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sabato 6 ottobre 2007

Traversata Mezzogiorno - Beata Vergine

Questa è una delle uscite classiche nella zona di Frasassi, adatta anche per i corsi di speleologia; è la mia prima traversata, perciò spero di imparare anche qualcosa sulla discesa in corda doppia. La guida di oggi è Marco, poi ci sono anche Valentina, Simona e Barbara: 3 donne contro 2 uomini, sarà dura resistere a tutte le chiacchiere e al gossip che faranno!

Per raggiungere la Grotta di Mezzogiorno, l'ingresso alto del sistema, bisogna lasciare l'auto nel parcheggio al termine del paesino di Pierosara, da lì si procede a piedi sul sentiero che porta al Foro degli Occhialoni, deviando dopo circa 20 minuti sulla destra per una ripida salita tra gli alberi.
Già qui alcuni partecipanti iniziano a fiottare... si vede chi è un pò fuori allenamento!
Il cancello d'accesso si apre sotto un bell'anfiteatro di roccia (ben visibile anche dalla strada provinciale), sulla cui parete si aprono anche altre cavità di modesta estensione.
Dopo la prima sala iniziale la grotta si snoda su un lungo cunicolo basso (non è male indossare le ginocchiere!) con un paio di strettoie piuttosto anguste.
Dopo una piccola colata, finalmente il soffitto si fa più alto e possiamo rimetterci in piedi...
...siamo nella Sala Nera: all'estremità di questo ambiente, sulla destra, c'è una risalita di 5 m, ma Marco si arrampica qualche metro prima (ci sono più appigli sulla parete) e poi ci cala una corda per sicurezza.
Si prosegue su uno scivolo di circa 40 m dove usiamo entrambe le corde da 40 che ci siamo portati: il Nonno prepara l'armo (che in realtà consiste nell'unire le due funi con un nodo) in maniera da calarsi a contrasto sul nodo stesso e poi recuperare entrambe le corde, tirandone una dal basso.
Al termine dello scivolo comincia il primo vero pozzo (35 m), al termine del quale si arriva alla Galleria dell'Organo. Mentre Babi viene presa da una irrefrenabile voglia di cantare (vista l'età è anche costretta ad inventarsi le parole1), io ne approfitto per rimettere l'acqua nella fisma. Mi faccio prestare la "peretta" nuova della Faggi e dopo aver ricaricato il serbatoio dò il via ad una guerra di schizzi... ma alla fine scende il Nonno per riportare l'ordine!
Piegate le corde proseguiamo attraverso una serie di concrezioni fino ad arrivare alla Sala Azzurra, un ambiente molto alto con le pareti chiare.
Rimanendo a sinistra c'è un piccolo salto da superare, con un frazionamento dopo un paio di metri: mentre Marco prepara l'armo e scende per primo, la First Lady mi ordina di passare avanti. Dopo neanche due minuti, quando bisogna decidere chi scenderà per ultimo per disarmare, Barbara mi dice che dovrei scendere io per ultimo! Boh, sarà colpa della solità età... o forse prima si rivolgeva a Ivano...
Comunque stavolta è la Faggi che si offre di scendere per ultima, con Marco che le fa sicura dal basso.
Più avanti vedo una corda che proseguein basso dietro un dosso, la scendo fino a trovare un'apertura fra i massi di frana: è l'inizio del Pozzo Elicoidale. Questa volta avrò io l'onore di scender per ultimo, in doppia, col discensore robot di Marco!
Poco più avanti le pareti cominciano ad essere bianche e da una finestra sulla sinistra si può ammirare dall'alto la candida Sala Massi, che si raggiunge con un due pozzi successivi da 8 e da 14 m.
Tra i due facciamo una breve pausa e mentre Valentina scarbura (non le funziona l'acetilene) ci racconta proprio di un operaio del cantiere navale al quale è esploso un guanto per un accumulo di tale gas.
Per rimanere in argomento e per dimostrarle che avevamo capito la pericolosità dell'acetilene, appena proviamo a riaccendere il suo fotoforo prende invece fuoco una perdita dal tubo di gomma! Per fortuna riusciamo subito a soffocare le fiamme senza
Per proseguire bisogna cercare il passaggio della F... fessura!
Ormai siamo a buon punto, davanti a noi c'è solo un ultimo ampio pozzo frazionato da 20m (il Camino 3B). Arrivo per primo alla base e mi metto a curiosare tra le decine di scritte lasciate negli anni dai visitatori: tra le tante (c'è anche una croce dell'anticristo...) c'è una targhetta del 1959 (almeno mi sembra!) in cui i primi modesti esploratori (in risalita) del sovrastante Camino 3B si vantano di aver raggiunto e visitato la parte più suggestiva della grotta.
Ripartiamo alla volta della Galleria del Guano, regno incontrastato dei pipistrelli, caratterizzata dall'odore pungente e dalle montagne di escrementi di chirotteri!/span>
Mentre discendiamo lungo la scivolosissima via c'è il tempo per ammirare un tuffo in scivolata con urlo della Babi (voto 6.5) e per scorgere una rara sfuggente creatura che non avevo mai incontrato: il ratto cavernicolo!
Le pareti di questi ambienti (non siamo lontani dall'uscita) sono caratterizzate dalle tipiche "macchie di leopardo", causate dalla crescita di colonie di microrganismi:
Poche decine di metri ancora e finalmente ritorniamo alla luce del sole, sbucando proprio dietro al Tempio della Beata Vergine.
Manca però ancora una tappa fondamentale per completare l'escursione: la deliziosa merenda dal ciauscolaro!/span>

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