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lunedì 22 dicembre 2008

Buone feste!

Verifica del corretto dimensionamento...
Auguri per un sereno Natale ed un promettente 2009!

domenica 14 dicembre 2008

Grotta Grande del Vento - Piani Superiori

Questo weekend, complice la chiusura del percorso turistico in vista della diretta televisiva di domenica, abbiamo la grande opportunità di goderci in esclusiva la Grotta Grande del Vento di Frasassi - Genga. Il nostro obiettivo principale è un giro dei piani superiori, ma con la grotta tutta per noi miriamo anche alla "conquista" dell'Abisso Ancona.
Sotto la guida esperta del più che veterano Marco ci siamo io, Stefano, Lello, Simona, Alessia, Marusca, Valentina e Lorena... un team tosto, insomma!
Il percorso attraverso il 3° e 4° piano comincia poco dopo Sala Duecento, alla destra delle passarelle turistiche, con una risalita che conduce a Sala Manhattan, così chiamata per la silhouette di un gruppo di grande stalagmiti che da lontano ricorda effettivamente lo skyline di New York.
Superati i "grattacieli" continuiamo attraverso uno scivolo di circa 12 m e dopo un paio di strettoie arriviamo a Sala Limone: dall'estremità sinistra raggiungiamo poi l'Abisso Genga. In questa zona si trova un incredibile fiume di cristalli che "scorre" lungo un cunicolo laterale.
Visti da vicino, questi cristalli bianchi e splendenti sembrano quasi di neve:
Ancora meravigliati per la scoperta di questa nicchia, torniamo indietro: di fronte al passaggio che abbiamo utilizzato per raggiungere questo ambiente (attenzione alla corda del traverso perchè i trefoli sono scoperti) si imbocca uno scivolo in salita, seguito da una serie di gustosi passaggi a zig zag che in poco tempo conducono alla strettoia subito prima di Sala Fredda.
Anche se qui come in tutti i 30 km del complesso Fiume-Vento la temperatura è decisamente calda, il nome deriva probabilmente dalla gran quantità di colate e concrezioni bianche che in parte rendono l'idea di un paesaggio invernale.
La pausa pranzo ci ricarica di energie e voglia di "esplorare" i dintorni di questa zona, così dopo aver imboccato a caso un pò di vie secondarie arriviamo in una saletta che si rivela una vera chicca:
Quello che a prima vista appare un ambiente normale e poco interessante, presenta invece delle particolarità quasi uniche e sicuramente di rara bellezza.
Quardando verso l'alto rimaniamo impressionati dallo sviluppo di una serie di concrezioni a vela (o fette di pancetta) decisamente inusuali, quasi tutte ripiegate su se stesse:
Anche abbassando lo sguardo, però, le sorprese non mancano: non faccio in tempo ad ammirare e fotografare una paleo-vaschetta piena di cristalli immacolati...
(che ricordano molto le geometrie dei fiocchi di neve)
...che Lello ci fa notare uno dei misteri ipogei più recenti, cioè i "cerchi di grotta". Sembra uno scherzo, ma dopo i "crop circle" anche questo fenomeno non sembra trovare spiegazioni convincenti.
Questo tour mi entusiasma ogni momento che passa... ridiscesi da Sala Cinzia, sulla via del ritorno c'è la ciliegina sulla torta. Ritornati all'Abisso Ancona, dove fervono i preparativi per la Messa in diretta, abbiamo l'opportunità di prova la lunga discesa, in un ambiente probabilmente unico per via dell'illuminazione straordinaria.
Il prezzo da pagare è la fatica della salita (dovrebbero essere un centinaio di metri di tiro sospeso nel vuoto), ma ne vale di sicuro la pena.
La foto non è abbastanza eloquente...
Dall'alto dell'enorme ambiente, che come ormai tutti sanno potrebbe contenere senza problemi l'intero Duomo di Milano, la vista è incredibile e mi rendo conto di trovarmi in mezzo ad una "nuvola": il microclima della grotta, infatti, tende a far accumulare tutta l'umidità nella sommità. Dopo la lunga discesa mi attacco di corsa alla bottiglia dell'acqua come uno che ha attraversato a piedi il deserto... nel frattempo si cimentano nell'impresa anche Simona ed Alessia.
Alla fine della giornata, come tutte le escursioni ben riusciute, concludiamo la bella uscita con la solita merenda da Giancarlo, nel piazzale della biglietteria.

