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domenica 27 luglio 2008

Incursori al Lago del Predil

Dopo le fatiche della forra del Rio Simon e dopo un'intera notte di riposo (accampati in stile ROM sotto un viadotto del Tarvisio), i 5 avventurieri si svegliano pieni di idee.
Per la giornata di oggi iniziamo ad elaborare e a scartare un pò di proposte, nell'ordine:
- altra forra, scartata perchè siamo stanchi ed il meteo incerto,
- giro turistico in Slovenia, scartato perchè troppo lontano e a rischio traffico,
- visita al Vajont, scartata perchè lontana,
- escursione sul Canin, scartata dopo esserci già cambiati per aver perso la funivia,
- tour delle Cave e della Miniera del Predil, scartata perchè non le abbiamo raggiunte...
...alla fine ci siamo fermati sulla sponda del Lago del Predil, praticamente lungo il confine.
A parte la lunga scelta della meta, la destinazione si rivela vincente. Parcheggiamo le macchine proprio in riva a questo bello specchio d'acqua verde, incorniciato dalle montagne e dominato da un piccolo isolotto.
La zona è gremita di turisti stranieri e villeggianti italiani che si godono in tranquillità la giornata di sole, così il nostro arrivo sembra proprio lo sbarco di una truppa d'assalto: in pochi minuti, infatti, indossiamo le mute e ci immergiamo alla conquista del lago!
L'acqua è molto fredda, perciò a parte qualche canoista tedesco ci siamo solo noi "men in black" che scorrazziamo lungo la sponda, alla ricerca di qualche struttura da cui tuffarci...

Alla fine gli "incursori" riescono nell'impresa di conquistare tutti gli avamposti sul lago...
Dopo un'ora e mezza di bagno la fame comincia a farsi sentire, così torniamo ancora una volta a Tarvisio per pranzare (alle 15.30!) prima di ripartire verso casa.
Lungo la strada passiamo davanti al vecchio complesso minerario di Predil: le strutture sembrano molto ben conservate e valorizzate dal museo, sicuramente le visiterò non appena avrò la possibilità.

Il weekend friulano si è già concluso dopo due piacevoli, lunghe e faticose giornate trascorse con la giusta compagnia... non vedo l'ora di ripartire!

