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sabato 4 agosto 2007

Buca delle Tassare

Come semplice uscita estiva, giusto per non scordarsi come funzionano croll, maniglia e discensore, decidiamo di andare alla conquista della buca delle Tassare, che con i suoi 320 è la cavità più profonda delle Marche.


Divisi in due macchine (io, Stefano e la Faggi da una parte, Cristian, Luca e Marusca dall'altra), partiamo con comodo dalla Sede alle 8.30 e ci fermiamo a fare colazione in Autogrill. La grotta è tutto sommato semplice, forse il vero problema è trovarla e raggiungerla! Dall'abitato di Serravalle di Carda (PS) si prosegue in auto verso il Monte Nerone. Poco sotto i ripetitori posti in vetta, ad un bivio si prende una sterrata sulla destra con l'indicazione per gli impianti sciistici. Oltrepassato un rifugio sulla sinistra, dopo circa 100 m si incontra un altro bivio dal quale si prosegue dritti per circa 1 km fino a superare una casa sulla sinistra. Poco più avanti, in corrispondenza di una fonte a trocche, si lascia la macchina e si comincia a scendere un sentiero, poi raggiunta una radura, ci si sposta in direzione della cresta che scende ripida; scavalcata una recinzione, ci si inoltra nel boschetto sempre tenendo il sentiero ed in breve si raggiunge il ripido prato finale. Ora bisogna tenere rigorosamente la sinistra, costeggiando dall'alto le pareti rocciose: giunti a quota 1080 m (Piobbico si vede esattamente nel vertice inferiore di una sforcatura rocciosa del monte antistante), si lascia il prato e si piega per un sentierino che, unicamente in questo caso, permette di discendere sotto la parete che sinora è stata seguita sul suo bordo superiore.
In breve si raggiunge l'ingresso della Buca, un condotto basso parzialmente ostruito, posto ai piedi della parete rocciosa.
Nemmeno siamo entrati e già c'è il primo problema: la Coca-Cola che Luca ha bevuto in autostrada gli ha smosso lo stomaco (...e non solo) perciò preferisce aspettare che la gravità faccia il suo dovere e lo aiuti a liberarsi del doloroso fardello che lo attanaglia! Marusca aspetta pazientemente con lui, perciò intanto ci avviamo all'interno in quattro. Particolare che si rivelerà importante: io sono l'unico a non essere mai stato alle Tassare. Completata la vestizione accendo l'acetilene ed entro per primo al fresco, aspettando gli altri nel primo ambiente che ho trovato: mi guardo intorno e vedo che a parte i pipistrelli, nella grotta ci sono tutti gli animali possibili... ragni, millepiedi, geotritoni e pure falene!
All'arrivo degli altri proseguiamo lungo l'unico corridoio alla ricerca dello scivolo iniziale di 5 m che va armato con la corda che ci siamo portati. Il fondo è molto scivoloso e nei pochi bivi che incontriamo è faticoso risalire... strano, perchè la grotta dovrebbe essere tutta in discesa! Arriviamo finalmente ad un saltino, ma è disarrampicabile e non certo di 5m. Lo scendiamo e più avanti incontriamo sbuchiamo in mezzo ad una galleria con una spaccatura che la percorre nel mezzo: gli altri si ricordano benissimo la spaccatura, perciò dovrebbe essere vicino un pozzo già armato. Ci dividiamo in esplorazione ma le uniche cose che troviamo verso il basso sono tanti insetti/animaletti (perciò nei pressi di un ingresso) e verso l'alto una corda che risale: dopo soli 60 minuti di vagabondaggio speleologico ci viene il leggerissimo sospetto che abbiamo sbagliato strada e che stiamo andando verso l'ingresso alto...
Tornando indietro per chiedere informazioni al più esperto Segretario sveliamo il mistero: immediatamente dopo essere entrati si deve svoltare in a sinistra, mentre io che non sapevo niente della grotta avevo aspettato gli altri qualche metro più avanti!! Porc...
Ripartiamo più gasati che mai verso il fondo, trovando lungo la strada il famoso scivolo scivoloso da armare, il pozzetto da 5m e la famigerata spaccatura da seguire.
Si procede bene e spediti, lo sviluppo è in discesa ma si cammina per la maggior parte del tempo. Gli ambienti sono grandi, completamente asciutti e molto "lucenti" per le numerose colate di gesso. Non si può sbagliare strada, l'unico dubbio è ad un bivio in cui bisogna mantenere la destra perchè il ramo principale, quello di sinistra, porta alla Sala Vittoria che più avanti chiude.
Dopo la pausa pranzo arriviamo al laghetto che sovrasta il Pozzo Maucci: fa un pò impressione osservare che non c'è una sola goccia d'acqua, mentre è ben visibile il segno del livello usuale.
Cristian decide di aspettarci qui, ha un ginocchio malconcio che comincia a dargli fastidio.
Se la Buca fin'ora era stata una speleo-passeggiata piacevole, adesso inizia il pezzo veramente bello e gustoso: il pozzo terminale è alto 58 m e per raggiungere l'attacco del tiro su vuoto da 36 m bisogna aggirare quasi completamente sulla sinistra l'ampia bocca della cavità, ampia una ventina di metri, con una serie di traversi abbastanza impegnativi. Nonostante l'errore iniziale continuo a fare io da guida e mentre avanzo ai margini della voragine fa una bella impressione vedere gli altri ben distribuiti, chi + in alto chi + in basso, tutt'intorno alla cavità.
In men che non si dica arriviamo alla base del Maucci, continuiamo a scendere loscivolo sulla sinistra ed arriviamo nella bassa saletta che costituisce il fondo fangoso della grotta. Un'ultima sorpresa: sulla destra della saletta c'è una perfetta vasca scavata nella roccia con almeno un metro e mezzo di battente d'acqua cristallina coi riflessi azzurri... C'è anche un tubo messo a mò di sifone che sembra abbastanza inutile (il piccolo specchio d'acqua non sembra avere sbocchi sommersi) comunque lo innesco e inizio a far svuotare l'acqua: con la portata che aveva forse oggi la vaschetta si è svuotata del tutto!
Risaliamo veloci ed usciamo presto, ritroviamo Luca (non si è ancora "liberato" dei dolori) e Marusca (scoprirà un nuovo ramo la prossima volta) ed affrontiamo insieme la vera sfida della giornata: la terribile risalita alle macchine!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

imparato molto

fiscardo ha detto...

Bene, dopodomani tocca a me!!!