martedì 9 dicembre 2008

La Rocca di Mondavio

Per la serie "un pò di cultura non fa mai male" ecco una valida proposta per un pomeriggio medioevale: la visita alla Rocca di Mondavio (PU).
Arriviamo nel borgo più o meno al tramonto e la vista sulle vallate dall'alto delle mura è davvero notevole. Approfittiamo dell'ultima luce del giorno per dare un'occhiata alle maestose macchine da guerra ricostruite (catapulte, trabucchi, ...) che sono distribuite intorno al castello. Tra di esse spicca un antico e temibile strumento di tortura: il CASTRATORUM! Decidiamo, solamente per amore della storia, di testare il ligneo supplizio su Niki...
La visita vera e propria, comunque, si sviluppa tutto all'interno della Rocca. I vecchi cunicoli sono ben restaurati, ma l'illuminazione riesce ad mantenere l'originario senso di mistero e inquietudine.
All'interno dei vari ambienti visitabili (dal forno alle stalle, passando per la sala delle torture fino al salone dei banchetti) vengono riprodotte scene di vita dell'epoca utilizzando manichini in costume.
Continuando a girovagare per i cunicoli, avvertiamo l'oscura presenza di un terrificante spettro imprigionato e costretto per l'eternità a vagare nella Rocca...
Scherzi a parte, il tour si conclude nell'"attico", dove sono in mostra le collezioni di fucili, cannoni, spade e delle altre armi da battaglia dell'epoca.
All'uscita la notte è ormai calata, ma l'imponente fortificazione appare comunque maestosa.
Per 4 euro non si può chiedere di più!
Maggiori info su www.mondavioproloco.it

giovedì 4 dicembre 2008

Earth from below

Questo è un magnifico scorcio dell'incredibile mondo sotterraneo che abbiamo il privilegio di poter visitare ed esplorare, sempre con quel timore reverenziale che istintivamente si prova davanti a meraviglie della natura così imponenti.
...magari devo ammettere che io ancora non ho mai scattato foto così suggestive, ma c'è tempo per migliorare!

lunedì 1 dicembre 2008

Inaugurazione Speleo-Baita 2008-09

Dopo tanta attesa, finalmente nel weekend abbiamo ufficialmente inaugurato la Speleo-Baita del GSS, il bell'appartamento che abbiamo affitto per tutta la stagione nel cuore delle Dolomiti.
La casa, o meglio la sede distaccata del gruppo speleo, si trova in Val di Fassa a Moena, precisamente nella piccola frazione di Sorte che sovrasta il paese.
Sicuramente qui come in tutto il comprensorio del Dolomiti Superski nessuno potrà lamentarsi per la mancanza di neve: i fiocchi sono caduti quasi in continuazione per tutto il weekend ed il paesaggio che avevamo intorno era, nel caso migliore, questo:
A parte qualche problema e rallentamento per il viaggio, comunque, non ci siamo fatti scoraggiare da 2 fiocchi di neve e tutto sommato ci siamo goduti un bel weekend con sciate, mangiate, bevute e pure una ciaspolata fuori programma.

sabato 22 novembre 2008

Acqua azzurra, acqua chiara

Un bagno esclusivo in un lago incredibile...
"Speleologo che riflette"

mercoledì 19 novembre 2008

Serata di glaciospeleologia a Senigallia: ci siamo...

Venerdì 21 Novembre 2008 il Gruppo Speleologico del CAI Senigallia organizza una serata dedicata alla glaciospeleologia, una disciplina che studia i mulini glaciali che si formano sui ghiacciai.
A prima vista potrebbero essere scambiati per “banali” crepacci, ma mentre questi ultimi si formano in seguito al movimento del ghiacciaio verso valle, i mulini sono creati dall'acqua che durante l'estate, grazie all'ablazione del ghiacciaio, scorre abbondante sulla superficie dello stesso, dando vita a volte a dei veri e propri canyons in miniatura.
Ad un certo punto l'acqua trova delle microfratture sul ghiacciaio che piano piano vengono allargate e da quel momento e' solo questione di tempo! Il mulino glaciale si sta formando e l'acqua precipitera' sempre più in basso. Ma la vita del mulino glaciale e' strettamente legata alla presenza dell'acqua. E' questa energia che permettera' di tenere aperto il mulino. Ad ogni stagione o talvolta durante la stessa il mulino si “sposta” verso a monte e la parte di valle è condannata a richiudersi.
Perpresentare questo mondo unico ed affascinante, la serata sarà suddivisa in due parti: durante la prima verrà proiettato un DVD documentario relativo alla spedizione fatta al ghiacciaio dell'Aletsch nel 2005 da alcuni membri del Gruppo Speleologico. Successivamente verranno proiettate delle fotografie con relativo commento ed alcuni brevi video relativi alla spedizione fatta sul medesimo ghiacciaio nell'ottobre di quest'anno (ho già messo qui una ghiotta anticipazione delle fantastiche immagini).

L’appuntamento, gratuito ed aperto a tutti i curiosi/interessati/amanti della montagna ,è alle ore 21,00 presso il Centro Sociale delle Saline a Senigallia, in via dei Gerani 8.
NON MANCATE

venerdì 14 novembre 2008

La Fisica reale: la Legge di Murphy ed altre verità

Dopo un pessimo venerdì lavorativo sono uscito dall'ufficio con l'ennesima conferma ad una delle leggi più fondate della Fisica Moderna: quella di Murphy.
Ma se appunto è vero che "se qualcosa può andare storto, allora lo farà" (ed io aggiungo "...di venerdì") ho trovato altri teoremi e postulati riguardanti il mondo dell'ingegneria e della progettazione:

Legge di Osborn
Le variabili non mutano mai, le costanti si'.

Prima legge delle modifiche
Qualsiasi informazione che comporti un cambiamento nel progetto sara' trasmessa al progettista dopo - e soltanto dopo - che tutti i disegni sono stati completati (Meglio conosciuta col nome di Legge dell' "Adesso me lo dicono!")
Corollario
In casi semplici, che presentino una soluzione ovviamente giusta e una ovviamente sbagliata, e' spesso piu' saggio scegliere quella sbagliata, in modo da aver gia' pronta la conseguente modifica.

Seconda legge delle modifiche
Quanto piu' innocua sembrera' una modifica, tanto piu' le sue conseguenze si estenderanno e maggiore sara' il numero dei disegni che dovranno essere rifatti.

Terza legge delle modifiche
Se, quando il completamento di un disegno e' imminente, le dimensioni vengono finalmente comunicate come sono in realta' - invece di come si era pensato che fossero -, si fa sempre prima a cominciare tutto da capo.
Corollario
E' normalmente poco pratico preoccuparsi in anticipo di eventuali ostacoli: se non ce ne sono, qualcuno si preoccupera' di crearvene.

Legge del centimetro perso
Nel progettare qualsiasi tipo di costruzione, nessun totale potra' essere calcolato esattamente dopo le 16.40 di venerdì.
Corollari
1. Nelle stesse condizioni, se una qualsiasi piccola dimensione e' indicata in millimetri, il totale risultera' del tutto impossibile a calcolarsi.
2. Il totale corretto risultera' evidente alle 9.01 di Lunedi'.

Leggi della confusione applicata
1. L'unico pezzo che la fabbrica si e' dimenticata di spedire e' quello su cui si regge il 75 per cento di quelli spediti.
Corollario
Non soltanto la fabbrica si e' dimenticata di spedirlo, ma il 50 per cento delle volte non lo produce nemmeno.

2. I tempi di consegna di qualsiasi merce sono direttamente proporzionali al bisogno che se ne ha.

3. Dopo aver aggiunto due settimane alla vostra tabella di marcia per ritardi imprevisti, aggiungetene altre due per i ritardi che davvero non prevedete.

4. In una qualsiasi struttura, il pezzo piu' importante fara' di tutto per andare a finire nel posto sbagliato.
Corollari
1. In un qualsiasi gruppo di pezzi che hanno lo stesso segno di montaggio, uno non dovrebbe averlo.
2. Non lo scoprirete finche' non proverete a metterlo dove il segno dice che va messo.

Le equazioni di Snafu
1. In qualsiasi problema contenente "n" equazioni, ci saranno "n+1" incognite.
2. L'oggetto o l'informazione che piu' sono necessari, saranno i meno accessibili.
3. Una volta che si saranno esaurite senza successo tutte le possibilita', ci sara' una soluzione, semplice e ovvia, che saltera' immediatamente all'occhio di chiunque altro.
4. I guai arrivano sempre a ondate.

Costante di Skinner
Quella quantita' che, moltiplicata per, divisa per, sommata a, o sottratta alla risposta cui si e' arrivati, da' la risposta cui si sarebbe dovuti arrivare.

Leggi di Gilb sull'inaffidabilita'
1. I computer sono inaffidabili, ma gli uomini ancora di piu'.
2. Qualsiasi sistema che dipende dall'affidabilita' umana e' inaffidabile.
3. Gli errori che non si trovano hanno un'infinita varieta', mentre invece quelli che si trovano sono per definizione finiti.
4. I costi degli investimenti sull'affidabilita' aumenteranno fino a superare quelli degli eventuali errori, o finche' qualcuno non insistera' che' si faccia qualcosa di produttivo.

Leggi di Golub
1. Le idee fumose servono a evitare di stimare gli eventuali costi di una loro realizzazione.
2. La realizzazione di un progetto mal pianificato richiede il triplo del tempo previsto; quella di un progetto pianificato con la massima attenzione solo il doppio.

Principio di Shaw
Fai un programma che anche un idiota puo' usare, e soltanto un idiota vorra' usarlo.

domenica 2 novembre 2008

Buca della Valcella - M.te Cucco

Continua la "scoperta" da parte del GSS delle cavità minori delle nostre zone, così dopo la bella uscita alla Voragine Boccanera, stavolta è il turno della Buca della Valcella.
Per l'assalto di questa domenica siamo io, Simona, Maurizio, Valentina, Lorena ed Emanuele, però presto ci accorgeremo che quella che sulla carta si presenta come una grotticella corta e poco profonda, in realtà si rivelerà una brutta gatta da pelare!
Iniziamo con l'avvicinamento, che almeno non è un grosso problema. Si parcheggia come al solito Pian di Monte (Pian di Volo), al termine della strada provinciale Sigillo - Monte Cucco, e ci si incammina nel prato pianeggiante che precede il pendio erboso del Monte Cucco, puntando verso una piccola capanna che si intravede all'interno di un boschetto di faggi sulla destra. Oltre il rifugio bisogna mantenersi sul sentiero che traversa la costa intorno a quota 1200 m, praticamente alla stessa altezza di dove si è parcheggiata l'auto. Dopo circa 1 km, il sentiero si immette nella valletta, molto marcata ed ampia, che scende da Ovest: la Valcella. A questo punto si deve scendere al centro del canalone fino ad arrivare sulla sommità di un'alta parete rocciosa verticale. Sulla destra, al di sotto di una paretina e su una specie di terrazzino, si apre il soffiante e stretto foro d'ingresso della cavità.
(Ad essere sinceri, senza le giuste indicazioni noi ci siamo dovuti sparpagliare per "ruspare" come dei cinghiali in tutti gli anfratti prima di trovare l'accesso...)
Le difficoltà iniziano immediatamente, perchè bisogna strisciare come un verme in una strettoia molto angusta, con fondo terroso e viscido. Il primo ambiente ipogeo che si raggiunge già mostra le caratteristiche peculiari di questa cavità: poco spazio, rocce lamellari a spigolo vivo, frane con blocchi più o meno grandi.
Continuando a scendere raggiungiamo il primo pozzo e scopriamo l'unica bella notizia della giornata: la grotta è già armata, perciò non siamo costretti a portarci dietro le corde necessarie per superare i 6 maggiori salti.
C'è poco da rallegrarsi, comunque, perchè il pozzo presenta una strettoia dopo il frazionamento che crea, già in discesa, qualche problema di passaggio con lo zaino ed in più scarica detriti alla base. Mano a mano che avanziamo, la buca comincia a mietere le prime "vittime" che rinunciano alla progressione, poco convinti dall'ambiente.
Senza scoraggiarci troppo, io, Simona, Cristian e Valentina continuiamo la discesa nelle tenebre e finalmente arriviamo alla parte attiva della cavità: la prosecuzione infatti avviente in una piccola forra scavata nella roccia, con un rivolo d'acqua che scorre sul fondo.
Il paesaggio è sicuramente grazioso, ma le dimensioni dei passaggi sono a dir poco odiose... in alcuni tratti il casco rimane incastrato!
Ad un certo punto consiglio di sfruttare uno spit piantato in basso a destra, prima di un saltino: visto il poco spazio a disposizione montiamo una placchetta con una fettuccia che si rivelerà un aiuto prezioso in risalita. Tanto per tribolare un pò, abbiamo anche dovuto ri-filettare lo spit, lavorando di sbiego (come le figure egizie nei geroglifici) e col casco perennemente bloccato tra le strette pareti del mini-canyon.
Purtroppo più scendiamo e più "pezzi perdiamo": adesso sono Cristian e Valentina ad abbandonare la spedizione...
Più avanti le dimensioni dell'ambiente migliorano un pò ed un traverso ci immette in un secondo pozzo armato che si sviluppa all'interno di due piani rocciosi paralleli, su una spaccatura netta.
Alla base di questo salto, tanto per cambiare, tocca imbucarsi nell'ennesima piccola apertura... ed a questo punto rimango solo, perchè Simona decide di aspettarmi qui.
Non mi va di tirarmi indietro troppo presto e di arrendermi ad una grotta con un nome così mite e dozzinale... cederei più volentieri dinnanzi ad un ABISSO o ad una VORAGINE, ma non al cospetto della "Buca della Valcella"!
Rimasto solo, avanzo carponi verso il successivo pozzo, che poi è la prosecuzione del precedente, interrotto alla base da una frana. La differenza tra i due salti,però, è che adesso le due pareti rocciose sono ancora più ravvicinate, perciò fatico addirittura a montare il discensore!
La tribolazione è ricompensata dal raggiungimento della sala più grande della Valcella, costituita da un'ampia galleria che inizia da una parete con scorrimento d'acqua e termina al di sotto di una forra (si vede l'imbocco nel soffitto) ormai inattiva. Ma dove proseguirà mai la grotta?? Mi guardo intorno... niente. Poi mi abbasso al di sotto dell'ennesima frana e trovo una nuova angusta strettoia! Basta, mi arrendo anche io, anche perchè non ho voglia di ridurre la tuta a brandelli.
Ormai battuto, torno indietro...
... ed in salita ovviamente ci stanchiamo molto più che in discesa. Negli ambienti più stretti, poi, ogni movimento sbagliato è punito da una fitta di dolore per l'urto contro uno sperone roccioso...