sabato 26 luglio 2008

Canyoning sul Rio Simon

Il lungo weekend friulano che abbiamo organizzato prevede come "piatto forte" la discesa della forra del Rio Simon, uno dei migliori itinerari della regione che in condizioni di portata normale si percorre piuttosto agevolmente, ma in occasione delle piene può costituire un pericolo mortale.
Per questa spedizione "tosta", quindi, solo un manipolo di valorosi del GSS si fa avanti ed i partecipanti sono 5 (con me anche il Presidente Roberto, Chicco, Cristian e Lorenzo Cimice Porno).
Scopriamo una prima "sorpresa" venerdì sera durante il viaggio, ovvero siamo costretti a partecipare alla grande NOTTE BIANCA DI RESIUTTA! Come era prevedibile, infatti, arriviamo a destinazione molto tardi e dopo aver montato le tende ci addormentiamo più o meno alle 4.00, giusto 3 ore e 45 minuti prima del suono della sveglia! La giornata però inizia al meglio, perchè Chicco e Cristian tirano magicamente fuori dalla macchina un vassoio di biscotti di pasticceria... ottimi, soprattutto ci danno il pieno di energie necessarie per il lungo itinerario che ci aspetta.
In pochi minuti raggiungiamo la Chiesa del piccolo borgo di Roveredo (bisogna girare a sinistra in uno svincolo della Statale 13, direzione Travisio). Qui ci cambiamo e portiamo una delle macchine all'uscita della forra, che si trova sulla stessa strada che porta a Roveredo, in una piazzola sulla destra immediatamente dopo un ponte che attraversa un ampio torrente.
Una delle caratteristiche peculiari del canyon del Rio Simon è sicuramente il sentiero di avvicinamento: a pochi metri dalla Chiesa si deve infatti imboccare un sentiero lastricato che conduce inizialmente al cimitero locale e poi, diventando una traccia battuta, si inerpica nel fianco della montagna fino a ricondursi all'attacco vero e proprio della forra.
Gli scenari che attraversiamo sono davvero fantastici ed in parte fanno dimenticare il caldo, la fatica e l'invasione di insetti...
Il sentiero costeggia in quota la gola del torrente,
fino a diventare una striciolina di terra di pochi decimetri che taglia la parete quasi verticale della montagna!
So che non si direbbe, ma in mezzo alla foto precedente si intravede il sentiero che segue la parete rocciosa.
Dopo quasi 3 ore di faticoso cammino sotto il sole, con il peso di tutti i materiali e le mute sulle spalle, finalmente arriviamo sul letto del Rio Simon.
La lunga discesa di 7 ore può iniziare...
Premetto subito una cosa importante: la prima parte della forra è molto poco acquatica e bisogna prevalentemente camminare, ad eccezione di poche calate. Con il caldo e la muta, quindi, questo tratto iniziale è molto stancante e potrebbe tranquillamente essere saltato. Come consolazione per la fatica, però, devo sicuramente ammettere di essermi goduto il panorama mozzafiato dell'intero sentiero di avvicinamento.
La "vigorosa" portata d'acqua rende sicuramente più gustosi i passaggi più stretti e le calate vicino alle cascate
Peccato solo che su km e km di canyon i dislivelli saltabili sono piuttosto pochi (noi ne abbiamo fatti al massimo 6 o 7).
In uno dei rari salti assistiamo ad un'esibizione fenomenale della Cimice, che in stile "polena" si è attaccato con le braccia alla roccia sporgendo poi in avanti con tutto il corpo, prima di cadere rovinosamente in acqua, ovviamente con una mezza "panzata"!
Proseguendo verso valle il torrente presenta una continua alternanza di tratti ampi (=gran camminate!) e di suggestivi tratti inforrati molto acquatici

Dopo 7 ore e nel pieno rispetto della tabella di marcia raggiungiamo, esausti ed assetati, l'uscita della forra. Per riprenderci ci vorranno una grossa bevuta, una buona cena ed una lunga dormita!

Riflessione
Il percorso di oggi si è rivelato lungo e stancante, ma piuttosto semplice. Non abbiamo però sottovalutato il problema delle piene ed avevamo controllato scrupolosamente le previsioni del tempo, memori dell'incidente mortale avvenuto qui ad inizio mese. Durante la discesa, imprigionato in un gorgo d'acqua, abbiamo trovato questo casco da torrentismo spaccato:
Forse si trova lì dal giorno dell'incidente o forse no, comunque la sua vista ci ha fatto riflettere su quanto sia importante agire coscienziosamente senza mai sottovalutare le insidie ed i pericoli della montagna.

sabato 19 luglio 2008

La Fano dei Cesari MMVIII

La grande novità dell'edizione 2008 della "Fano dei Cesari" è sicuramente stata la festa serale di sabato, con le sfilate e le corse tra le bighe in notturna seguite poi dalla Notte Bianca Romana.
Dopo alcuni anni in cui per un motivo o per un altro avevo dovuto rinunciare a partecipare alle celebrazioni, finalmente questa volta sono riuscito a vivere al meglio l'evento calandomi nelle vesti (improbabili!) di un valoroso centurione romano:
Qualcuno che non conosce la manifestazione può pensare che sia impazzito vestendomi così a 5 mesi dal Carnevale, ma in realtà si stima che oltre ai 10.000 visitatori "normali" ci fossero ben 4.000/5.000 persone vestite da antichi romani!
Siamo arrivati in centro giusto in tempo per goderci la sfilata delle VI circoscrizioni, ispirate a miti e a scenari di vita rigorosamente romani.
Il momento più atteso della nottata, però, è stata la sfida delle bighe: le sei circoscrizioni si sono sfidate a coppie in un mini-torneo, al termine del quale ha vinto la V Circoscrizione.
Incredibile un sorpasso in curva con la biga in derapata!
Al termine delle celebrazioni tutta la fiumara di gente si è spostata sul lungomare, con la Notte Bianca fino all'alba. Anche al Lido molti giovani erano in costume classico e così le discoteche all'aperto erano popolate di schiavi, messaline, patrizi, plebei e centurioni.

