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sabato 8 gennaio 2011

Senigallia: XX Corso di Introduzione alla Speleologia

Il GSS sta finalmente scaldando i motori in vista dell'imminente "XX Corso di Introduzione alla Speleologia".
Il corso è organizzato in lezioni settimanali, sia teoriche che pratiche, destinato a chiunque voglia avvicinarsi in completa sicurezza alla pratica della speleologia.
Le esercitazioni serviranno ad apprendere le attuali tecniche di progressione in ambiente sotterraneo e si svolgeranno in alcune delle più belle grotte dell'apennino Umbro-Marchigiano, sotto la guida attenta e costante di istruttori adeguatamente preparati.
L'obiettivo è formare l'allievo sui principali aspetti della speleologia e renderlo autonomo nella progressione in grotta con corde.

Programma:
Giovedì 3 Marzo 2011
21:30 Presentazione del Corso
Giovedì 10 Marzo 2011
21:30 Lezione teorica: presentazione dell'uscita
Domenica 13 Marzo 2011
07:30 lezione pratica: esercitazione all'aperto a Fondarca
Giovedì 17 Marzo 2011
Lezione teorica: resistenza dei materiali
Domenica 20 Marzo 2011
07:30 lezione pratica: esercitazione in grotta
Giovedì 24 Marzo 2011
21:30 Lezione teorica: geologia, geomorfologia e speleogenesi
Sabato 26 Marzo
07:30 lezione pratica: esercitazione all'aperto a Fondarca
17.00 lezione teorica: biospeleologia
Domenica 27 Marzo 2011
07:30 lezione pratica: esercitazione in grotta
Giovedì 31 Marzo 2011
21:30 Lezione teorica: rilievo ipogeo
Domenica 3 Aprile 2011
07:30 lezione pratica: esercitazione in grotta
Giovedì 7 Aprile 2011
21:30 Lezione teorica: fotografia in grotta
Weekend 8-9-10 Aprile 2011
07:30 lezione pratica: esercitazione in grotta fuori regione

Le lezioni si terranno nella Sede del CAI Senigallia, che si trova in località Vallone di Senigallia, sulla S.S. 360 Arceviese, a circa 3,5 km dall'uscita dell'Autostrada in direzione Arcevia.

Ecco un altro "assaggio" della nostra attività... A PRESTO!

sabato 11 dicembre 2010

Animali messicani, uno sguardo da vicino

Sono personalmente convinto che una bella foto debba essere in grado di cogliere un particolare, un dettaglio della realtà che possa magari sfuggire ad un osservatore distratto. In linea con questa filosofia mi piace molto spingere al limite la funzione macro della macchina fotografica, specialmente per rendere visibile ciò che per le proprie dimensioni non lo è.
Di seguito 4 begli scatti molto ravvicinati dedicati agli animali messicani.

giovedì 25 novembre 2010

Aventuras en México: Península de Yucatán

Dopo mesi di febbrile attesa e preparazione dettagliata finalmente è arrivata l’ora del nostro lungo viaggio alla scoperta del Messico, un grande paese che ha molto da offrire ai viaggiatori disposti a scoprire le sue vere meraviglie.
Dopo la prima settimana nel magnifico Chiapas, la seconda parte della nostra spedizione itinerante si è sviluppata nella Penisola dello Yucatan, terra dove la giungla incontra il cristallino Mar dei Caraibi, in un misto di storia e modernità.
Di seguito alcuni appunti, racconti e consigli di viaggio.

TULUM
Un primo importante consiglio: tenetevi alla larga da Cancun, perchè è molto più simile ad una Las Vegas balneare che non ad una vera cittadina messicana. Come base per gli spostamenti è molto meglio invece Playa del Carmen (assolutamente ottimo l'hotel Barrio Latino), ottimamente collegata all'aeroporto di Cancun e a tutte le altre destinazioni turistiche della Riviera Maya.
Chiunque passi da queste parti non può non visitare il sito archeologico di Tulum, l'unico insediamento Maya che sorge in riva al mare invece che nel cuore della giungla.
Difesa su tre lati da imponenti mura e protetta ad est dalle scogliere a picco sull'oceano, Tulum era chiaramente un porto commerciale. La ricchezza derivante da questa attività si rispecchia nelle numerose strutture sacre ancora visitabili.
Una particolarità di questa cittadina maya è l'attuale presenza di un particolare tipo di "abitani": decine di iguana hanno preso possesso delle rovine! I rettili guardano indifferenti i turisti dall'alto dei templi e delle mura, minimamente disturbato dal continuo viavai di persone.
Sempre rimanendo all'interno del sito archeologico, inoltre, è possibile raggiungere la bianca spiaggia "turistica" dove si può approfittare del magnifico clima tropicale per fare una nuotata nelle onde caraibiche... niente male contro la calura della giornata!
Prima di abbandonare le rovine di Tulum (o anche prima di entrare) controllate se nella piazza all'ingresso è in corso la "Danza dei Voladores": si tratta di un antico rituale in cui 4 "uomini volanti" si lanciano da un palo rotante mentre un quinto rimane seduto a 20 m d'altezza suonando un flauto. Davvero insolito e interessante.
Per i trasporti non c'è niente di più facile: al posto dei costosissimi taxi, per soli 35 pesos (2€) si può percorrere col collectivo (un minivan) il tratto Playa-Tulum... l'unico pericolo è l'aria condizionata che in certi veicoli è mantenuta a livelli polari