All'uscita della caverna la vita torna a sorriderci: il cielo è limpido, il sole irradia un bel tepore ed una gustosa crescia calda ci aspetta nel rifugio da Tobia!
A parte la nostra ingloriosa ritirata, devo riconoscere che la Buca della Valcella è un ottimo allenamento impegnativo per chi vuole cimentarsi con gli ambienti meandriformi tipici di molte grotte.

sabato 25 ottobre 2008

Glaciospeleologia - Aletsch 2008

Purtroppo devo confessarlo immediatamente... io non ho partecipato a questa avventura alpina del GSS, organizzata nei giorni scorsi da Roberto, Uliano e Chicco.
Una cosa però mi è parsa chiara ed evidente appena ho visto le immagini del reportage fotografico: prima o poi ci andrò.
Le foto eccezionali che hanno scattato durante la loro "vacanza" parlano da sole più di mille parole, perciò lascio a loro il compito di descrivere l'ambiente incontaminato del ghiacciaio Aletschgletscher.
SOPRA IL GHIACCIAIO

DENTRO IL GHIACCIAIO

SOTTO IL GHIACCIAIO
Mozzafiato, non è vero?
Foto di Francesco Mancini e Roberto Zenobi

sabato 18 ottobre 2008

L'arco naturale di Fondarca - Monte Nerone

Tra le tante (e poco conosciute) bellezze naturali delle Marche va sicuramente ricordato l'arco naturale in roccia di Fondarca, sul Monte Nerone.
Questa originale e rara "architettura" è in realtà il risultato dell'antichissimo crollo della volta di una grande grotta, della quale attualmente rimangono solo le pareti e l'ampia volta dell'ingresso. Per arrivare non bisogna nemmeno faticare molto: da Cagli si prosegue per Pianello, superato il quale ci si dirige a Pieia per una stradina tortuosa e molto stretta (anche perchè ad un certo punto è mezza franata!). Arrivati al paesino si parcheggia e si imbocca il sentiero che comincia sopra i lavatoi pubblici e supera il campo di bocce. Dopo 10 minuti di cammino ci si trova ai piedi dell'imponente portale di roccia e ci si aprono davanti le lisce pareti ad anfiteatro, vero regno degli speleologi.
Qui infatti viene attrezzata una delle più belle palestre speleologiche della regione, con numerosissime "vie" alte fino a 50 m!
Anche oggi la truppa del GSS è venuta a fare un pò di allenamento e di ripasso delle tecniche d'armo: alle corde ci siamo io, Maurizio, Valentina, Marusca e Barbara, con Samuele e Francesca come ospiti.
Il clou della giornata è quando io e Valentina armiamo le due vie alte 50 m: qui come in nessuna grotta si percepisce perfettamente l'altezza, perciò facciamo ogni operazione con MOLTA attenzione...
Arrivando a piedi nella parte più alta del complesso calcareo, dopo un primo corrimano ed un primo frazionamento ci ritroviamo immediatamente sopra le vie, con una partenza "a tetto" da brivido.
Sia io che Valentina controlliamo bene il fissaggio delle placchette, la chiusura dei moschettoni e la correttezza dei nodi a coniglio... anche perchè di lì a pochi istanti saremo appesi proprio alle corde che stiamo fissando.
Alla fine delle operazioni tutto fila liscio e ci caliamo nel vuoto, questo è un assaggio di quello che si prova.


Insomma, sia che siate speleologi, escursionisti o passeggiatori della domenica, non potete farvi mancare una visita in questo ambiente molto particolare.

venerdì 10 ottobre 2008

Video "Dark ambient @ Grotta del Fiume"

Finalmente ho messo su Youtube il video "Dark ambient @ Grotta del Fiume", un bellissimo e suggestivo montaggio che abbina i paesaggi mozzafiato della Grotta del Fiume di Frasassi/Genga con un tema musicale che crea molta atmosfera... scusate la modestia ma a me gusta un bel pò!
Che ne dite?

domenica 5 ottobre 2008

"Armageddon" a Voragine Boccanera...

...ovvero prove e tecniche d'armo in grotta!