(Alcune foto sono tratte dal resto del Carlino)

domenica 13 luglio 2008

Fosso del Rio - Monti Sibillini

L'uscita torrentistica di oggi ha come meta il Fosso del Rio, affluente sinistro del Tenna, proprio in corrispondenza dell'inizio della Valle dell'Infernaccio. Ed onfatti tutti i visitatori di questo semplice percorso escursionistico possono ammirare la cascata finale della forra, durante il sentiero di avvicinamento che dal parcheggio porta alle "Pisciarelle": questo è quello che si vede guardando il versante opposto
Non sembra un gran che, ma da vicino ovviamente il punto di vista cambia...
L'avvicinamento alla forra coincide nella prima parte con il sentiero turistico: dalle "pisciarelle" si risale il tenna attraverso le gole rocciose, poi si devia sul sentiero di destra che conduce all'eremo di S. Leonardo.
Durante questo tragitto io, Mattia, Stefano, Cristian, Marco e Michele ci sentiamo leggermente osservati: tutti i gitanti della domenica, dai bambini ai più anziani, ci guardano un pò perplessi ed incuriositi... forse perchè indossiamo solo costume, scarpe da trekking, caschetti e portiamo sulle spalle zaini carichi di corde, mute ed attrezzature strane!
Giunti alla radura dove sulla destra sorge il piccolo eremo, noi proseguiamo sulla sinistra oltrepassando la fontanella ed inoltrandoci nel sentiero che si inoltra nel bosco.
Dopo poche centinaia di metri, in corrispondenza di un rudere, scendiamo su una lieve traccia a destra che ci porta sul letto del fosso del Rio.
Appena comincio la vestizione inizio ad avere caldo... la muta asciutta infatti è una vera sauna ed appena posso mi butto in una fresca pozza d'acqua.
L'inizio della forra (questo in realtà è la seconda tratta, la più interessante) si percorre soprattutto camminando lungo il torrente, in un ambiente abbastanza ampio da scongiurare la formazione di rapide e/o salti da armare.
Dopo meno di un km finalmente arriviamo sulla sommità della prima cascata (circa 45 m): l'armo va fatto con criterio, visto che dopo 4 metri bisogna fare un frazionamento.
Eccomi sul salto, mentre battezzo il nuovo discensore "pirana":
Il Rio si snoda sinuoso attraverso le rocce per un altro tratto prevalentemente orizzontale, ma stavolta molto inforrato, incontrando lungo il percorso vari affluenti più o meno importanti che fanno aumentare la portata d'acqua. Dopo alcuni salti minori di pochi metri finallmente si arriva all'imponente cascata finale (37 m).
In questo punto la gola convoglia tutta la portata in un getto stretto e piuttosto forte che spinge letteralmente la cascata 3-4 metri oltre la parete verticale di roccia. Il bello è che con la corda si scende quasi tra l'acqua e la parete, in un ambiente davvero suggestivo.
Giusto per rendere l'idea:
Dopo un pò di "vigoroso" idromassaggio verticale ci facciamo una foto di gruppo, prima di abbandonare definitivamente il Rio.
Il sentiero di uscita non è dei migliori: subito dopo la radura ai piedi del grande salto si segue un impercettibile sentierino (segnato in rosso sugli alberi) che risale pericolosamente in bilico a mezza costa. Dopo 25 faticosi minuti torniamo alle "pisciarelle", dove approfittiamo immediatamente delle pozze per re-immergerci e rinfrescarci dopo le calure del sentiero!

