regga...
Piano piano la via diventa leggermente più pianeggiante ed il panorama comincia ad aprirsi su una delle vecchie cave: inconfondibile la scaglia rossa sulle pareti rocciose

Ormai il sentiero è quasi finito, si sbuca presto sulla SP1 che si percorre, in discesa, fino al bivio che riconduce all'auto.
Questo giro non è particolarmente lungo (sono una quindicina di chilometri) però è molto vario, panoramico e soprattutto gustoso.

sabato 20 maggio 2006

Parco del Cardeto - Il Bastione di S. Paolo

Questa è una delle tante perle storico/culturali/architettoniche che Ancona potrebbe vantare ma che nasconde accuratamente...
C'è da dire infatti che si potrebbero valorizzare meglio i beni "esterni" e "sotterranei" della città, diffusi un pò a macchia di leopardo sui vari colli e sotto varie zone (adesempio P.zza Roma).
In attesadi riuscire a partecipare ad una delle rare visite guidate ad "Ancona sotterranea", oggi riusciamo a visitare il Bastione di San Paolo al Cassero sul Colle Cappuccini di Ancona.
La zona è stata più volte trasformata e riadibita ad usi diversi nel corso dei secoli.
L'opera fu iniziata prima del1540 ed è sopravvissuta ad numerosi attacchi, a partire dall'assedio del 1799 (esercito russo-turco) fino al bombardamento nel 1944. La zona oggi si sta riqualificando, speriamo che vengano fuori i fondi per completare questa bella impresa.

martedì 25 aprile 2006

La Valle Operosa - Monte Nerone

Bel percorso adatto a chi, come me, ama gli ambienti vallivo-torrentizi ricchi di acque e di verde.
Comincio spiegando il nome dell’itinerario: il comprensorio del Rio Vitoschio ha ospitato per secoli uomini affumicati che hanno percorso la montagna con un’infinita rete di sentieri, l’hanno sfruttata decennio dopo decennio, l’hanno abitata in capanne di pietra a secco ancora visibili per poter accudire alle loro carbonaie. All’interno delle gole la montagna era luogo di sfruttamento e coltivazione, con gli alberi destinati ad essere tagliati non appena raggiunte le dimensioni idonee a produrre legna da ardere. Non solo: lungo i fossi le popolazioni avevano uno stretto legame con l’acqua e la presenza del mulino costituiva un vitale punto di ritrovo per tutta la comunità, diventando luogo adatto ad incontri e scambi… insomma in questa valle non ci si riposava mai!
L’accesso è molto semplice: provenendo da Piobbico o da Apecchio lungo la SS 257 al km 34 si trova un segnale turistico che indica l’inizio del sentiero.


Siamo un bel gruppo di partecipanti a questo tour: Baldo, Daniele, Sara, Dora, Drogo, Elisa, Emanuela e Francesco. All’inizio si cammina lungo una carrareccia di fondovalle attraversando una prima volta il torrente Vitoschio all’altezza delle “Porte” (cioè le pareti rocciose verticali che chiudono la valle).


Si prosegue lungo il sentiero che dopo “SUGGESTIVI GUADI” (parole della guida del CAI!) porta alla vista di due cascate sul Monte Cardamogna.



Forse una delle accezioni del termine “suggestivi” vuol dire “bagnati”, fatto sta che le donne della spedizione non riescono a saltellare da un sasso all’altro e il più delle volte, quando non ricorrono al sostegno di valorosi cavalieri, finiscono in ammollo…





Finalmente puntuale ed attesa arriva la pausa pranzo, durante la quale inciampo rischiando la vita per raggiungere il gruppetto dopo aver avviato l’autoscatto nella macchina fotografica (la prossima volta mi ricorderò di impostare più di 10 secondi!)


Proseguendo bisogna risalire sponda del torrente per raggiungere quota 637m… il fondo è abbastanza scivoloso e per poco non ci perdiamo Elisa, che mentre rischiava di franava rovinosamente a valle rideva allegra come se niente fosse!
A questo punto si dovrebbe incontrare un sentiero che risale verso destra (sinistra idrografica) e attraverso il quale tagliare la montagna per poi ridiscendere il Fosso del Mulino: questa è la teoria, in pratica i bivi non sono segnalati e complice la presenza di Alessandro Bussola Baldoni non riusciamo a trovare la via!
A dire il vero c’è chi non è poi tanto dispiaciuto di non poter proseguire… meglio ripercorrere in discesa la strada appena fatta che dover risalire in quota e fare molta più strada! Arriviamo alle macchine abbastanza stanchi e sporchi, qualcuna ha stranamente le scarpe e i piedi umidi, chissà come mai!!

Ad ogni modo io non mi accontento di metà itinerario, perciò propongo di “barare” e di prendere le macchine per raggiungere il termine del Fosso del Mulino e rifare a ritroso il sentiero: con me restano Daniele, Drogo, Dora e Baldo, gli altri tornano a casa.


La strada sbrecciata che porta al vecchio mulino è in salita ma non difficile, anzi con una 4x4 si potrebbe fare anche in macchina. Dopo pochi minuto arriviamo finalmente alla meta: sono evidenti i ruderi di quello che un tempo era un punto nevralgico della valle: una vecchia casa diroccata e soprattutto lo splendido mulino arroccato, coperto di edera ed affiancato dalla forra scavata dalle acque del torrente.




Le foto non rendono giustizia al luogo... veramente suggestivo.
Sul ritorno un'ultima scoperta: un muschio con una forma "inquietante"... vi ricorda qualcuno??


In conclusione: un'ottima uscita, sicuramente da consigliare!