Certo il nome della "missione" è un pò esagerato, comunque lo scopo dell'uscita di questa domenica è ugualmente importante: con Cristian abbiamo pensato di allenarci in una cavità che non conosciamo ed ovviamente non attrezzata. La Voragine Boccanera si apre nel versante orientale del Monte Cucco ed è caratterizzata essenzialmente da un traverso e da due pozzi importanti (Beat e Miliani).
Si uniscono a noi nell'esplorazione di questa "novità" anche Luca, Mattia e Simona (quest'ultimi ancora non sanno di essere stati eletti "Disarmageddon"...).
L'avvicinamento non è troppo impegnativo: si parcheggia a Pian delle Macinare e si prosegue a piedi lungo il Sentiero 1 (quello che porta a Val di Ranco, altra località dalla quale si può accedere all'imbocco). Dopo un tratto piuttosto pianeggiante e superato il Passo del Lupo, si comincia a scende lungo il versante. Quasi al termine della discesa più ripida parte a sinistra il Sentiero 16 (sono ben segnate le indicazioni per la minuscola ferrata di Boccanera) che in pochi minuti porta all'ingresso basso della cavità.
Arriviamo qui già accaldati, anche perchè abbiamo con noi abbastanza materiale (in realtà per visitare tutta la grotta basterebbero una corda da 60 m ed una da 90 m, oltre che una quindicina di moschettoni ed una fettuccia, ma noi abbiamo più roba).
Comincio io ad armare il traverso (corda da 60) che aggira il grande scivolo sovrastante il Pozzo Miliani e che porta ad un passaggio non molto visibile esattamente nella parte opposta dell'ingresso.
In questo punto è importante fare attenzione a non scaricare ciottoli sui compagni eventualmente a valle, ma soprattutto fare molto rumore per avvertire gli escursionisti che a volte raggiungono l'ampio atrio della Callara (ingresso alto del sistema): è fin troppo facile, infatti, che da qui si stacchino grossi blocchi, o anche che qualcuno butti qualche masso per "sentire" quanto è profondo l'abisso, con conseguenze terribili per i malcapitati speleoologi.
Ritornando al mio traverso, ho fatto la mia figura da idiota non vedendo il piccolo buco che immette nel pozzo Beat e quindi sendendo troppo in basso... vabbè, capita!
Dopo questa strettoia è il turno di Cristian con la corda da 90 m con la quale armare il pozzo Beat (5 spit ed 1 armo naturale).
Il bello della grotta, si fa per dire, comincia adesso perchè giunti in un vasto ambiente la prosecuzione + in uno stretto passaggio sotto frana. Già in discesa non è facile avanzare... almeno la gravità dà una mano per superare un bel tratto angusto che termina su uno scivolo di pochi metri, già armato.
Siamo ormai negli ambienti terminali e dopo un pò di cammino su vie molto fangose e scivolose raggiungiamo Sala del Canto, caratterizzata da scorrimento d'acqua che proviene da una imponente marmitta scavata nel calcare.
La via del ritorno, come prevedibile, si rivela molto faticosa non tanto per il fango scivoloso che costringe a salire gli scivoli tirando fuori gli artigli per aggrapparsi, quanto per la difficoltà nel far avanzare gli zaini lungo i tortuosi budelli... alla fine e senza troppi lamenti, comunque, torniamo nell'ambiente ben più ampio del Pozzo Beat. Qui in risalita tocca a Mattia sperimentare il divertimento di disarmare un pozzo...
Ritornati alla fine del traverso iniziale, ancora illuminati dalla luce del sole che passa attraverso le due aperture degli ingressi, decidiamo ovviamente di scendere anche nell'altro fondo, a circa -80 m di quota.
Stavolta tocca a me il ruolo di "armatore" e dopo aver perso un pò di tempo per trovare gli ancoraggi migliori e più recenti (4 spit per i frazionamenti) mi calo nel vuoto in un maestoso ambiente circolare di 12 m di diametro.
La particolarità di questo fondo è che la luce diurna riesce comunque a filtrare fino al pavimento, costituito da una grossa frana che nasconde e impedisce la scoperta di ambienti probabilmente enormi.
Ormai la spedizione sta per concludersi, resta giusto la fatica di disarmare che stavolta tocca a Simona.