Un'ottima uscita in forra, breve ma sicuramente molto meritevole.

venerdì 11 luglio 2008

Grotta di M.te Cucco - Salone Canin

Questo fitto weekend di luglio comincia con una spedizione notturna alla Grotta di Monte Cucco.
La squadra è composta da me, Emanuele, Michele Butcher, Stefano, Alessia, Michela e Lello, ma il nostro piano di conquista del ramo "Indiana Jones" è stato presto stravolto per motivi "tecnici".
Comunque ci ritroviamo a Pian di Monte verso le 21.00 e ci cambiamo con gli ultimi bagliori del giorno ormai concluso...
Quando ormai ci incamminiamo lungo il sentiro che ci porta all'ingresso alto avanziamo sempre più nel buio della notte, ma dopo aver fatto abituare gli occhi alcuni minuti riesco in realtà a distinguere le nostre ombre: la luna infatti splende nel cielo terso e così possiamo percorrere l'avvicinamento senza in pratica utilizzare l'illuminazione del casco.
All'interno della grotta siamo costretti a dividerci, così con Stefano, Alessia, Emanuele e Michele decidiamo di dirigerci verso il maestoso Salone Canin (piacevole ritorno dopo il mio primo "sbarco sulla luna").
Durante la discesa ne approfitto per fare un pò di fotografia ipogea, sfruttando i led dei caschi al posto del flash della macchina.
I risultati negli ambienti della Sala Perugia non sono niente male:
Continuando la nostra discesa siamo costretti a rallentare in corrispondenza del terzo Salto del Baratro. Qui la corda è un pò rovinata e preferiamo realizzare un armo provvisorio con una corda nuova piuttosto che fidarci della vecchia (sarebbe ora che qualcuno cambiasse interamente l'armo...).
Giunti finalmente al Salone Saracco risaliamo la parete opposta per inoltrarci nella Galleria dei Barbari, sul fondo della quale imbocchiamo la Burella, che infine si congiunge con la Galleria dell'Orco (ma chi li avrà trovati questi nomi??).
Il Salone Canin è ormai dietro l'angolo, ed in pochi minuti ci caliamo attraverso la finestra che si apre sull'enorme ambiente:
Questo salone ha dimensioni giganti (120x60 m, con un'altezza di circa 25/30 m) ed un fondo orizzontale biancastro che lo rende, appunto, "lunare".
Chiaramente i led non possono illuminare uno spazio così immenso, però questa foto dà un'idea delle proporzioni del Salone (si intravede bene il casco di Michele).
Una foto di gruppo prima di cominciare la salita...
...e poi via, verso l'alto!
Dopo una tranquilla (ovvero lenta) risalita sbuchiamo di nuovo all'aperto verso le 6.30, col sole già abbastanza alto e la temperatura calda che ci accoglie.
Alla fine l'escursione è stata piacevole, ma non era sicuramente necessario passare una notte in bianco (che ho recuperato dormendo praticamente per quasi tutto il sabato)...