CENOTE
La natura calcarea e carsica della Riviera Maya fa si che in pochi chilometri siano presenti decine di Cenote, delle grosse cavità più o meno circolari scavate nella roccia e riempite di acqua dolce. In alcuni casi questi "crateri" sono parzialmente o completamente interrati, rendendo possibili delle immersioni in incredibili sistemi di cavità e grotte.
Per chi vuole visitare queste bellezze naturali c'è appunto l'imbarazzo della scelta: io e Simona abbiamo optato per il "Cenote Dos Ojos", cioè "Due Occhi":
Si tratta di 2 cavità affiancate e quasi completamente sotterranee, collegate da una serie di tunnel subacquei, in cui è possibile fare un bagno rinfrescante, effettuare snorkeling o anche immersioni guidate con le bombole. Raggiungerlo è stato un pò faticoso, non tanto per il collectivo da Playa (il costo è come sempre irrisorio, ma effettua fermata solo sulla strada litoranea principale) quanto per i 2 km di strada per addentrarsi nell'entroterra in questa zona molto rigogliosa. Accaldati, appena arriviamo siamo abbagliati dai riflessi azzurri delle acque immobili...
ed in un attimo ci tuffiamo nelle FRESCHE acque con maschera e boccaglio.
Il paesaggio che ci si apre davanti è veramente molto più simile a quello che siamo abituati a vedere durante le nostre uscite speleologiche piuttosto che durante una immersione, ma il bello del viaggio è proprio lo scoprire cose nuove mai viste!

Siamo stati comunque previdenti, e con 2 torce luminose frontali fissate sopra la maschera ci addentriamo nella "bat-cave", una grande caverna solo parzialmente allagata sede di una grande colonia di pipistrelli... ma questa è veramente simile alle nostre grotte marine.

AKUMAL E YALKU
Il mare limpido e le spiagge vellutate non mancano, ma seguendo vari consigli abbiamo fatto una visita alla laguna/riserva naturale di Yalku. Purtroppo sembra che l'unico modo per raggiungerla sia passando dalla località balneare di Akumal e poi risalendo verso nord per circa 2 km... la strada da fare a piedi non è pochissima, però durante il caldo cammino si incontrano molti animali colorati...
e comunque ci si può sempre fermare per riposarsi con un bel bagno nell'oceano.
Una particolarità di questa zona è la presenta di tartarughe marine (che nidificano ad Akumal) e di molti granche, tant'è che le impronte di quest'ultimi si distinguono chiaramente sulla sabbia bianchissima.
Il bello deve ancora arrivare ed appena giunti alla riserva restiamo colpiti da come sia ben curata, molto più simile ad un parco botanico piuttosto che ad una riserva naturale.
Mettendo la maschera ed immergendosi nelle acque si viene IMMEDIATAMENTE circondati da decine di pesci colorati e di diverse specie, che girano intorno ai visitatori per nulla impauriti
Durante il nostro snorkeling abbiamo vistomolte specie diverse di animali, compreso un esemplare di pesce pappagallo di almeno 80 cm di lunghezza.