La giornata è stata lunga (siamo usciti col buio) e abbastanza faticosa ma sicuramente molto gratificante, peccato solo che non ci siano foto e video che mostrino l'orrore che si è impossessato di Simona quando nel buio assoluto una creatura ipogea, perfettamente mimetizzata con la tua infangata, è sbucata da una nicchia nella roccia e l'ha assalita... spettacolare!!!

lunedì 29 settembre 2008

Mostra fotografica "Sport, che passione!!"

A tutti gli amanti dello sport, a tutti i patiti di fotografia o, ancora meglio, a tutti gli appassionati di sport & fotografia consiglio una visita alla mostra "Sport, che passione!!" organizzata al Lazzaretto di Ancona.
Tra le varie immagini proposte c'è una selezione di Luca Coppari, che con l'aiuto dei ragazzi del GSS vuole far conoscere meglio al pubblico il mondo dell'arrampicata sportiva. Tutti i dettagli nella locandina seguente... non perdetevela!

domenica 28 settembre 2008

Il matrimonio di Lucia & Paolo

Finalmente ho alcune foto del matrimonio-evento di Castelferretti, cioè la grande festa di Lucia & Paolo Caimmi.
La Chiesa era letteralmente gremita di gente, con numeri da record: oltre ai 4 testimoni dello sposo (si si, 4 solo perlui!) sull'altare c'erano ben 4 sacerdoti ed un diacono (il papà della sposa).
Grande festa poi al ristorante, dove siamo stati messi all'ingrasso con un "frugale" pasto con antipasto, 3 primi, 3 secondi, contorni e torta!
Dopo una tale abbuffata, complice magari qualche bicchiere di vino di troppo, eccoci intenti a tramare loscamente per dominare il mondo...
Ultima foto di gruppo...
Ancora una volta: W gli sposi!