domenica 6 luglio 2008

Trekking sulla vetta del Monte Cucco

Per sconfiggere la calura nella calde domeniche di luglio non c'è niente di meglio di una bella discesa in forra, all'interno di canyon ombreggiati e immersi nelle fresche acque dei torrenti montani. Con questo preciso obiettivo io, Cristian e Michele (Butcher) ci siamo organizzati per affrontare il Rio Freddo nel comprensorio del Monte Cucco... ma i piani verranno un pò stravolti. Domenica mattina, infatti, già la giornata prende una piega inaspettata perchè gli altri mi avvisano di un "leggero" ritardo, che mi costringe ad aspettare un'oretta a zonzo per i prati. Ne approfitto per avvicinarmi ai maestosi cavalli ed alle tranquille mucche che pascolano liberamente sul monte: ecco qualche scatto
Quando finalmente mi raggiungono anche Cristian e Michele, scopro la seconda sorpresa della giornata: il Butcher ha dimenticato a casa l'imbrago!
Dopo qualche momento di incazzatura non ci perdiamo comunque d'animo, anche perchè abbiamo le scarpe da trekking e un'ampia scelta di percorsi escursionistici tra i quali scegliere.
Alla fine, dopo un rapido consulto, decidiamo di affrontare un bel percorso ad anello che ci porterà fino alla vetta del Monte Cucco.
Premetto subito che il parco del Cucco è molto curato, i sentieri sono ben evidenti e la segnaletica eccellente, perciò non è indispensabile avere con se una mappa con tutti i sentieri.
Cominciamo con il nostro itinerario: la partenza è alla base del rifugio "da Tobia" a Val di ranco, un'area attrezzata per soste, picnic e svaghi vari. Qui si discende la strada che dopo un breve tratto diventa chiusa al traffico e si inoltra nella faggeta. La progressione è molto tranquilla e soprattutto l'ombra degli alberi ci da un bel sollievo dalla calura!
La nostra meta è Pian delle Macinare e nei pochi bivi che incontriamo è molto semplice imboccare la via giusta (comunque è l'itinerario n°1). I punti più interessanti lungo la via sono sicuramente la deviazione verso la ferrata della Voragine Boccanera (è un brevissimo tratto attrezzato che unisce l'ingresso alto e quello basso della grotta)
ed il panoramico Passo del Lupo (che però non regge decisamente il confronto con quello ben più suggestivo del Monte Conero).
A questo punto risaliamo lungo il versante nord-est del Monte Cucco ed all'improvviso usciamo dalla macchia ritrovandoci a Pian delle Macinare, dove facciamo una sosta per mangiare e... riposarci.
Da qui il sentiero continua sulla sinistra dopo aver percorso qualche decina di metri della strada di accesso al piazzale: la via si inerpica ripida dentro il bosco: destinazione Monte Cucco (ci sono anche le indicazioni per la Grotta). Confesso subito che questo è stato il pezzo più faticoso, probabilmente per la velocità con cui abbiamo affrontato il dislivello. Nei pochi bivi che incrociamo seguiamo le indicazioni per "Monte Cucco" ed imbocchiamo quindi il sentiero a mezza costa che passa sopra l'ingresso minore della grotta di M.te Cucco. Questa parte è veramente eccezionale, con una vista che spazia dal Monte Nerone al S. Vicino, passando ovviamente per la sella del Catria.
La meta ormai è vicina, dopo un ultimo sforzo per guadagnare le ultime decine di metri di quota conquistiamo finalmente la vetta del Monte Cucco (1566 m s.l.m.m)!
Da questo punto di vista privilegiato si gode al meglio del panorama circostante e nonostante le forti raffiche di vento l'umore torna al massimo e la fatica passa immediatamente.
D'ora in poi la strada è tutta in discesa ed anche se Val di Ranco si vede molto in lontananza sappiamo che il grosso è ormai fatto. In discesa veniamo presto circondati dagli strani "volatili" che occupano Pian di Monte: in breve ci troviamo a stretto contatto con i deltaplani, che silenziosamente sfruttano le correnti ascensionaliper librarsi in volo e che si trova molto spesso ad una quota inferiore o pari alla nostra.
Scendiamo rapidi verso Pian di Monte e seguiamo per alcune decine di metri la strada asfaltata, finoad arrivare ad una fontanella sulla sinistra dalla quale parte il sentiero n°2 (ben segnato). Incirca 30/40 minuti si supera una cabinaelettrica, prima di ritornare all'interno della faggeta per ricondursi alla via imboccata stamattina da Val di Ranco.
In pratica in circa 5 ore e mezza abbiamo fatto 8,5 km attraverso posti molto belli, godendo soprattutto di scorci e visuali maestosi.
Perciò ho solo un ultimo consiglio: prendete scarpe da trekking, zaino ed acqua e... partite!