Knowledge is good only if it is shared - La conoscenza è positiva solo se è condivisa

domenica 20 aprile 2008

Buco Cattivo - La prua del Titanic

Devo dire che questo post si sarebbe potuto anche chiamare "Chiare, fresche e dolci acque"... ma andiamo per ordine!
Il tempo vola e siamo già arrivati al termine del Corso di Speleologia 2008, con uscita finale al Buco Cattivo di Genga.
Come al solito il gruppetto è abbastanza numeroso: oltre alle nuove leve Stefano, Mattia, Simone, Giovanni, Lorenzo e "Francesco", ci sono gli Aiuto-Istruttori Luca, Michela, Chicco, Butcher, Alessia, Lorena, Emanuele, Lello, Marusca e Simona.
Appena arrivati non so se essere contento o meno per le condizioni meteo: da una parte il bel sole mattutino mette indubbiamente di buon umore, dall'altra però il caldo comincia già a farsi sentire e ci attende il lungo e ripidissimo sentiero di avvicinamento. Alla fine, come volevasi dimostrare, dopo una marcia di 30/40 minuti arriviamo grondanti di sudore all'ingresso Fiorini... praticamente già stanchi prima di entrare!
Senza perdere altro tempo indossiamo tutta l'attrezzatura ed alle 10.00 entriamo scaglionati a gruppetti, con Michela e Francesco in testa per armare con due vie parallele i 30 m del Pozzo delle Ruspe.
In poco tempo ci diluiamo un pò tutti lungo il percorso ed io accompagno senza grossi problemi Mattia in discesa attraverso i vari scivoli, cunicoli e meandri. Non posso non citare i passaggi più gustosi, ovvero l'angusto budello della "tecnica" ed i traversi sospesi dei "canaponi":
Quando arriviamo nella Sala Merloni è passato da poco mezzogiorno e troviamo ad attenderci Michela, Francesco e Simone, impazienti di trovare qualche altro compagno di avventura per proseguire oltre il Lago, verso la parte terminale.
Dopo un pò di esitazione sul da farsi facciamo due conti sui tempi di percorrenza e stabiliamo come orario limite per iniziare il ritorno le 14.00: in un paio d'ore, proseguendo spediti, possiamo arrivare tranquillamente oltre Sala Rinaldi, fino alla magnifica roccia a forma di prua del Titanic.
Si può dire che forse il bello della grotta comincia adesso: il guado del grande Lago è un'esperienza che dà sicuramente emozioni contrastanti, perchè il disagio per il freddo dell'acqua è sovrastato dalla bellezza della galleria semi-allagata che si deve attraversare.
Quest'oggi ho l'onore di partire per primo, così che davanti a me ho una distesa di acqua cristallina che dopo il mio passaggio si intorbidirà per il fango smosso e resterà marroncina per giorni.
Superato lo shock iniziale per il freddo pungente sulla pelle, avanziamo costeggiando la sponda destra del Lago (non bisogna MAI passare in mezzo, perchè lì il livello d'acqua e di fango è maggiore!) appigliandoci alla buona sulle concrezioni per cercare di tenerci più "sollevati" possibile, anche se in realtà con una profondità di circa 1,2 m è piuttosto difficile restare asciutti.
Dopo più di 150 m, conquistata l'altra sponda cerchiamo di darci una ripulita perchè la fine sospensione di fango argilloso si è insinuata ovunque, sicuramente però questa volta è andata meglio della precedente avventura all'Anello dei Rover!
Anche i due corsisti sono entusiasti della traversata, ed ancora non sanno che più avanti ci attendono ambienti unici ed incredibili.
Percorse poche decine di metri, infatti, ci si immette nella imponente Sala Franosa, le cui dimensioni si riescono appena a percepire al chiarore delle nostre fiammelle: a parte la lunghezza di circa 160 m (una volta e mezzo un campo da calcio regolamentare), quello che più impressiona è la grandezza dei blocchi franati dal soffitto che riempiono la parte bassa della galleria. In particolare bisogna superare un ammasso roccioso unico, grande più o meno come un bilocale, adagiato inclinato con le lunghe concrezioni quasi in orizzontale, che in alcuni tratti usiamo a mò di gradini!
Continuando la nostra "passeggiata" arriviamo nella Sala Rinaldi, famosa per il vecchio accampamento e per un mini-presepe allestito al centro.
Ormai siamo vicini alla nostra meta, proseguendo verso il fondo ci sono un paio di risalite da affrontare per poi trovarsi improvvisamente davanti un'alta formazione rocciosa bizzarra, battezzata "la prua del Titanic".
Questo ambiente dal pavimento piatto presenta una biforcazione a "Y" ed incredibilmente la roccia che separa le due vie (destra e sinistra) è molto liscia, simmetrica e con una silhouette affusolata molto simile alla prua del famoso transatlantico.
Purtroppo senza un'adeguata illuminazione con più punti luce e senza un obiettivo grandangolare (comunque 1000 grazie a Mattia per la macchina digitale!) non è possibile immortalare degnamente questa formazione, comunque l'aspetto che si percepisce immediatamente è quello di trovarsi proprio davanti al celebre transatlantico. Un piccola inquadratura montata a collage per rendere meglio l'idea:

La suggestione è sicuramente accresciuta dall'altezza di questo ambiente, le cui pareti verticali raggiungono i 20-30 m!
Come se già questo non bastasse, l'intero lato sinistro della sala è coperto da una colata di concrezioni bianche a tutta l'altezza...
...purtroppo le parole e le immagini non rendono giustizia a questi luoghi.
Dopo esserci goduti questo bel panorama cominciamo a tornare indietro con una puntualità quasi svizzera: sono le 14.20! Io comincio ad avere una certa fame e la cioccolata offerta da Mattia non fa che aumentarla, ma come ci insegnano da bambini non possiamo mangiare prima di fare il bagno.
Arrivati in prossimità del Lago cominciamo a sentire delle voci... allucinazioni per la fame?? In realtà appena arrivati sulla sponda incrociamo Chicco, Michele e Lorenzo, anche loro intenzionati a fare un giretto dalle parti di Sala Rinaldi.
Li salutiamo mentre ci re-immergiamo nell'acqua fredda e ormai completamente torbida, ma stavolta almeno la senzazione di gelo sulla pelle è minore.
Tornati a Sala Merloni finalmente possiamo cambiarci (che sollievo indossare una maglia calda e asciutta) e soprattutto mangiare.
Mancano ormai poche centinaia di metri prima di tornare all'aperto, ma in salita ce li dovremo sudare uno per uno!
Anche in questa occasione non incontriamo particolari problemi nella progressione, di sicuro però i corsisti si sono accorti che in salita in cunicolo della "tecnica" (largo al massimo 50 cm) non è proprio amichevole!
Alle 18.30 finalmente torniamo in superficie, stanchi ma molto soddisfatti. Vista l'ora c'è tutto il tempo per una bella cenetta "leggera" (pappardelle al conghiale, gnocchi ai 4 formaggi, grigliatina, insalata e patatine fritte!) con gli altri.
E' stata una piacevole uscita ben riuscita, devo fare poi i miei complimenti a Stefano che nonostante non ami le strettoie e gli ambienti stretti ha affrontato la "tecnica" con serenità e senza aiuto (a parte qualche imprecazione!).

Nessun commento: