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martedì 12 maggio 2009

Icnussa 2009 - Grotta Donini

Così come abbiamo cominciato alla grande la nostra settimana sarda con l'escursione a Su Palu, non possiamo certo farci mancare un gran finale con un'altra perla dell'Ogliastra: la Grotta Donini, che in pratica è una forra ipogea che si sviluppa per 1 km e che termina all'esterno con un salto di 47 m.
Anche in questo caso l'avvicinamento da Urzulei non è molto complicato, basta ritornare sulla SS125 direzione Nord (Dorgali) e dopo circa 3 km dal bivio si svolta a sinistra su una stradina panoramica a strapiombo sul paese. Si segue questa via per altri 2.5 km, fino ad un ultimo bivio dove si mantiene la destra. A questo punto ci ritroviamo su una sterrata che attraversa un magnifico altopiano, caratterizzato dal tipico paesaggio carsico e dalla presenza sorprendente di decine di animali liberi (mucche, maiali, capre, pecore, asini, cavalli...). La strada, se così si può chiamare, prosegue fra saliscendi e, trascurando altri sterrati secondari, si attraversa la parte alta della Codula di Orbisi su di un ponte e si prosegue fino agli ovili di Campos Bargios. Dopo alcune centinaia di metri la strada diventa lastricata, ma comunque abbastanza sconnessa (meglio non affrontarla con un'auto troppo bassa o sportiva). Si prosegue poi in mezzo al bosco su strada sempre lastricata fino alla zona di parcheggio, una rotonda intorno ad un leccio dove termina il lastricato.
Oggi siamo in formazione ridotta (io, Simona, Chicco e Maurizio) ed in pochi minuti siamo pronti per partire, ovviamente con i caschi speleo ma l'attrezzatura tipica da forra (comprese 2 corde da 60 m).
Dovremmo conoscere più o meno il sentiero per l'ingresso, sia perchè Chicco c'è già stato, sia perchè ci siamo passati vicino durante il trekking alla Gola del Gorropu.
Comunque saliamo sul dosso dove si trovano gli ovili di Sedda Arbaccas (Colle delle Vacche) e da qui una traccia di sentiero ci conduce in un baleno nel greto asciutto della Codula. Il pozzetto di ingresso, che per il raduno è attrezzato con una corda fissa, è qui da qualche parte... ma dove?? Dopo qualche minuto di ricerca troviamo l'imbocco in posizione un pò rialzata sulla destra dell'alveo, circa 300 metri a valle del nostro punto di discesa nel letto del torrente.
Con la muta durantre l'avvicinamento ho già un caldo boia, perciò la frescura che mi avvolge appena mi calo nell'oscurità della grotta è più che un piacevole abbraccio.
I primi ambienti della traversata sono piuttosto asciutti, bassi e con diversi cambi di direzione (all'entrata non bisogna seguire il ramo indicato con "la via del mondo"), però man mano che procediamo i volumi delle sale si ingrandiscono assieme alla quantità d'acqua.
La calata dal primo dei 3 salti principali termina su un lago profondo dove si comincia a nuotare, seguendo lo sviluppo principale della galleria e riposandosi di tanto in tanto sui depositi di sabbia e ghiaia.
Ci troviamo in un ambiente nuovo e a dir poco strano, ma in fondo non capita tutti i giorni di nuotare e seguire un torrente di montagna all'interno di una grotta!
Nonostante l'abbondante presenza di acqua, durante la progressione sono tentato spesso di tirare fuori la fotocamera dal barattolo stagno, ma ogni volta che scatto una foto l'umidità dà problemi (compreso un minaccioso "Errore 13" apparso per la prima volta in 3 anni sul display!). Comunque non demordo e continuo ad immortalare questi magnifici ambienti con l'aiuto dei LED-men!
Ma proprio dopo questa immagine, con l'autoscatto impostato per poter comparire anche io in una foto, avviene il dramma: il treppiedi perde aderenza sulla roccia umida e "PLUF", mi giro giusto in tempo per vedere il bagliore del display sprofondare nel laghetto!
Mi fiondo, anzi mi tuffo a recuperare la fotocamera e mentre la sollevo sopra il pelo dell'acqua il timer la fa scattare, prima di spegnersi definitivamente:
Abbandonato dalla "compagna fedele" di tante avventure (dal fondo del Cucco alla Spluga della Preta) proseguo lungo i meandri della grotta-forra, sperando vivamente che almeno la memory card non abbai subito danni...
Dopo un paio d'ore di Donini, alla fine ci avviciniamo all'uscita: in questa parte la luce del sole comincia ad insinuarsi tra le strette pareti di roccia, accendendo di colori intensi l'acqua limpida in cui nuotiamo
Le emozioni cominciano a farsi forti: ci affacciamo infatti a 3-4 metri d'altezza su una piscinetta pensile, che si estende a mò di balcone sul panorama esterno della Codula, a circa 50 m dal fondo! Con un salto su questa ultima "piscinetta con vista" arriviamo al traverso ed all'attacco della cascata finale. Questa uscita attiva della Donini è da tempo conosciuta dai pastori, che vedendola dal versante opposto l'hanno ribattezzata "Su Cunnu 'e s'ebba", un'espressione colorita che Simona preferisce tradurre con "la patatina della cavalla" (a quanto pare la morfologia del getto d'acqua che esce dalla spaccatura nella roccia ricorda proprio un'equina che urina...).
Nome a parte, la calata è fantastica, con una bella visuale sulla vallata circostante.
Bella grotta, davvero, peccato sia già finita.
Per il rientro ci dirigiamo sulla sinistra, risalendo la collinetta sul versante sinistro della Codula. Qui sopra si raggiungono le tracce di sentiero e gli "omini di pietra" che segnalano la via per rientrare alle auto.
Anche oggi la Sardegna ci ha mostrato una delle sue meraviglie, peccato solo per la mia fidata Canon, caduta con onore durante il servizio... eccola con il display ancora grondante di acqua:

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