ISLA MUJERES
Il nostro viaggio è ormai agli sgoccioli... non prima però di una visita alla tranquilla Isla Mujeres nel Mar dei Caraibi antistante Cancun.
Si può raggiungere facilmente da Puerto Juarez tramite aliscafo in circa 15 minuti di navigazione.
La piccola isola, di forma schiacciata e lunga meno di 10 km, è molto meno caotica di tante località turistiche della Riviera Maya ma non per questo è meno bella e godibile.
Per il nostro pernottamento abbiamo scelto il grazioso Hotel Las Palmas, dove la faniglia canadese che lo gestisce si è rivelata sempre gentile, disponibile ed accogliente.
Chiaramente chi viene a Isla Mujeres lo fa essenzialmente per 3 cose: spiagge + sole + mare, e l'offerta non è inferiore alle aspettative:
Ma chiaramente non è nel nostro stile passare 3 giorni nell'ozio, così ci organizziamo con un locale centro diving (anche qui si può contrattare sul prezzo) per effettuare 2 immersioni con le bombole. Prima di incontrare la nostra guida, assistiamo al rientro di alcuni pescatori che appena scesi dallq barca hanno steso le reti e si sono messi a pulire il pesce sulla spiaggia: in particolare un grosso esemplare di "tiburon gato", lo squalo gatto
Il nostro soggiorno sull'isola, sia in spiaggia, che in barca, è sempre caratterizzato dai gabbiani e pellicani che ci volano intorno
forse speranzosi di ricevere qualcosa da mangiare.
Noleggiando un mezzo di trasporto, a scelta fra:
- golf-cart per chi vuole essere molto comodo
- scooter per gli amanti delle 2 ruote pigri
- bici per gli amanti delle 2 ruote economiche
è possibile fare letteralmente il giro dell'isola.
Degno di nota è il santuario delle tortugas, un centro specializzato nella salvaguardia e tutela delle tartarughe nel quale si può venire a diretto contatto con questi eleganti rettili: dagli esemplari più grandi
a quelli più piccini...
tutti in attesa di essere liberati in mare aperto.
Dopo una visita alla punta meridionale dell'isola
ci facciamo un ultimo bagno nei Caraibi: il cielo ora è un pò nuvoloso
ma comunque non riesce a rovinare che la nostra ultima giornata di vacanza in questo meraviglioso paese.

HASTA LUEGO A TODOS, VIVA MEXICO!

sabato 20 novembre 2010

Aventuras en México: Chiapas

Dopo mesi di febbrile attesa e preparazione dettagliata finalmente è arrivata l’ora del nostro lungo viaggio alla scoperta del Messico, un grande paese che ha molto da offrire ai viaggiatori disposti a scoprire le sue vere meraviglie.
Prima del trasferimento in Yucatan, la prima parte della nostra spedizione itinerante si è sviluppata in Chiapas, un territorio decisamente poco urbanizzato in cui la natura e la giungla la fanno ancora da padroni.
Di seguito alcuni appunti, racconti e consigli di viaggio…

MESSICO ON THE ROAD: GUIDARE IN CHIAPAS
Proprio perchè consapevoli di dover guidare per circa 800 km abbiamo deciso di noleggiare un’auto di categoria media piuttosto che una minuscola citycar, ma nonostante questo i viaggi in Chiapas (9 ore da Villahermosa a S. Cristobal e 5 ore da S. Cristobal a Palenque) sono stati decisamente… avventurosi.
I paesaggi che si incontrano sono sicuramente molto suggestivi, con la vegetazione rigogliosa che circonda lo sguardo in ogni direzione.
Quello che colpisce di più un guidatore europeo, tuttavia, è lo stato delle strade ed in generale dei veicoli. Innanzitutto qui la parola d’ordine è “topes”, dei dossi artificiali in cemento alti una ventina di cm che impongono di rallentare fino quasi a fermarsi se non si vuole distruggere la propria auto. Ce ne sono a dozzine e nonostante il fastidio dei continui stop & start devo ammettere che senza ombra di dubbio assolvono perfettamente al loro scopo. Altra particolarità del Chiapas sono i veicoli: oltre ai cari vecchi maggioloni, qui ancora ben presenti in tutti i modelli e colori disponibili, girano molti trabiccoli che probabilmente non hanno effettuato una revisione dal secolo scorso…
Si incontrano spessissimo, poi, i furgoncini che trasportano quotidianamente i lavoratori dai piccoli centri abitati, spesso costituiti da un agglomerato di casine e capanne,
verso i luoghi di lavoro: visto che tutti hanno un proprio machete, presumiamo che si tratti di raccoglitori di banane o altre piante. Ad ogni modo, questi furgoncini sono stra-carichi di persone sia all’interno che all’esterno
Fa decisamente una certa impressione vedere le persone tranquillamente “appese” mentre i veicoli sfrecciano su queste tortuose strade.
Parlando di queste strade interne del Chiapas, poi, non possono essere tralasciati i “lavori in corso”: spesso ci sono tratti di carreggiata franata o in manutenzione dove, senza molto preavviso, ci si ritrova con un’unica corsia per entrambi i sensi di marcia, magari realizzata su fango e breccia solcati qua e la da crateri allagati…
Viaggiando per ore all’interno di territori molto boscati, in cui il centro abitato più grande è costituito da poche case, 2 mini spacci alimentari ed una chiesa, come si fa a far rifornimento? Nessun problema, troverete di sicuro un posto come questo:
La benzina è venduta a taniche, versate nel serbatoio con un imbuto ricavato da una bottiglia di Coca-Cola… effettivamente non serve altro!
Ultima annotazione riguarda i posti di blocco della polizia federale e dell’esercito: sono numerosi, per via della lotta al narcotraffico che il governo federale sta portando avanti, ma nonostante i vari controlli dei documenti non ci hanno dato minimamente problemi, anzi danno quasi un senso di maggiore sicurezza e controllo.
Per concludere, comunque, non bisogna avere timore di guidare in Messico, semplicemente bisogna stare attenti durante la guida perché le condizioni di viaggio sono abbastanza diverse dalle nostre usuali.

SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS
Questa cittadina sorge in piena montagna a pochi chilometri dall’aeroporto di Tuxla Gutierrez, perciò è sicuramente più semplice raggiungerla in aereo piuttosto che in auto da Villahermosa. Si trova a circa 2.200 m di quota e più che per le sue numerose Chiese
è famosa sia tra le numerose popolazioni locali che tra i pochi turisti per via del suo mercato quotidiano: qui infatti si incontrano contadini, artigiani, allevatori e negozianti per vendere un po’ di tutto.
Frutta, verdure, spezie, pelli, carni e vestiti, il tutto ordinatamente esposto ed affiancato senza troppa logica (come ad esempio lo stoccafisso affianco al banco dei dolci non è proprio il massimo)…
Questo mercato è quanto di più distante dai nostri centri commerciali si possa immaginare, ma più che l’impressione di povertà e poca pulizia quello che balza agli occhi è la sensazione di unione, incontro e partecipazione creata proprio da questo grande mercato che ha un enorme bacino d’utenza.
Se volete comprare qualcosa ricordate la regola d’oro del Messico: è obbligatorio contrattare sul prezzo!
In questa cittadina, infine, riusciamo a mangiare dei buoni pasti rigorosamente messicani con cifre veramente irrisorie: 5/6 € in due nelle cocine economiche.

PARCO AGUA AZUL Il parco riserva di Agua Azul si trova lungo la strada he da S. Cristobal conduce a Palenque. Appena arrivati bisogna sottoporsi ad una irritante consuetudine messicana: si paga il pedaggio ufficioso, poi quello ufficiale, infine il bambino che per pochi pesos “mira il coche” (tiene d’occhio l’auto): va bene che siparla di un totale di circa 3/4 € a testa, però è fastidioso. Comunque la visita è sicuramente appagante sia per le fragorose cascate, con una portata enorme rispetto a quelle europee
sia per il percorso che risale lungo il fiume princiale, permettendo un primo contatto con la giungla tropicale
e con i temibili animali che la popolano!
Proprio a due passi della zona turistica sono presenti delle popolazioni ancora piuttosto rurali, la cui vita in simbiosi col fiume si nota anche dalla teleferica montata per attraversare il grande corso d’acqua senza dover necessariamente ricorrere al guado a nuoto.
teleferica

PALENQUE
Quelle di Palenque sono tra le rovine più famose e meglio conservate delle popolazioni Maya: sono in parte ancora fagocitate dalla giungla, ma le enormi strutture visitabili sono ben mantenute e curate.
La popolazione locale ruotava attorno alla figura di Pakal ed ai suoi discendenti: il tempio più grande, ben visibile da ogni angolo della cittadina, è costituito proprio dalla tomba del re stesso e come ci racconta la nostra guida il bassorilievo inciso sul sarcofago ha addirittura inspirato una teoria moderna secondo la quale Pakal stesso sarebbe raffigurato in procinto di partire a bordo di un’astronave!
Altre strutture della piazza principale degne di nota sono la tomba della regina, posta affianco a quella del re, ed il tempio del teschio dedicato al dio della morte.
L’interessantissima visita (nel nostro caso eravamo accompagnati da una guida, dopo la solita contrattazione sul prezzo) continua poi nelle rovine del castello, la residenza della famiglia reale e della corte
e nei templi dedicati alle altre divinità fondamentali per la vita degli antichi Maya: il Sole, la Luna, il Mais e la Pioggia. Gli antichi non esitavano a sacrificare donne d’altro rango per conquistare i favori delle divinità nei casi di forti siccità o altre sciagure per la popolazione: non c’è da stupirsi, quindi, nel trovare sparsi qua e là numerosi altari sacrificali.
Dopo l’ennesima salita e discesa delle gradinate maya
la nostra guida ci fa addentrare all’interno della giungla che circonda le rovine, facendoci conoscere meglio animali e piante di questo habitat per noi sorprendente:
Oltre alle famose liane conosciamo alcune piante medicali ed anche gli ombrelli degli antichi maya, cioè le enormi foglie “orecchie d’elefante”
Oltre che per la visita delle rovine, Palenque è un’ottima base per le escursioni nelle zone limitrofe. Non possiamo che consigliare un soggiorno nelle cabanas tra la giungla nel complesso El Panchan, proprio prima di entrare nella zona parco di Palenque. Per pochi euro si può provare l’esperienza di dormire all’interno di capanne (dotate di ventilatore, bagno e zanzariere al posto delle finestre) in pieno contatto con la natura e dei suoni della giungla.
Le migliori strutture sono quelle di “Margarita ed Ed Cabans”, ma anche qui come in tutte le altre strutture bisogna fare i conti con un’umità incredibile da cui non c’è scampo!