domenica 21 settembre 2008

Grotta del Fiume - Ramo Speedy Gonzales

Il mondo degli speleologi non è fatto solamente di buio, fango e fatica: ci sono ambienti, geometrie e colori che esistono solo nel cuore della terra, al riparo dall'azione distruttiva dell'uomo, dell'acqua e del tempo.
Consapevoli di questo, in una zona molto pittoresca della Grotta del Fiume di Genga abbiamo deciso di realizzare un "safari fotografico", con la speranza di cogliere al meglio la bellezza di certi scorci che solo in pochi abbiamo avuto il privilegio di ammirare dal vivo.
Ottenuti i permessi dal Parco, finalmente risuciamo ad organizzare la spedizione della "sporca dozzina" (anche se in realtà siamo 12+2!).
Questa mattina con me ci sono anche Barbara, Cristian, Emanuele, Lorena, Luca, Marusca, Mattia, Maurizio, Michele Butcher, Simona, Stefano L, Valentina e Christian V. come special guest: la destinazione è il ramo Speedy Gonzales, cioè il fondo della zona del "Mexico".
L'itinerio non è molto complicato e la progressione è semplice, ad eccezione di un paio di passaggi più faticosi (ma non troppo).
Entrati dal fiume, il primo ostacolo che ci fa rallentare è il Pozzo dei Cristalli con il suo affollato traverso, che mi da l'occasione per testare alcuni settaggi della macchina fotografica.
Il percorso continua piuttosto velocemente, superando senza intoppi il Buco del Tarlo e Sala della Felicità.
Proseguendo risaliamo la frana dopo la Sala della Luna ed imbocchiamo la galleria discendente sulla sinistra, che di lì a poco ci conduce al fantastico Rhinoceronte: approfitto di qualche rallentamento durante la discesa per scattare una bella foto della comitiva in fila indiana, sovrastati dall'enorme testone di roccia!
L'itinerario prosegue più o meno sempre dritto, fino ad incontrare la roccia forata che segna l'attacco del pozzo del Mexico, risalito il quale si apre una galleria piena zeppa di stalagmiti che costellano tipo cactus il paesaggio.
Proseguendo lungo questo ambiente purtroppo il fango aumenta sensibilmente e si raggiunge il vero crocevia della zona del Mexico, Sala Sonora.
Da qua partono 3 vie: dallo sprofondamento di destra si accede alla zona della "Mulecca", sempre sulla destra, ma oltre lo sprofondamento si raggiunge la zona "Pancho Villa", mentre la via del fondo prosegue oltrepassando la sala (o meglio la distesa di fango) seguendo fedelmente la parete sinistra.
Si raggiunge così una galleria spaventosamente fangosa ascendente che, subito dopo, ridiscende. A questo punto occorre cercare un non ovvio passaggio sulla sinistra che riporta su un'altra galleria fangosa (tanto per cambiare!) al termine della quale, sulla destra, si può notare una corda che sale (P7).
A questo punto cominciano i gustosi traversi Speedy Gonzales, molto aerei e scivolosi. La parte che dà più soddisfazione è sicuramente il tratto dopo l'ultimo frazionamento, che in realtà è un "travendolo" (ibrido tra traverso e pendolo) da superare con la tigna.
Anche qui il gruppo rallenta parecchio, così in pochi ci stacchiamo per avvantaggiarci con le foto. Più avanti si entra in una galleria che da accesso alla Sala Speedy Gonzales, che va scesa mantenendo la medesima direzione.
Sempre tirando dritto si risale su roccia pulita e finalmente si raggiunge una prima serie di concrezioni, laghetti e colate molto graziose.
Superato questo bell'ambiente si raggiunge un bivio, nel quale si prende la galleria fangosa di sinistra e la si tiene sino ad incontrarne un'altra estremamente franosa che va seguita a sinistra e più avanti, ad un incrocio, subito a destra (segnalata).
(Suggerimento: in questa zona un buon aiuto per non perdersi è seguire i punti del rilievo topografico). Si deve avanzare superando la frana fino ad una stanzetta che in basso procede fangosa e, superato un passaggio molto basso ed in risalita (una sorta di V), si riallarga in una spaziosa galleria che finalmente porta al magnifico laghetto.
Qui le immagini più delle parole riescono a descrivere il panorama che ci si para davanti:
E' incredibile vedere come anche nel buoi assoluto l'acqua illuminata dalla luce artificiale si illumini di azzurro.
Un'ultima panoramica del lago coi suoi incredibili colori:
Il fondo del ramo Mexico si raggiunge in pochi minuti a piedi, oltrepassata la sala del lago.
Questo itinerario è tra i più piacevoli del complesso Fiume-Vento e sicuramente merita una visita.
Grazie a tutti i compagni della sporca dozzina per il contributo al set fotografico, sintetizzato in questo video che rappresenta la perfetta fusione fra musica dark-ambient e la speleologia.