BONAMPAK E YAXCHILAN
Solamente negli ultimi anni sono stati resi visitabili questi due siti maya situati al confine con il Guatemala: la loro visita, organizzata dalle agenzie di Palenque, è una piacevole avventura che dura un’intera giornata.
Partendo alle 6.00 di mattina, infatti, ci si sposta in pulmino per circa 2 ore fino alle rovine di Bonampak.
Questo nucleo abitato è molto piccolo ma sono ben visibili e visitabili i templi principale e l’Acropoli:
Qui forse più che negli altri siti archeologici fanno impressione le vecchie scalinate: così ripide e ristrette costringono i visitatori ad una vera e propria arrampicata:
Oltre ad essere piuttosto limitata spazialmente, la cittadina di Bonampak ha anche avuto una vita relativamente breve, tuttavia tra i suoi resti sono conservate delle pitture molto importanti per la civiltà Maya che rappresentano scene di vita di corte e scene di tortura sui prigionieri di guerra.

Dopo un’oretta di visita raggiungiamo col pulmino un piccolo porticciolo sul fiume Usumacinta, che segna il confine tra Messico e Guatemala.
Qui saliamo su delle piccole lancia per percorrere l’unica via d’accesso al secondo e più grande sito della giornata: Yaxchilan.
Il fiume è enorme, a occhio e croce più grande del Po, ma fortunatamente le acque sono tranquille ed il nostro avvicinamento è di circa 40 minuti.
Queste rovine sono state protette per secoli da predoni e tombaroli per via della loro posizione particolarmente isolata, visto che questa ansa del Rio Usumacinta è raggiungibile solo in barca.
A differenza di Bonampak, qui gli spazi sono vastissimi e le rovine occupano diversi livelli, a partire dalla pianura vicino al fiume
per poi salire con una ripida (strano!) scalinata verso l’acropoli
e via via ancora più in alto, fino agli ultimi edifici che dalla cime della collina dominano la giungla circostante e permettono di ammiriare le montagne del Guatemala in lontananza

Questo è il sito dove riusciamo ad ammirare più animali: tucani, picchi, rapaci, lucertole, iguana ed, immancabili, le scimmie urlatrici. In questo breve video, anche se l’audio non è il massimo, si può ammirare un sentiero all'interno della giungla distinguendo chiaramente il loro richiamo:
Sul viaggio di rientro lungo l'Usumacinta, una particolare "visione" ci convince più di 1000 cartelli sul fatto di non mettere le mani fuori dalla barca:

CASCATA MISOL-HA
Ultima tappa del nostro tour del Chiapas è la cascata di Misol-Ha, a circa 15 minuti da Palenque. In un’area verde molto più piccola di Agua Azul, dopo pochi passi dal parcheggio ci si trova davanti una fragorosa cascata di 35 m:
La bellezza di questo impetuoso salto d’acqua si può ammirare non solo da davanti, ma anche dal passaggio posteriore che tramite un bagnatissimo sentiero alle spalle del getto permette di superare la cascata fino ad arrivare ad una grotticella laterale da cui si gode di una vista molto suggestiva.
Con il caldo della giungla non resisto alla tentazione di rovare questa enorme doccia di 35 m: mi butto nelle rinfrescanti acque della laguna, ma di arrivare sotto il getto non se ne parla perché la corrente e sgli spruzzi violenti tengono lontano tutti i nuotatori.